di EDOARDO BIANCHINI
DAVVERO QUESTO PAESE è pieno di belle figlie. E, se posso permettermelo,
che palle – come dicono – a 360 gradi!
Il conformismo arriva all’insopportabile,
in questa cultura politicamente corretta e sostanzialmente vieta, rancida,
marcia: leggi saprofitica.
Ci deve essere per forza un buonismo
imposto con sorriso paternale da buon sovrano ancien régime o da
canonico con l’ermellino, che ti danno una pacca sulla spalla (ma poi anche un
calcio in culo, per non dire un siluro) e ti chiedono – fo l’esempio dei tribunali
della Repubblica – “ma ti penti?”.
Rendetevene conto: di tutto lo
storicismo che ha caratterizzato, anche parossisticamente, la cultura di
sinistra degli anni 70, che c’è entrata perfino dalle vene otturate dal colesterolo
perché certi compagni ce l’hanno endovenata (non indovinata: messa per
endovena), non è rimasto proprio nient’altro che una sugna di borghesia
raccapricciante, e alta tre dita, a iniziare proprio dalle file della sinistra.
Sarà stata solo colpa dei democristiani
che sono transitati in Pd e della solita, inavvicinabile Rosy Bindi? Non credo
proprio.
È più facile che, sotto tanto missionarismo
di sinistra, si nascondesse, da sempre, quel desiderio strano e inconfessabile della
vittima di assomigliare – fino a diventarlo – un carnefice.
Pensate, per un istante, all’oscena domanda
tribunalizia “ma lei si pente?”. E mettetevi a ridere.
I santi come Paolo o Agostino di Ippona
si pentono, quando prima ne combinano d’ogni genere e tipo, ma poi hanno la
fortuna di trovarsi… sulla via di Damasco.
Ma i poveracci come noi, il popolo
oppresso e senza carattere dell’Adelchi del Manzoni, potranno mai
santificarsi tout court, all’improvviso, solo perché finiscono dinanzi a
un giudice e con in testa quel che pensano dei giudici?
Ma Erich Priebke non s’è nemmeno
pentito…
Perché? Pensate che se avesse detto mi
pento si sarebbe redento in assoluto e/o avrebbe detto la verità…?
Bisogna essere citrulli oltre che politically
correct!
O quante belle figlie, Madama Dorè, allora.
Anche l’altra sera; quando a Piazzapulita
il collega Formigli, so casual so flawless, con le sue camicine a manichine
rovesciate – dopo averci fatto vedere qualche scena di violenza di piazza dei
giovani incazzati –, ha domandato a un ragazzo, con aria pretesca: «Ma credi che sia così che si deve rispondere ai problemi, o
è un modo secondo te sbagliato…?».
Voi cosa avreste risposto?
Ma Formigli, figlio d’arte, di
giornalismo e di ideologia, uomo – per così
dire – d’alto bordo, lo chiederebbe mai ai francesi di Rue
de Merde (è una dotta citazione, non una parolaccia!) che salgono sulle
barricate per l’assalto alla Bastiglia, o ai sanpietrobughesi della rivoluzione
d’ottobre?
O quante belle figlie, Madama Dorè…
E poerannói!
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Giovedì 24 ottobre 2013 | 12:44 - © Quarrata/news]
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