Lattari, Billero & C. gli aspiranti
di cui parla il Sindaco?
PARE,
dico pare, che il Sindaco Samuele Bertinelli abbia soppesato l’indispensabilità
del ripristino del quinto assessore.
Lo ha fatto all’indopodomani della condanna a Ventotene inflitta a donna
Ginevra Lombardi, rea di fare e sapere fare l’assessore veramente e non la bamboccia
di parata.
Tra i nomi che circolano per il
reincarico, due sono parecchio attendibili: l’ex comunista Billero e l’ex
comunista Lattari, che hanno fatto sapere, però, pare, che proprio per
deontologia e rispetto nei confronti di Ginevra, declineranno l’invito.
Hanno diramato un comunicato congiunto,
pare, nel quale avrebbero dichiarato che al posto di una compagna ingiustamente
decapitata loro non ci andranno. Mai.
Ahahahahahahah!
f & s
I DISCORSI STANNO IN POCO POSTO
UNA VOLTA, quando eravamo all’università, mi sembra di ricordare
che, tra gli esami di filosofia, poteva essercene anche uno legato alla
logica: che vuol dire scienza del ragionamento coerente, vero e non falso, o
solo ‘formalmente’ vero.
E invece leggo – sul Tirreno di
ieri, 7 settembre – le dichiarazioni di Bertinelli e… mi sfugge la logica
della sua logica (?): «Gli assessori li ho scelti io – rivendica Bertinelli –
senza nessun automatismo da manuale Cencelli, anche se chiaramente ho cercato
di interpretare i risultati elettorali».
Il Sindaco sta parlando della sua
Giunta e di come essa fu fatta nascere: si elogia (e, quindi, si… imbrògia)
per non aver cencellizzato, ma poi cade in contraddizione: nessun automatismo
(dice), ma «chiaramente ho cercato di interpretare i risultati elettorali» – quantomeno
sbagliando, se i bartoliani furono messi all’uscio senza tanti discorsi
seguendo la logica coerenza bersaniana.
Il Sindaco – dice ancora Il
Tirreno – fa capire che la Giunta resta a 4, ma sùbito dopo Bertinelli aggiunge:
«E chi aspira, sappia che fare l’assessore significa rinunciare al 20% dell’indennità
e lavorare molto. Questo non è un compito che si possa fare part time».
Torniamo, allora, alla logica: è
logico, forse, far sapere che ci sono degli aspiranti assessori, ma subito
dopo inibirli nelle loro aspirazioni, chiarendo esplicitamente che «fare l’assessore
significa rinunciare al 20% dell’indennità e lavorare molto» e che «Questo (fare
l’assessore – n.d.r.) non è un compito che si possa fare part time»? O
Bertinelli sta preparando la via a qualcosa che sta realmente per fare e, con
i principi della sua logica, spara frottole e perebuzzétte ai fan per
il varo di nuova Giunta a 5?
L’unica verità che Bertinelli ci
propone confessandosi, è quando accenna a «un auspicio che il consiglio
comunale possa pesare di più nelle scelte».
E anche qui l’emulo di Cacciari dà completamente
fuor di logica, perché, ammettendo, sia pure indirettamente, che il Consiglio
Comunale di Pistoia non conta una minchia, il primo cittadino nasconde
logicamente agli elettori pistoiesi l’unica vera verità: che cioè, perché il
Consiglio potesse pesare di più nelle scelte, lui e solo lui – il logico illuminato, il numero uno del potere, il
primus… non inter pares, ma inter se – dovrebbe fare non uno ma decine di passi indietro e smettere
di decidere come un organo monocratico assoluto, dando spazio e potere
democratico al suo esautorato Consiglio.
Cosa che lui, logicamente, non sembra
molto interessato a fare.
Vi sembra illogico questo mio
ragionamento…?
Edoardo Bianchini
|
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 8 settembre 2013 | 10:34 - © Quarrata/news]
caro Bianchini, il tuo ragionamento è logico, ma mi sorge un dubbio(anche se è un bravo bibliotecario): l'emulante, lo sa chi è Cacciari?
RispondiEliminamDB