di Marco Buselli [*]
«Bisogna stare molto attenti e valutare bene le spinte che
vengono profuse da più parti per incentivare le fusioni tra piccoli Comuni»
CI SIAMO ACCORTI che l’Asl fa politica? Ci siamo accorti che un’azienda con
personalità giuridica pubblica, finanziata dalla fiscalità generale, sostenuta dai
ticket sanitari e dai vari “costo ricette” o “costo impegnative”, “contributo
digitalizzazione” e altro, può mettere in atto azioni concrete che
trasferiscono servizi e occupazione aggirando la volontà popolare? Arrivando a
rappresentare oltre i tre quarti dei costi della Regione?
Ci siamo accorti che dipendenti che
lavorano sul territorio, a contatto con le famiglie, possono venire trasferiti a
servizi interni senza alcuna motivazione logica di servizio?
Ci siamo accorti che l’Asl, con i suoi
investimenti o trasferimenti di servizi sanitari, può privilegiare certi
territori a discapito di altri?
Ci siamo accorti che certe persone
possono fare ottime carriere?
L’Asl è una azienda i cui numerosi
dirigenti sono nominati dalla politica regionale e di conseguenza, talvolta,
possono essere delle vere e proprie macchine per la raccolta di consensi, la
distribuzione di privilegi e lo strumento per la crescita o la distruzione
economica di un territorio.
Ormai la totalità dei cittadini
italiani sa, anche per effetto dell’informazione di stampa e televisione
nazionali, che questa è una realtà ben consolidata e diffusa. Ha capito anche
che le scelte elettorali di livello nazionale non possono più servire ad un
cambiamento radicale, ma anzi con il passare degli anni invano, consolidano
questa situazione.
L’unica arma a disposizione dei
cittadini è rimasta la legge per l’elezione dei Sindaci; questi se indipendenti
dalle logiche di partito, attraverso l’Associazione dei Comuni, possono pesare
sulle decisioni e arrivare a modificare gli assetti nei Consigli Regionali.
È dai Comuni, da quelli più piccoli,
che i cittadini possono riottenere la sovranità costituzionale.
È per questo che bisogna stare molto
attenti e valutare bene le spinte che vengono profuse da più parti per
incentivare le fusioni tra piccoli Comuni.
[*]
– Sindaco di Volterra
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[Sabato 26 ottobre 2013 | 18:30 - © Quarrata/news]
Caro Marco Buselli concordo appieno con la tua esposizione ma non mi fermerei alle ASL ma coglierei nel paniere tutte le partecipate ed Enti con dirigenti di espressione politica. Questo per chiarire che non è una politica prettamente riconducibile alla sola ASL quella di "controllare e gestire" e favorire chi più chi meno sul territorio.. Basta porsi una domanda successiva : ma se ai bandi di gara per le concessioni dei servizi concorrono solo le partecipate ed enti con espressione politica, non è altrettanto plausibile che ci siano degli inciuci sottobanco per favorire l'una o l'altra società a seconda di chi è al momento sul "seggiolone"?
RispondiEliminaUlteriore domanda: ma se in enti e partecipate ci sono espressioni politiche, al momento di concedere appunto le concessioni, non si crea un macroscopico CONFLITTO D'INTERESSI?
E dulcis in fondo : se questa è la consuetudine, come mai la magistratura non si accorge mai di niente?...
Mistero della fede.... O intenzionalità?
Se a pensar male si fa peccato come disse qualcuno......spesso ci si indovina!
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