Tragiche file al pronto soccorso di
Pistoia e disagi indicibili per la gente della Montagna – E l’assistenza sul
territorio che fine ha fatto?
PISTOIA. Alla luce delle ultime cronache circa il S. Jacopo, pongo
alcune riflessioni di interesse collettivo.
Nell’ultimo fine settimana il nuovo
Ospedale è tornato alla ribalta con due casi di nostre concittadine che si sono
trovare a dover passare non pochi disagi nei locali del Pronto Soccorso.
Il primo caso è di venerdì scorso e
riguarda una nostra concittadina che, accettata in P.S. alle ore 12.27, ne è
uscita alle 20.45 per ottenere una diagnosi a seguito di una caduta domestica.
Al di là del fatto che nelle ore
trascorse al P.S. la signora ha toccato il record di ben tre turni di lavoro, c’è
da dire, come da lei stessa affermato, che fino al turno delle venti non ha
ottenuto i controlli per i quali si era recata nella struttura sottintendendo
un disguido interno di comunicazione.
Per questo caso come già in altre
occasioni, c’è da aggiungere che non è imputabile ad una volontà o negligenza
del personale che come sempre svolge il proprio ruolo con attenzione e
dedizione, ma piuttosto al numero di forze in turno.
Anche personalmente ho potuto appurare
con quanta difficoltà riescono a gestire il flusso di persone che si presentano
per cure al P.S.: poco il personale per seguire i tanti pazienti con la giusta
forma e dignità.
Il P.S. non è come un reparto, il suo
ruolo di prima diagnosi e soccorso porta agli operatori una mole di lavoro
ragguardevole e la pressione è sempre alta: se possono succedere queste cose
dovute alla pressione, c’è da comprenderli ma trovare rimedio magari con altro
personale e qualche medico in turno e reperibile in più, forse sarebbe meglio.
Per il secondo caso invece mi riferisco
ad una signora novantenne di S. Marcello ma per questa storia vi consiglio di
leggere direttamente al link l’articolo postato in questo stesso blog da Marco
Ferrari: Miracoli
della sanità in montagna: si rompe il femore in casa ed è costretta a fare il
giro della provincia per finire a Pescia.
La storia di questa signora è un
problema di collegamento tra ospedale e territorio e di conseguenza la prima
domanda salta fuori: ma ricordo male o l’Asl aveva preso a
dipendenza/consulenza una Dottoressa di Firenze profumatamente ricompensata
proprio per seguire il progetto di raccordo Ospedale/territorio?
Seconda domanda figlia della prima: dov’è
ad oggi il raccordo con il territorio, visto l’accaduto?
La mancanza del tessuto non è per
questi due casi da imputare né agli operatori e medici del P.S. né ai servizi
di assistenza territoriale, ma di una semplice mancanza di organizzazione sulla
comunicazione, curabile con un po’ di buon senso e un po’ più di applicazione.
E che dire per l’Ospedale di S. Marcello?
Il Pacini non sarebbe stato meglio lasciarlo in funzione fino al momento di una
vera e congeniale organizzazione del territorio circa l’assistenza e a
posteriori valutarne l’effettiva necessità di chiusura dei reparti, per
altro già chiusi? Un Pronto Soccorso ortopedico c’è anche al Pacini ma in
stagione estiva è presente solo due giorni la settima (in inverno tutti i
giorni). Forse pensavano che le persone potessero aspettare quei due giorni per
farsi male?
Un’ultima riflessione la pongo tornando
al nostro Ospedale di Pistoia che lunedì scorso ha dato mostra delle sue pecche
in occasione della, ormai da considerarsi normalissima, pioggia torrenziale.
Scantinati allagati e idrovore in
funzione a go-go per ore e ore; alcune sale operatorie chiuse e interventi di
conseguenza rinviati. Ma guarda, mi sembra proprio di ricordare che a inizio
settembre queste possibili situazioni (ed altre) erano state segnalate in
Consiglio Comunale proprio da me e Del Bino con il sostegno e la condivisione
di tutto il gruppo del M5S di Pistoia con il quale abbiamo presentato esposto
in Procura ai tempi.
Voglio sottolineare che l’intenzione
non è quella di dare addosso a prescindere all’Ospedale, ma di cercare di
stimolare chi di competenza nel controllare e giustificare i disservizi
rilevati in modo da dare garanzie di qualità per chi si trova a doverne fruire
i servizi in futuro.
Qualcuno dirà «ma questa è l’Italia». No
signori e signore, sulla salute non possiamo permetterci di banalizzare. C’è
chi più chi meno ai tempi ha negato o sminuito i problemi segnalati: questi
sono i primi risultati, se ne assumano le responsabilità con un piccolo bagno
di umiltà.
La nostra soglia di attenzione è e sarà
molto alta nel seguire l’intento del bene comune come cittadini e, soprattutto,
come portavoce della collettività.
[*]
– Capogruppo 5 Stelle Comune di Pistoia
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 29 ottobre 2013 | 07:43 - © Quarrata/news]
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