NON CI SONO dubbi: il nostro clima si sta tropicalizzando.
L’ultima tangibile e devastante
dimostrazione, ultima, ma solo in ordine di tempo, ahinoi, la si è avuta
domenica notte, quando sulla nostra città si è abbattuto un vero e proprio
tornado, una bomba d’acqua, come dicono
gli esperti.
In poco più di tre ore, sulla nostra
provincia, è caduta tanta di quell’acqua quanto abitualmente se ne sarebbe
rovesciata in una settimana di pioggia battente.
La Brana è straripata, portando acqua,
melma e merda in tutto il quartiere di Porta San Marco, un piccolo tsunami che è stato ulteriormente
favorito e reso ancor più tagico da un sistema fognario sgangherato.
Visto e considerato che non è affatto
una bazzecola, ma una realtà di fatto, faremmo meglio, d’ora in avanti, a
(ri)metterci a ripulire i letti dei fiumi, a ristrutturare con maggior
frequenza e energia gli scarichi cittadini, cercando, contemporaneamente, di
ridurre al minimo gli scarti che occludono e intasano.
E fino ad allora, evitare di chiedere
ai cittadini di continuare a pagare le tasse dei vari consorzi ambientali.
Che non fanno un tubo.
f. & s.
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Foto Massimo Bianchi – Loppa.
[Mercoledì 23
ottobre 2013 | 20:23 - © Quarrata/news]
Giusto! Sarebbe inoltre interessante conoscere dall'osservatorio meteorologico quanta pioggia è effettivamente caduta ed in quanto tempo.
RispondiEliminaE' ovvio che è piovuto molto, ma non credo che si sia arrivati ai livelli dell'alluvione di Firenze (circa 200 mm di pioggia nelle 24 ore e su una enorme estensione di territorio), nè tantomeno a livello di alcune bombe d'acqua che ogni tanto cadono su Genova e la Liguria di Levante fino alla zona di Massa.
Ed allora, una parte della spiegazione di ciò che è accaduto a Pistoia, ma anche altrove, si trova, con estrema evidenza, nello stato di totale trascuratezza della pulizia dei tombini, ad es, così come nei materiali che ostruiscono spesso i corsi d'acqua minori, così come nella cementificazione di aree che non dovrebbero esserlo ed impediscono all'acqua di essere assorbita dal terreno, ecc.
E tutto questo, ancora una volta, non può non richiamare chiare responsabilità politiche ed organizzative, anche di signori che invece di sciacquarsi la bocca con megaprogetti e megadiscorsi, dovrebbero stare un po' più con i piedi per terra e pensare a gestire bene, e davvero, l'ordinario.
Piero Giovannelli