martedì 29 ottobre 2013

DIFFIDARE DAGLI INNOVATORI: RENZI ULTIMO EREDE DEL TRASFORMISMO DELLA SINISTRA ITALIANA


«Neo-populismo al servizio del capitale, corredato da un rampantismo generazionale condito da furbizia democristiana» – «Una sinistra che non cambia è destra. Ma una sinistra che si trasforma in destra non è più sinistra»

di Carlo Papi [*]

AGLIANA. Matteo Renzi, il rottamatore, l’innovatore, il paladino del cambiamento! È tutto oro quel che luccica?
Come è noto il prossimo 8 dicembre si svolgeranno le primarie per l’elezione del nuovo segretario del Partito Democratico.
In anteprima Matteo Renzi, rispetto agli altri candidati, Cuperlo, Pittella e Civati risulta sicuramente il favorito con previsioni di percentuali bulgare.

Anche in provincia di Pistoia numerosi dirigenti ed amministratori locali del Pd – sindaci, assessori, consiglieri comunali – si sono affrettati a salire sul carro del quasi certo vincitore.
Molti dirigenti del Pd ed amministratori locali che nelle primarie del dicembre 2012 avevano appoggiato la candidatura di Pier Luigi Bersani, ora, sostengono Renzi. Il Segretario Provinciale del Pd, Marco Niccolai; la parlamentare Pd Caterina Bini, etc. etc. Tanto per non far nomi!
Invito a diffidare dagli innovatori. Anche Berlusconi nel 1994 si presentò agli italiani come l’innovatore che prometteva rivoluzioni liberali, cambiamenti radicali rispetto alla politica della prima repubblica travolta da Tangentopoli. A distanza di quasi 20 anni dominati    dal berlusconismo, l’Italia è nella drammatica situazione attuale, in una crisi generale sotto il profilo politico, economico, sociale ed istituzionale.
Nei giorni scorsi si è tenuta a Firenze, presso la storica stazione Leopolda, la Convention dei renziani che somigliava più ad un raduno dei giovani di Confindustria anziché ad un social-forum.
La politica di Renzi è basata su due elementi fondamentali: il neoliberismo e la spettacolarizzazione della politica di indubbia impronta berlusconiana.
Renzi è contro le larghe intese perché come ha fatto Tony Blair in Inghilterra, le politiche di destra le propone e le vuole gestire direttamente.
Non a caso sul lavoro propone di estendere in Italia, come avviene in Germania, i “Mini Job”, cioè dei lavori pagati a 450 euro al mese, senza versamento di contributi.
Un ulteriore passo in avanti, sul fronte della precarietà aperta dalla Legge Biagi, per milioni di giovani.
Renzi ha affermato, tra gli applausi dei suoi fans, che una sinistra che non cambia è destra. Ma una sinistra che si trasforma in destra non è più sinistra. Renzi è l’ultimo erede del trasformismo della sinistra italiana.
Diventerà segretario del Pd in rappresentanza dei poteri forti a scapito dei lavoratori, dei precari e dei disoccupati.
La sfilata di industriali, di faccendieri alla Leopolda, dall’amministratore delegato di Luxottica al finanziere delle Caymans, rende, senza alcun dubbio, l’idea della natura reazionaria del renzismo: un neo-populismo al servizio del capitale, corredato da un rampantismo generazionale condito da furbizia democristiana.
Quello che desta serie preoccupazioni è che, nell’attuale società della comunicazione, il renzismo riesce a far presa anche sui cittadini che auspicano un cambiamento, da sinistra, della società.

[*] – Segretario del Circolo P.R.C.-Federazione della Sinistra di Agliana

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[Martedì 29 ottobre 2013 | 06:56 - © Quarrata/news]

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