venerdì 25 ottobre 2013

PESTE & CORNA. IL PAPA CHE TELEFONA E I PRETI CHE NON RISPONDONO NEPPURE


di EDOARDO BIANCHINI

HO PUBBLICATO, nei giorni scorsi, due notizie particolari, confezionate dall’amico e collega Mauro Banchini.
Il responsabile dell’ufficio comunicazione della diocesi ci ha fatto sapere di come e quanto questo inaspettato (e inaspettabile) Francesco riesca, all’improvviso, a colpire la nostra attenzione e a meravigliarci. Forse perché non ci siamo abituati.
A onor del vero, però, e con i dovuti necessari distinguo, devo ricordare che anche un altro papa (per la verità impensabile), Pio XII, in epoche diverse e con modi diversi (dato che non aveva il telefono e twitter, come la Madonna non aveva un blog…), aveva il buon vizio di rispondere.

Il mio prete, don Giuliano Mazzei, guarda caso sampierano, priore di Lucciano, mi aveva fatto vedere che il Papa gli aveva risposto quando lui, negli anni immediatamente dopo la guerra, aveva scritto al pontefice chiedendogli un contributo (se non erro) di 600mila lire per costruire i locali del circolo della chiesa. Ma non giurerei sulle cifre.
In quei locali, quand’ero ragazzo e adolescente, ho visto decine di film della San Paolo a passo ridotto, la domenica, e anche la rappresentazione della passione di Cristo o altre opere da filodrammatica.
Pio XII rispose e mandò una parte della cifra: non rammento più se 200 o 300mila lire. E il circolo è ancora lì – anche se ormai inutilizzato.
Lo scrivo perché non se ne perda la memoria, ma anche per riflettere su altro.
Da una parte abbiamo pontefici che chiamano e/o rispondono a semplici curati di campagna, dall’altra abbiamo curati di campagna che, interpellati, chiamati, invitati a esprimersi, tirano via senza neppur fermarsi solo a pensare di rispondere. E vien da dire: alla faccia del buon Samaritano e dell’insegnamento di Cristo: dato che qui non si tratta di leggere il Vangelo a frasi (e mi rivolgo a don Paolo Tofani e al suo diacono o viceprete che dir si voglia), ma di richiamare certi doveri che il Vangelo enumera nella sua più pura e scarna semplicità cristiana.
Vedete com’è strana la lingua e l’espressione? Pensate alla famosa domanda del fisico che si chiede, provocatoriamente, «ma quando salgo in ascensore e pigio il bottone, è la cabina che sale o il palazzo che scende?».
Eppure la risposta è semplice anche per un bidello come me: dipende tutto dal sistema di riferimento. Se si prende a riferimento la terra, è la cabina che sale; se si prende a riferimento la cabina è il palazzo che scende.
Così Papa Francesco non ha capito bene in che modo deve parlare agli italiani, ai suoi uomini e ai suoi confratelli.
Perché per Papa Bergoglio andare controcorrente è implicitamente cercare la verità evangelica; mentre per altri andare controcorrente è evidentemente camminare contro l’insegnamento evangelico.
Si tratta solo di… terra, palazzi e cabine, non credete?

[Questo intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]

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[Venerdì 25 ottobre 2013 | 12:38 - © Quarrata/news]

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