di Giacomo Del Bino [*]
Mentre il Comune sta istruendo la
pratica relativa alla variante numero 5 al Regolamento Urbanistico – «Circa il metodo, siamo più critici già da adesso»
PISTOIA. In questi giorni, in Commissione urbanistica del Comune di
Pistoia si sta istruendo la pratica relativa alla variante numero 5 al
Regolamento Urbanistico, grazie alla quale sarà resa possibile la
predisposizione di un centro di raccolta rifiuti e cantiere operativo in zona
Seiarcole, vicino al centro commerciale Panorama ed a quartieri residenziali di
recente costruzione.
Premetto che il M5S ha nel suo DNA la
volontà di ampliare al massimo grado la raccolta differenziata, coerentemente
con la certezza che i rifiuti non siano in realtà da considerarsi tali, bensì
spesso materie prime da riutilizzare. Di conseguenza, nemmeno per un attimo
critichiamo l’idea di fondo che sottende al progetto in questione.
Detto questo, solleviamo seri dubbi,
invece, circa la scelta del sito ove allestire il cantiere, anche in ragione
della nostra netta contrarietà a nuova cementificazione, soprattutto su terreni
ancora vergini e se portata a compimento senza prima aver analizzato a fondo
tutte le possibilità. Dubbi nel merito e sul metodo.
Quanto al merito, ci riserviamo di
esprimere la nostra posizione definitiva dopo aver perfettamente studiato le
carte – che non è cosa da poco –, ma già da adesso facciamo alcune
considerazioni preliminari:
-
riteniamo
che l’individuazione del sito sia seguita ad un analisi frettolosa e poco
approfondita della totalità degli spazi a disposizione. Infatti, solo cinque
altri luoghi possibili sul territorio sono stati presi in considerazione ed i
parametri scelti per i confronti sono stati, a nostro avviso, pochi e
scarsamente significativi per come sono stati definiti. Per fare solo un
esempio, nell’analizzare la distanza dagli edifici dalle proprietà papabili non
si è considerata una distanza minima, ma solo la differenza tra le distanze (x
è più vicino di y);
-
crediamo
che sarebbe dovuto uno sforzo maggiore e condiviso per individuare un’area già
compromessa, possibilmente all’interno della zona industriale di S. Agostino.
Per esempio, non abbiamo ancora capito il motivo per cui non viene utilizzata l’area
dei “Cantieri comunali”, nella quale già c’è una costruzione utilizzata da
Publiambiente;
-
pensiamo
sia da valutare ulteriormente l’ipotesi di una (parziale) riconversione dell’area
del Dano, scartata per motivi legati a tempi e costi della necessaria bonifica.
Circa il metodo, siamo più critici già
da adesso.
Tanto in campagna elettorale quanto
successivamente, il Sindaco ha sbandierato a più riprese la volontà di
ricorrere in maniera coerente e completa agli istituti di partecipazione
popolare, ivi compresi i percorsi di condivisione con i cittadini sulle scelte
importanti per il nostro territorio. Nei fatti, in questo caso non c’è stata
alcuna condivisione ed alcun percorso partecipativo, ma i cittadini sono stati
meramente informati su decisioni già prese.
Alcuni giovedì fa ho assistito ad un’assemblea
pubblica, tenuta in locali del quartiere delle Fornaci, nella quale tecnici ed
assessori si sono affannati per spiegare il motivo di tale scelta ed
evidenziare i vantaggi previsti, non solo per tutta la comunità
(comprensibili), ma anche per i cittadini che vivono nelle immediate vicinanze
(molto dubbi). Non c’è stata la minima apertura al dialogo, non la richiesta di
esprimere pareri o ipotizzare soluzioni alternative. Tutto è già stato deciso.
Particolarmente sgradevole ed infelice è stata l’affermazione della dottoressa
Elisa Spilotros (dirigente del servizio assetto del territorio ed edilizia
privata), che pure personalmente stimo e ritengo persona seria e competente, la
quale ha affermato che i cittadini che dovessero opporsi alla sistemazione del
centro di raccolta rifiuti e cantiere operativo nel sito prescelto sarebbero
responsabili dell’aumento delle tariffe nelle bollette (nb: anche dei pistoiesi
che non vivono nella zona, dunque) causato da eventuali multe che l’Europa ci
infliggerebbe se non riuscissimo a raggiungere le percentuali di differenziata
richieste da qui a qualche anno. Questo non va bene. Non possiamo far ricadere
sui cittadini le colpe di un’amministrazione che per anni è stata inerte ed
incapace di risolvere i problemi, anche quelli più urgenti e fondamentali per
il territorio. E’ forse colpa dei cittadini delle Fornaci o delle Seiarcole se
l’amministrazione si è svegliata tardi e solo adesso decide di chiudere la
stalla? Non suona forse come un ricatto il colpevolizzare alcuni cittadini che
altro non vogliono che difendere il loro territorio da operazioni a loro avviso
sbagliate o, per lo meno, partecipare attivamente alle decisioni? L’impressione
che ho avuto è quella di tentare di mettere cittadini contro cittadini, per dividere
ed imperare. E’ solo un’impressione – sicuramente non sarà questa l’intenzione
dei nostri amministratori -, ma evidentemente non sono stato l’unico ad averla
avuta. Infatti, i partecipanti all’assemblea hanno reagito a questa uscita e –
più in generale – hanno palesato rabbia e delusione nei confronti di questa
modalità di lavoro.
Intendiamoci. Siamo in una democrazia
rappresentativa, per cui gli eletti hanno il diritto/dovere di fare delle
scelte e di operare per il bene comune. Che lo facciano in silenzio, allora,
come hanno sempre fatto senza l’ombra di alcuna vergogna, senza però utilizzare
la retorica della partecipazione, senza far credere ai cittadini di contare
qualcosa. Che lo dicano con chiarezza: “siamo stati eletti e facciamo quello
che riteniamo giusto”. Sarebbe legittimo, anche se antipatico.
Ma, per favore, smettiamo di prenderci
per i fondelli, perché non tutti sono fessi.
Mi permetto, infine, di ricordare l’appuntamento
di martedì 29 ottobre, ore 21,15 presso il circolo di Pontenuovo. Il M5S di
Pistoia organizza un’assemblea aperta ai cittadini sui problemi del territorio.
Senza dubbio affronteremo anche la questione in oggetto.
[*]
– Portavoce M5S Pistoia
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[Lunedì 28 ottobre 2013 | 17:25 - © Quarrata/news]
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