QUARRATA. Ai suicidi nella ex città del mobile La Nazione dedica ampio spazio. Ed ecco cosa dichiara il sindaco:
Il sindaco. «Nascite in grande aumento»
Gori getta acqua sul fuoco
«Sono soltanto statistiche»
Il sindaco di Quarrata Sabrina Sergio Gori è anche medico, e meglio di altri può entrare nel merito delle ragioni che hanno portato ad una simile concentrazione di suicidi nella città del mobile.
«Da un paio di anni – premette Sergio Gori – Quarrata è la città con il maggiore numero di nascite, numeri che hanno una logica considerato la continua crescita della popolazione. Al contrario, i sette suicidi negli ultimi mesi non possono fare statistica, visto che certi fatti accadono a Quarrata come in altri parti del mondo. A Quarrata nessuno muore di fame. Sono presenti tanti extracomunitari e i suicidi hanno riguardato loro in tre occasioni. Ma non si è mai registrato un atto di razzismo, c’è una buona integrazione nella nostra comunità. Io stessa ho adottato due figli di un altro Continente, posso parlare anche come madre». Tutto bene, allora? Non proprio. «È certo – risponde Sergio Gori – che coloro che compiono un gesto come il suicidio, vivono momenti di solitudine, depressione, in alcuni casi perché colpiti da gravi malattie, in altri ancora da disagi familiari, ai quali contribuisce anche una cattiva situazione economica che ha colpito molte persone. Intendo sottolineare – continua il sindaco – che è tanta la sofferenza anche di un genitore anziano nel vedere un figlio che si è fatto una famiglia e si trova disoccupato o lavora ad ore contate. Da considerare anche che la famiglia oggi non è radicata come in passato: è invece sottoposta ad un graduale deterioramento che crea davvero tanti malesseri, in particolare fra gli anziani».
Se da un lato, come afferma il cronista, Sergio Gori, perché medico, meglio di altri può entrare nel merito delle ragioni che hanno portato ad una simile concentrazione di suicidi, dall’altro il suo intervento si caratterizza, sin da sùbito, con una serie di sconcertanti ovvietà, e in piena contraddizione fra loro.
Infatti il sindaco, dopo una falsa partenza rappresentata dall’esaltazione delle nascite – che non c’entrano a nulla con i suicidi –, ritiene che esse abbiano una logica, mentre, al contrario, i sette suicidi negli ultimi mesi non possono fare statistica, visto che certi fatti accadono a Quarrata come in altri parti del mondo.
A questo proposito vorremmo ricordare al sindaco – e alla sua ineccepibile logica scientifica di medico – che anche le nascite avvengono in altre parti del mondo: per cui, dal suo punto di vista, non dovrebbero, come si dice, far testo.
Fra l’altro è il caso di ricordarle – se lo avesse dimenticato – che maggiore è l’incremento demografico nelle aree più problematiche, sia sotto il profilo economico che sotto quello culturale: sicché l’exploit quarratino, su cui Sergio Gori punta sempre e comunque, potrebbe essere letto anche in tutt’altra direzione, cioè come un indicatore di area a forte problematicità socio-economico-culturale.
Fatto è che Quarrata sta vivendo il suo momento di declino in picchiata.
Un declino a cui anche lei, il sindaco, ha dato un massiccio colpevole contributo in questo quasi decennio di dubbia amministrazione: e non è il caso di ammetterlo, specie da parte sua.
Più comodo è ripetere, pappagallescamente, che Quarrata è un posto in cui si vive bene, come Sergio Gori ebbe a dire, compiaciuta e sorridente, dinanzi alle telecamere di una delle tv del Cavaliere qualche anno fa, dopo l’onda del trionfalismo innescata da un articolo di Repubblica con lo sbandierato appellativo di paese delle cicogne dato a Quarrata.
Ma non si può chiedere tutto a un sindaco. Non può capire tutto. Specie se non vuole ammettere i propri conclamati peccati.
Sergio Gori, pur medico, è evidentemente più portata per l’arte e le architetture: di Nannucci e di Buren…
e.b. blogger
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[Mercoledì 31 agosto 2011 – © Quarrata/news, 2011]