di LUIGI SCARDIGLI
I quattro candidati alle segreterie comunali e provinciali
del Pd ieri sera al Circolo di Bottegone
BOTTEGONE. Va di moda Matteo Renzi.
Non solo tra chi ne ha sempre condiviso
la linea e dunque la filosofia, ma anche tra chi sembrava non dovesse sposarne
il pensiero e dunque la strategia.
È stata questa l’impressione, ieri
sera, al Circolo di Bottegone, all’incontro pubblico consumatosi tra Marco
Niccolai e Alessandro Giovannelli da una parte, e Emanuele Logli e Massimo
Baldi dall’altra.
Del resto, non c’è assolutamente nulla
di straordinario, figuriamoci di patologico, se un candidato del Pd la pensa
all’incirca come un altro candidato dello stesso partito: sul territorio, sul
lavoro, sulla raccolta differenziata, su come gestire l’imminente abolizione
delle Province, l’uso dei circoli, la relazione con l’elettorato, sull’abolizione
al finanziamento pubblico ai partiti, sulla liberalizzazione delle imprese,
sulla indispensabilità di aprire il pubblico ai privati e infiltrare il
pubblico nel privato. Sulle primarie.
Ma in linea di principio, pensando a
tutti i sermoni ai quali si è assistito da quando facciamo questo mestiere, non
solo tra candidati dello stesso partito, ma anche tra leader di schieramenti
opposti, le chiacchiere degli uni e degli altri si sono sempre somigliate
parecchio. Risultati, però, zero… O quasi.
Questo per dire – senza scendere nei dettagli del dibattito al quale hanno
fatto da spettatori più o meno interessati e soprattutto più o meno attenti,
gli onorevoli Fanucci e Bini (renziani entrambi, all’inizio, poi no, poi ancora
sì, forse, come Marco Niccolai, che non ho ancora capito per chi corra),
Venturi, il segretario uscente Bruni, Braccesi e una pletora di speranzosi (?) – questo per dire che è
giunto il tempo solo e soltanto dei fatti.
Misuriamo la gente per quello che fa,
non per quel che dice.
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Foto di Luigi Scardigli.
[Venerdì 18 ottobre 2013 | 09:28 - © Quarrata/news]
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