venerdì 20 luglio 2012

PORRETTA E «LE DONNE DEL SOUL»


di Luigi Scardigli

Del Porretta Soul Festival, e della sua 25esima edizione, che ieri sera ha consumato il prologo gratuito dedicato a Le donne del Soul, mi preme iniziare con lo spazio che l’organizzazione dell’evento artistico internazionale ha dato, con piacere solidarietà, agli operai della Saeco, la ditta di Gaggio Montano che pare se la stia passando maluccio.
Tra l’esibizione del primo dei tre gruppi in scaletta, le Soul Stirring Sound, e l’entrata in scena delle toscanissime Real Mother Funkers, sul palco del piccolo, ma calorosissimo anfiteatro bolognese, è infatti salita una delegazione operaia della ditta che pare sia in procinto di trasferire nell’Est europeo manovalanza e produzione, vizio questo che sembra aver contagiato buona parte del capitalismo occidentale.
Ma veniamo alla musica, al Soul, presentato, come di consueto, da Ricky Hutton, che continua ad essere lo stesso di sempre, quello che trent’anni fa portò, sui canali di Videomusic, il suo americano – o è un buon attore, o l’italiano gli è lingua ostica. Gli artisti, principalmente di colore, che animeranno la manifestazione giunta al suo quarto di secolo, arriveranno solo stasera e inonderanno il paese appenninico con la loro energia fino alla chiusura del sipario, in programma domenica.
Ieri sera infatti, Graziano Uliani, direttore artistico dell’evento, ha giustamente ritenuto opportuno fare un piccolo sforzo per spegnere le prime 25 candeline, allestendo una serata introduttiva gratuita, riservata agli emergenti e ipotecata dal gentil sesso: scelta migliore non avrebbe potuta farne. Soprattutto per il risultato ottenuto: anfiteatro pieno oltre ogni ragionevole perplessità e un’offerta musicale degna della migliore tradizione. Certo, le ragazze che si sono succedute nelle esibizioni hanno ancora tutte molta strada da fare, specialmente le rispettive cantanti, ma tutte hanno imboccato la direzione giusta e se all’entusiasmo euforico messo in comunione ieri continueranno ad affiancare studio folle e disumana umiltà, non è da escludere che tra qualche anno i loro nomi rappresenteranno il fiore all’occhiello di quale pregiata e sontuosa manifestazione, Porretta Soul Festival compresa.
L’onore della chiusura è stato affidato ad un esercito (34) di giovanissime australiane – la chitarrista ha appena 13 anni! – che hanno sottolineato la poliedricità del suol, un genere che si adatta, con incredibile naturalezza e armonia, alle esigenze del caso: spesso può bastare un voce, altre con la sola compagnia di una percussione; la presenza dell’Hammond pare inevitabile, come quella della chitarra e del basso, che sfinano e si involano verso il funky; i fiati sono la ciliegina sulla torta.
Con una città, Porretta, letteralmente e totalmente rapita dall’evento: ogni angolo parla del Festival; ogni esercizio commerciale espone un manifesto pubblicitario della manifestazione; su parecchie vetrine c’è un cuore argenteo, il numero 25 e due bandierine ai lati: la nostra tricolore e quella statunitense. Tutti i commercianti sono in visibilio e nonostante l’afflusso, abnorme, di visitatori, non in tenuta e con facce termali, potrebbe suggerire massima allerta, le forze dell’ordine impegnate a tenere la situazione sotto controllo passeggiano con le mani dietro la schiena.
Insomma, un altro mondo. E siamo appena 35 km più a nord di Pistoia!

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Foto di Luigi Scardigli.
[Venerdì 20 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]

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