giovedì 5 luglio 2012

COMUNITÀ MONTANA E TESTE CHE CADONO, OVVERO LA SCOPERTA DELL’ACQUA CALDA

di Edoardo Bianchini

I politici non vedono mai niente e dormono nelle loro culline-Chicco, sotto ‘la casina delle api’ – La vicenda Copit-Del Santo-Lucarelli

SAN MARCELLO-PISTOIA. Stamattina i due giornali locali dedicano ampi servizi alla notizia di provvedimenti nei confronti di alcuni dirigenti della Comunità Montana.
La Nazione, in maniera esplicita, parla di «licenziamento con preavviso per due dirigenti della Comunità montana: Rosa Apolito e Roberto Fedeli».

Ci scusino i nostri lettori, ma – anche se non siamo mai stati grandi sostenitori di Oscar Luigi Scalfaro – ‘noi non ci stiamo’.
Non ne abbiamo fatto cenno, a questa – per così dire – svolta delle indagini, per un semplicissimo motivo: per il fatto che, se andiamo a rivedere il post Comunità Montana. Ma i politici, «se non ora, quando?» (vedi), ci accorgiamo che, quanto viene oggi fatto passare per il cosiddetto “uovo fresco di giornata”, noi lo avevamo già messo al fuoco l’11 maggio 2012, vale a dire quasi due mesi fa. E lo avevamo ben messo in luce attraverso un particolare significativo: la Apolito e il Fedeli avevano avuto, nel giro di poco tempo, sia gli incentivi del 2009 e del 2010, sia la revoca di tali incentivi medesimi.
Ora: non ci vuole davvero molta intelligenza giuridica per capire che, se a due dirigenti certi benefici vengono dati e revocati, ci deve essere qualcosa che proprio non quadra – e non dovrebbe esserci bisogno di una commissione di indagine disciplinare per capirlo.
Una scoperta dell’acqua calda, dunque, quella di stamattina.
Ma non volevamo dire solo questo: era nostra intenzione aggiungere altro.
Mentre qualcuno dei colleghi parla di probabile completo scoperchiamento del pentolone della Comunità Montana, noi siamo molto più prevenuti e scettici – e lo diciamo a chiare note – nei confronti di questa sorta di ottimismo liberatorio e rassicurante.
Per spiegarlo con una metafora, ma sufficientemente chiara anche agli analfabeti, nessuno, neppure nel Botswana o nel Burundi (senza offesa) potrebbe credere che, quando c’è un ladrocinio, i veri responsabili delle ruberie siano gli organi che hanno rubato: le manine sante dei ladri.
Siamo grandicelli e sappiamo bene tutti che i veri responsabili sono quegli esseri che, a quelle manine sante, sono casualmente attaccati, magari in virtù della ‘particella di Dio’ che da ieri sta gasando tutto l’universo e che è in grado di dare consistenza alla materia (lasciamo perdere di che tipo se parliamo di ladri…).
Dunque, noi che siamo un po’ duri e davvero poco intelligenti, torniamo al punto di partenza del nostro post di due mesi fa: Ma i politici, «se non ora, quando?», dato che dovrebbero essere loro comunque in qualche modo connessi alle manine sante di cui sopra.
A questo punto ci sarà qualcuno che salta sulla sedia e ci manda accidenti e anatemi. E non ci meravigliamo affatto: perché in questa provincia i politici sono tutti santi, casti, puri come fiorellini di serra.
Ne volete un esempio? Pensate alla vicenda Copit-Del Santo.
L’unico responsabile della falsazione del protocollo del Comune di Pistoia è stato il capo-archivista Lucarelli che agì in combutta con Del Santo stesso.
Politici e dirigenti del Comune dormivano tutti nelle loro culline-Chicco, sotto la casina delle api, con il ciuccio in bocca e il sonaglino in mano, quando Lucarelli taroccava gli atti.
Ma via! Ma chi si vuole prendere per il culo?

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 5 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]

1 commento:

  1. Caro Direttore,
    ti riporto una solenne e autorevole citazione dell'ex.presidente della CC Zag- che tu hai già pubblicato e che, mai come in questo post, è adeguata al caso. Essa recita così:
    --------------------------------------
    Sono regimi corruttori delle coscienze “fino al midollo” quelli che trattano i fatti come opinioni e instaurano un relativismo nichilistico applicato non alle opinioni ma ai fatti, quelli in cui la verità è messa sullo stesso piano della menzogna, il giusto su quello dell’ingiusto, il bene su quello del male […] la menzogna intenzionale, cioè la frode […] dovrebbe essere considerata il peggior crimine contro la democrazia, peggiore anche dell’altro mezzo del dispotismo, la violenza, che almeno è manifesta.
    I mentitori dovrebbero considerarsi non già come abili, e quindi perfino ammirevoli e forse anche simpaticamente spregiudicati uomini politici, ma come corruttori della politica».
    G. Zagrebelsky

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