di EDOARDO BIANCHINI
Alcune necessarie osservazioni e un’analisi
più accurata su una notizia diffusa domenica scorsa – Una telefonata dell’ex-Presidente Aias Nazionale Francesco
Lo Trovato
PISTOIA. Qualche giorno fa, a mo’ di sfottò, una gentile signora,
P.B., si fermò a parlare con il nostro Massimo Bianchi, il Loppa, e gli chiese:
«Ma perché il Bianchini sul blog non mette anche che il Presidente
dell’Aias, Lo Trovato, sta avendo guai con la giustizia..?».
Loppa me lo aveva riferito, ma, in
tutta franchezza, non ne sapevo niente ed è per questo che non ne avevo ancora scritto,
perché – ed è bene che sia chiaro –, contrariamente a quanto pensano certi
pistoiesi doc, non ho interessi altri, in questa città che a mio giudizio è la
più discutibile della terra sotto ogni profilo, se non quelli di svolgere un
onesto quanto inflessibile mestiere dell’informazione: per la quale non ho da
sostenere né Bardelli, né l’Apr, né altri – a cominciare dall’Aias Nazionale e
dal resto che volete voi.
Successivamente – cioè a dire domenica
20 ottobre – ecco che il Tirreno pubblica la nota che segue:
Guai giudiziari
per Lo Trovato
presidente Aias
PISTOIA. Sei avvisi di garanzia notificati ad altrettanti
indagati, per l’accusa di concussione in concorso. L’inchiesta, giunta alla
sua fase conclusiva, è quella relativa alla sezione Aias di Barcellona, e
coinvolge politici ed ex dirigenti nazionali e regionali dell’Associazione
italiana assistenza spastici.
Tra i sei destinatari degli avvisi
anche Francesco Lo Trovato, ex presidente nazionale Aias. In molti a Pistoia
ricordano il nome di Lo Trovato: l’ex presidente Aias è stato l’acerrimo
nemico che ha portato l’Aias locale a staccarsi dalla “casa madre” nazionale
e a costituire l’Associazione pistoiese per la riabilitazione, sempre
presieduta da Luigi Bardelli, che accusò Lo Trovato di voler fagocitare la
sezione pistoiese.
Tre anni fa, Lo Trovato aveva deciso
il commissariamento dell’Aias di Pistoia per presunte anomalie nella gestione
dell’attività. Commissario fu nominato Giulio Francesco Bagnale, che ingaggiò
un confronto aspro con Bardelli, espulso insieme ad altri 14 membri del
consiglio direttivo, prima delle due assemblee (mai riconosciute dall’Aias
nazionale) che decretarono la nascita dell’Apr con il sostegno della
maggioranza dei soci.
Alla base delle accuse contro gli
indagati vi sono le dichiarazioni rese dall’ex presidente della sezione
barcellonese Luigi La Rosa. Nell’ampio quadro accusatorio l’esborso di 20mila
euro durante le elezioni provinciali del 2003 come “contributo elettorale”,
attraverso i fondi dell’associazione.
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E Reportpistoia, di Alberto
Vivarelli, pubblica questo
post:
Caso Aias, sei indagati c’è anche
Francesco Lo Trovato
BARCELLONA - Alla fine tutto torna. Sei avvisi di garanzia
notificati ad altrettanti indagati, per l’accusa di concussione in concorso.
L’inchiesta, giunta alla sua fase
conclusiva è quella relativa alla sezione Aias di Barcellona, e coinvolge
politici ed ex dirigenti nazionali e regionali dell’associazione italiana
assistenza spastici. I sei avvisi di garanzia sono stati notificati a
Sebastiano Sanzarello, ex deputato regionale dal 96 al 2001, già assessore
regionale alla sanità nonché europarlamentare, Natale D’Amico, assessore
provinciale di Messina fino al 2005 e referente politico di Sanzarello a
Barcellona, Francesco Lo Trovato, ex presidente nazionale Aias, Giuseppe
Grasso, ex commissario della sezione di Milazzo e revisore dei conti, Sergio
Lo Trovato, che assunse nelle vesti di commissario la gestione della sezione
di Barcellona ed il presidente del consorzio Coresi, Giovanni Di Quattro. A
Pistoia molti ricordano Francesco Lo Trovato: fu il deus ex machina, aiutato
da qualche pistoiese, dell’affaire Aias di Pistoia in seguito al quale nacque
l’Apr. L’inchiesta, condotta dal Pubblico ministero Francesco Massara e dal
Procuratore Salvatore De Luca, ha fatto emergere un ampio disegno criminoso
perpetrato attraverso abusi d’ufficio, minacce ed offese, volto ad ostacolare
il funzionamento dell’Aias di Barcellona, il perfezionamento ed i rinnovi
dell’autorizzazione dell’Asl di Messina per prestazione a soggetti portatori
di handicap, la convenzione tra l’Aias e l’Asl e l’emanazione dei
provvedimenti dell’assessorato regionale alla sanità e della Asl di Messina
che avrebbero dovuto stabilire le prestazioni massime giornaliere
rimborsabili. Alla base delle accuse contro gli indagati vi sono le
dichiarazioni rese dall’ex presidente della sezione Barcellonese Luigi La
Rosa, che ha denunciato le pressioni subite ai suoi danni ed a quelli del
vicepresidente Sebastiano Messina, e di Pietro Arnò, poi deceduto, già
direttore amministrativo dell’associazione. Nell’ampio quadro accusatorio s’inseriscono
quindi numerosi episodio denunciati da La Rosa, come ad esempio, l’esborso di
20 mila euro durante le elezioni provinciali del 2003 quale “contributo
elettorale”, attraverso i fondi dell’associazione, a favore di D’Amico. Un
altro caso particolare, riguarderebbe, invece, la firma, sotto minaccia, da
parte del presidente dell’Aias di un contratto di fornitura del servizio “4handy”,
erogato dalla ditta facente capo a Lo Trovato, per un canone annuo di 21
milioni di lire mentre era già in possesso di un’erogazione analoga del costo
di 2 milioni.
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Come può vedere la gentile Signora
P.B., il Bianchini non ha problemi a dire e a raccontare quel che accade nel
mondo e che abbia, almeno in qualche modo, relazione con le mirabili cose
della “città del silenzio” (o di tutti, come dice il Sindaco Bertinelli):
è solo che, prima di avventurarsi un po’ alla cieca, come spesso fanno i
pistoiesi, il Bianchini ci pensa un po’ di più e, se può, approfondisce e scava.
Vediamo, dunque, di fare una analisi
filologica (ognuno ha le sue fisime) dei due brani dati in pasto ai lettori di
Pistoia domenica 20 ottobre.
Il Tirreno. Il quotidiano locale, nella prima parte, racconta
correttamente i fatti: almeno fino a quando scrive Lo Trovato, ex presidente
nazionale Aias. Poi il giornale aggiunge: «l’ex
presidente Aias è stato l’acerrimo nemico (di chi, però? E perché? E come? – n.d.r.)
che ha portato l’Aias locale a staccarsi dalla “casa madre” nazionale e a
costituire l’Associazione pistoiese per la riabilitazione, sempre presieduta da
Luigi Bardelli, che accusò Lo Trovato di voler fagocitare la sezione pistoiese».
E quando si asserisce che Lo trovato ha portato l’Aias locale
a staccarsi dalla “casa madre”, a quel punto siamo assolutamente fuori del
solco della verità storica dei fatti: forse non sarebbe stato male richiamare,
alla mente dei lettori pistoiesi, che Lo Trovato aveva, sì, commissariato l’Aias
di Bardelli, ma con Berti (allora Sindaco di Pistoia), Fratoni (Presidente
della Provincia) e il Vescovo Mansueto Bianchi, aveva anche stilato un accordo –
peraltro
pubblicato integralmente su questo blog – con cui, se Bardelli la
avesse piantata con le sue cause contro l’Aias Nazionale e avesse rifatto un’assemblea
dei soci a modino, il commissario Bagnale se ne sarebbe andato da
Pistoia e Bardelli se ne sarebbe potuto tornare a mettere il proprio sederino
sulla poltroncina di Presidente (inossidabile: lo fa da mezzo secolo!) di Aias.
Persino Renzo Bardelli, ex- Sindaco e cugino di Luigi Egidio, aveva pubblicato una
famosa lettera con cui gli diceva di farsi una buona volta da parte: o
si vuole scordare?
Fu, dunque, Lo Trovato a costringere
Bardelli, o fu, invece, Bardelli a fare il gesto di Maradona a Berti, Fratoni,
Lo Trovato e il Vescovo Bianchi? Credo – anzi ne sono certo – che sia questa la
realtà storica da delineare anche per non trarre, con troppa facilità, in
inganno, la labile memoria dei lettori pistoiesi a volte fin troppo inclini al
lasciar perdere e correre…
E se Bardelli decise di fare di testa
sua – come del resto ha sempre fatto e sta ancora facendo con l’ordinanza
del tribunale di Roma – e di dare vita all’Apr, è stato forse spinto da
Lo Trovato o, more luigiegidiano solito, è andato avanti a testa bassa
perché lui si è sempre sentito… sulla
via di Damasco?
Il Tirreno conclude, in maniera
appropriata, scrivendo: «Alla base delle accuse contro gli indagati vi sono le
dichiarazioni rese dall’ex presidente della sezione barcellonese Luigi La Rosa.
Nell’ampio quadro accusatorio l’esborso di 20mila euro durante le elezioni
provinciali del 2003 come “contributo elettorale”, attraverso i fondi dell’associazione».
Lo Trovato è, dunque, destinatario di
un avviso di garanzia, né più né meno di migliaia di persone ogni giorno. Nomi
eccellenti? Enzo Tortora, per esempio; o Giulio Andreotti. Ma anche Vittorio
Sgarbi, se non sbaglio.
Possono bastare, questi due personaggi
illustri, per far capire che l’avviso di garanzia non significa assolutamente
nulla finché non si arriva a condanna e a condanna definitiva? O,
cristianamente parlando, il fatto di essere indagato è già, di per sé,
prova certa di assoluta colpevolezza?
Questa è una domanda da porre in
primis alla gentile signora P.B. e agli altri focati sostenitori dell’Apr/Bardelli.
Ma andiamo avanti.
Reportpistoia. Il quotidiano-web di Alberto Vivarelli, la fa – a mio
modesto parere – ancor peggio.
E la fa pessima – direi – con quell’attacco
(Alla fine tutto torna) che è, in buona sostanza, la dichiarazione
assoluta della colpevolezza di Francesco Lo Trovato.
Onestamente, se fossi Lo Trovato, mi
incazzerei alquanto: alla fine tutto torna cosa? La considerazione che
un avviso di garanzia è, ipso facto, una condanna per mafia?
L’uso di quella frase, all’inizio – una
frase così asseverativa e d’effetto – è senz’altro un esempio certo di come non
si deve fare informazione, perché il contenuto stesso della frase è, nella
sua certezza poggiante su nulla, un vero e proprio insulto all’informazione e
alla corretta informazione dovuta al lettore.
I pistoiesi, con un attacco così, non
possono che concludere come la gentile Signora P.B.: «Hai visto, eh…? Anche lui, eh…? Ce li aveva i suoi
scheletrini nell’armadio, eh…?».
Mi sembra di sentirle, tutte le vocine
degli ammiccanti malignatori della Sala e di via degli Orafi.
Poi Reportpistoia ripete
direttamente, copincollando, un periodo del Tirreno senza virgolettarlo
neppure (L’inchiesta, giunta alla sua fase conclusiva è quella relativa alla
sezione Aias di Barcellona, e coinvolge politici ed ex dirigenti nazionali e
regionali dell’associazione italiana assistenza spastici) e approfondisce
con altri particolari, definendo Francesco Lo Trovato il deus ex machina,
aiutato da qualche pistoiese, dell’affaire Aias di Pistoia in seguito al quale
nacque l’Apr.
Posate però l’occhio su un inciso
fondamentale, quell’espressione aiutato da qualche pistoiese, che non
può che insinuare chissà quali percorsi sotterranei malevoli contro un’Aias/Bardelli
(ora Apr/Bardelli) che, ad oggi, però, brucia quattrini pubblici, come l’altoforno
di Piombino, senza averne legittimazione (rivedetevi
la storia dell’ordinanza del Tribunale di Roma): evidentemente Reportpistoia
si è scordato che fu proprio il suo Direttore, Alberto Vivarelli, a scrivere,
al momento dello scoppio della guerra, che Bardelli era uno e trino, facendo –
giustamente – notare alla gente che Luigi Egidio rappresentava troppe parti in commedia:
Presidente dell’Aias, ma anche padrone e patron di Tvl, direttore responsabile
della stessa testata televisiva locale e, per giunta, commentatore televisivo
alla Cicero pro domo sua, cioè curatore in prima persona dei propri
interessi dall’una e dall’altra parte (alla faccia del Berlusca!) come in
séguito lo
ha sanzionato l’Ordine dei Giovanilisti della Toscana.
Una più oculata prudenza da parte di Reportpistoia
mi sdarebbe sembrata necessaria e doverosa – ma evidentemente il suo direttore
ha mutato atteggiamento nei confronti di Luigi Bardelli.
Francesco Lo Trovato. Alla gentile Signora P.B. –
ma anche a tutti i lettori di Pistoia e di questo blog – ho il piacere di fare
presente che lunedì 21 ottobre, alle 10:49 – e come sapete i cellulari non
scappano – ho avuto un colloquio personale telefonico con Francesco Lo
Trovato in persona.
Come ho fatto?
Faccio il giornalista e lo faccio da 46
anni e, quindi, come ho potuto farlo io, avrebbero potuto (e forse dovuto)
farlo anche i colleghi del Tirreno e di Reportpistoia.
Francesco Lo Trovato, 81 anni, ex
Presidente Aias nazionale e attualmente Presidente d’onore nominato durante la
convention di Asiago di questa estate, ha risposto con grande serenità sull’avviso
di garanzia da cui è stato raggiunto. Ha detto di essere certo che, con i
documenti di cui è in possesso, non sarà difficile uscire da questo acquitrino,
e ha aggiunto anche due o tre cose sugli altri personaggi di questa rappresentazione.
Su Luigi La Rosa, Lo Trovato ha sottolineato
che si tratterebbe di persona pregiudicata e già condannata che, fra l’altro,
risulterebbe documentalmente avere lasciato un buco di 5 milioni di euro all’Inps
per oneri sociali non versati dal 2005 per la sede Aias di Barcellona (ma
questo non successe anche a Bardelli negli anni 90?): un debito le l’Aias di
Barcellona sta pesantemente e faticosamente pagando in forma rateizzata all’Istituto
Nazionale della Previdenza Sociale. Quando, fra l’altro, La Rosa fu sollevato
dalla presidenza dell’Aias di Barcellona, oltre a questi 5 milioni di euro
dovuti all’Inps, sembra che non avesse pagato gli stipendi ai dipendenti da
oltre 10 mesi (e a Pistoia, comunque, come vanno gli accantonamenti per il Tfr
dell’Apr/Bardelli?).
La Rosa – ha aggiunto Lo Trovato –
collaborava con Pietro Arnò e Sebastiano Messina: mentre Arnò, nel frattempo, è
morto, Messina fu estromesso dall’Aias di Barcellona con una liquidazione (così
ha detto Lo Trovato) di ben 300mila euro: una sorta, insomma, di vincita alla
lotteria.
Da qui a dire che Alla fine tutto
torna credo che di strada ce ne sia: almeno quanta ce n’è da Barcellona a
Pistoia.
È, invece, interessante, riconsiderare
tutta questa vicenda anche alla luce del post Aias.
Un 1° di aprile ma senza pesce con tutti i documenti annessi e connessi
(alcuni dei quali sono ripresentati in questo post che state leggendo) e da cui
si capisce – dato che niente è stato mai smentito da Luigi Egidio Bardelli –
che tutte le storie di trasferimento di milioni dall’allora Aias all’emittente
Tvl (cioè da Bardelli a Bardelli, seppur sotto mutata specie) sono certamente
vere, anche se non più penalmente rilevanti – il che non toglie un severo
giudizio morale sulle operazioni effettuate dal padrone-patron di Tvl.
Come vedete – gentili lettori e cara
Signora P.B. – c’è modo e modo di informare: c’è chi preferisce dire a ruota
più o meno libera, e c’è chi, come questo blog, mentre dice allega documenti certi
e non smentibili (che nessun giornale, all’epoca volle pubblicare: aprile 2011)
e dimostra le sue tesi con i fatti, senza illazioni e senza fantasie.
E solo così, forse, Alla fine tutto
torna!
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Mercoledì 23 ottobre 2013 | 13:12 - © Quarrata/news]
In effetti quel "alla fine tutto torna" posto in apertura del pezzo non meriterebbe certo il Pulitzer, prestigioso premio statunitense assegnato ai giornalisti più o meno d'inchiesta.
RispondiEliminaFar discendere da un semplice avviso di garanzia la sostanziale colpevolezza di Lo Trovato (che magari sarà pure il più bieco personaggio nella storia d'Italia, ma lasciamolo dire alla Magistratura ...) è un giochino fin troppo strumentale e che non contribuisce ad aumentare, nei lettori, la fiducia verso i giornalisti.
Si capisce solo che chi ha scritto così (e che sugli intrecci Aias/Apr/Tvl
non ha molto voglia di scavare) ha voluto utilizzare la notizia degli avvisi di garanzia in funzione pro-Bardelli.
In effetti è singolare: siano informati sui rapporti siciliani fra Sanzarello Sebastiano, Lo Trovato Francesco, Grasso Giuseppe (sui quali rapporti giudicherà la Magistratura e se la Magistratura troverà prove di reati farà ovviamente bene a condannare i colpevoli, compreso il Lo Trovato), ma su vicende a noi più vicine (non solo Apr ma anche Intoccabili o Comunità Montana o comportamenti di alcuni Comuni montani) davvero in pochi, fra gli organi di informazione pistoiesi, si prendono la briga di tenerci informati.
Mah ...
Bianchini unico Giornalista di questa citta'
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