giovedì 31 gennaio 2013

‘CAVALIERI DELLA LUCE’ E APR/BARDELLI. MA ANCHE CHIARA AMIRANTE NON SEMBRAVA MOLTO ILLUMINATA…


di ALESSANDRO ROMITI

Pistoia, ovvero la città dei non-sapenti, dei non-vedenti, dei non-udenti, nella quale i non-legittimati ricevono, manovrano e spendono oltre mezzo milione di euro al mese anche se un Tribunale ha ordinato che non lo facciano – Don Pancaldo e il suo strano modo di leggere il Vangelo

PISTOIA. Chiara Amirante ha preso anche me con il suo indiscusso carisma.
Quando, ieri sera, a Palazzo di Giano, ha concluso il suo bell’intervento, ha fatto una citazione biblica che mi ha scosso: «Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca».

Ho avuto un sussulto e vedendo il direttore di Tvl placidamente seduto accanto alla Amirante, e non ho resistito: ho chiesto il microfono e ho posto la mia – apparentemente retorica – domanda scomoda: «Chiara, so che domani andrà in visita alla Apr, ma le hanno detto che entrerà in un luogo non legittimato perché fondato su due delibere assembleari che il Tribunale di Roma ha congelato nei loro effetti?» (vedi).

LA DISGRAZIA/FORTUNA
DI ESSERE VECCHI

Essere vecchi è una disgrazia/fortuna.
Io che lo sono, ho la disgrazia di conoscere da molti anni sia don Pancaldo (Zorro, perché da bimbo, per Carnevale, da Zorro lo vestivano i suoi) che il Sindaco Bertinelli.
Una disgrazia perché resto deluso dalle loro reazioni laico/religiose dinanzi alla verità oggettiva: uno, don Diego (così si chiamava, appunto, anche El Zorro, la Volpe: Don Diego De La Vega), si scandalizza per una domanda che riguarda la realtà effettuale delle cose (il Tribunale di Roma e la sua odiata ordinanza); e l’altro, Samuele, nonostante un triennio con me al liceo, non è stato capace di leggere un’ordinanza di appena 5 pagine e mezzo nel giro di qualche mese.
Una fortuna, però, essere vecchi, perché la gente, e quindi anche i nostri allievi che credono di aver fatto come Giotto che superò Cimabue, pur pensando di prenderci per il culo, non ci imbambolano affatto.
Bertinelli sembra riconoscere che l’argomento “ordinanza di Roma” è importante, ma se ne frega, non lo affronta e lo rimanda: lo farà in altro tempo (come la Repower, per finire col dire sì alla Cgil che lo tallona e lo incalza?).
Pancaldo rifugge dall’ordinanza romana come Satana dinanzi a Cristo nel deserto.
A me il Vangelo e la Filologia (ma anche il Socialismo) hanno insegnato che la verità esiste. A loro da una parte la Dottrina Sociale della Chiesa e dall’altra il Psi (Bertinelli ha tali radici) hanno insegnato a skappare (con la K come scrive San Francesco nella sua Lauda).
Preferisco – permettetemelo – essere vecchio, piuttosto che giovane come loro, ma coglione e credulone.
Dopo quello che ho visto e sentito, preferisco tornare a dire a Bertinelli che non ho stima di lui (ve lo ricordate cosa scrivevo in campagna elettorale?), e a Pancaldo – se è vero, e non ho ragioni per dubitarne, quello che scrive Romiti – che “a volte è meglio non farsi prete”, molto meglio piuttosto che comportarsi in un certo modo…
Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.
Amen.
Edoardo Bianchini
Vuoi parlare? Te lo impediscono

Elisabetta, la microfonista di sala, indispettita della mia usvita, mi ha ripreso il microfono spegnendolo e non so dire se la regìa ha lasciato l’audio alla platea o lo ha escluso. L’Amirante, ha glissato ed è passata ad altra domanda che, questa volta era certamente dedicata ad argomenti di maggiore profilo, diciamo meglio, di àmbito spirituale. Nessuno mi ha risposto, in perfetta linea di carità evangelica e dei rispetto del fratello.
Alla fine, ho atteso per proporre al Sindaco Bertinelli la medesima domanda e per così sincerarmi se avesse ben letto l’ordinanza del Tribunale di Roma del 20.12.2011 che nega vita all’Apr/Bardelli e che il blog gli ha spedito a tempo debito, alcuni mesi fa, come abbiamo anche scritto in qualche post.

Questo non è l’argomento della serata

Improvvisamente mi sono visto circondare dai body-guard del servizio d’ordine, che si sono raccolti e mi hanno costretto a retrocedere allontanandomi dal tavolo. Le mie proteste si sono spente nel clamore degli applausi e, finalmente è apparsa una collaboratrice di Chiara: «La prego di smetterla, non è l’argomento della serata. Qui si parla di altre cose, non può disturbare».
La signora mi ha chiesto la tessera di giornalista e, accertato che non ero un provocatore ma un informatore (ma forse della razza sgradita), ha fatto sùbito allentare la presa dal servizio d’ordine, rassicurandomi che avrei potuto rivolgere la parola al Sindaco non appena giunta la conclusione.
Pochi minuti e, dunque, eccomi da Samuele Bertinelli.
«Sindaco, lei non potrà mancare di rispondere alla domanda posta sull’incresciosa vicenda che vede Apr delegittimata e inesistente per decisione di un Tribunale della Repubblica… Ne è a conoscenza, vero?».
«Sono stanco dopo una lunga giornata di lavoro – questa la risposta –. Questo argomento è un tema molto rilevante e che richiede una migliore concentrazione... la prego... ».
«Ma, almeno – insisto –, mi dica se ha letto l’ordinanza».

«L’ho vista ma non l’ho letta»

«L’ho vista ma non l’ho letta».
E i cittadini i cui soldi finiscono, senza legittimazione, all’Apr che non esiste, loro non dovrebbero essere stanchi anche di un Sindaco che in un paio di mesi non ha saputo leggere un’ordinanza di 5 pagine e mezzo?
E Bertinelli, pur stanco, non ha abbandonato la sala: è rimasto per oltre mezz’ora a chiacchierare con don Diego Pancaldo, il sacerdote dell’Apr che non c’è.
Quest’ultimo, fra l’altro, mi ha avvicinato per esprimermi tutto il suo sdegno per la mia domanda: «A volte si fa meglio a stare zitti che fare gli scemi».
Parole sante, condivise anche dal Sindaco. Parole da vero fratello in Cristo.
Ecco i nostri politici e i nostri religiosi. Devo parlarvene per forza. Non sanno niente, non leggono nulla, ma danno severamente di scemi a chi cerca di portare un po’ di luce della legalità nelle tenebre di una Pistoia del silenzio.
Un po’ di luce, ma che è senz’altro molta di più di quella di certi cavalieri della luce

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[Giovedì 31 gennaio 2013 | 21:53 - © Quarrata/news]

7 commenti:

  1. Ma davvero don Diego ha avuto una reazione così poco in linea con il resto di una bella serata con un grande personaggio come Chiara Amirante (grande non solo per ciò che comunica ma soprattutto per ciò che testimonia)?

    Davvero il sacerdote Diego (molto fortunato, davanti a tanti suoi colleghi anche pistoiesi che rischiano stress quotidiano a servizio di tante comunità che hanno bisogno di preti, mentre a lui non danno una parrocchia lasciandolo a esclusivo servizio di Apr. E di Tvl), davvero don Diego ha dato dello "scemo" a una persona - oltretutto un collega, visto che pure lui, Diego Pancaldo, è un giornalista - che si era limitata a fare una domanda (magari, per qualcuno, impertinente e perfino fuori luogo, ma pur sempre una domanda libera)?

    Davvero il sindaco Bertinelli (un po' troppo lungo il suo intervento. Forse poteva limitarsi a un semplice saluto, visto che centinaia di persone erano lì non certo per sentire lui), davvero Bertinelli ha negato di aver letto una sentenza così delicata, chiara, breve e importante anche nel rapporto fra pubbliche istituzioni locali e APR? E se, quando la leggerà, si accorgerà che non tutto è così normale nella soluzione data al "casino" Aias/Apr, con chi potrà rifarsela, Samuele, se non con la sua superficialità di amministratore pubblico?

    E davvero è stato impedito a un giornalista - nel Palazzo di tutti e nella parte, in una pubblica assemblea, dedicata alle domande - di consegnare, senza alcuna polemica, un documento a una donna come Chiara Amirante? Di cosa avevano paura?

    Ho visto in tv. La fondatrice di "Nuovi Orizzonti" mi ha colpito in modo così positivo (compreso lo splendido richiamo finale sul Dio che "vomita" i "tiepidi") da rendermi ancora più grande la perplessità verso chi, nella piccola e spesso ... tiepida Pistoia, blatera il suo essere "credente" o il suo essere "non credente" ma poi, nei comportamenti che Gesù magari avrebbe definito "ipocriti", finisce per farsi tradire in modo così plateale.

    Mi verrebbe quasi voglia di portargliela a mano, direttamente a Roma, quella sentenza, alla Chiara, spiegando ciò che, ovviamente, ieri sera le è stato nascosto.

    Una donna dalla fede e dalle opere così radicali, abituata a scendere negli "inferni" della terra, non merita certo la volgarità di essere strumentalizzata per altri fini, diciamo assai prosaici.

    Indossare un collarino da sacerdote cattolico non legittima a definire "scema" un'altra persona celebrando, oltretutto, Messa poche ore dopo come se nulla fosse. Sarebbe bello se don Diego trovasse modo di scusarsi, privatamente, con Alessandro Romiti.

    PS)- Ma fare il sindaco, caro Samuele Bertinelli, impone pure, oltre a dimostrare quanto si è bravi con le parole, di dare almeno una scorsa a una sentenza come quella. Sindaco: per favore, la legga ...

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  2. non penso proprio che parlare di "luogo non legittimato" sia offensivo: le reazioni che ne sono seguite sono incomprensibili.

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  3. L'intera vicenda è paradossale. Chiaro che il giornalista ha fatto l'exploit della sentenza con una domanda "fuori luogo", ma dov'altro la doveva fare, se anche il Sindaco la ignora.E non la ignora, perchè è impegnato... o distratto! E perchè il Dg dell'Usl, cosa ha detto? Ma vi siete dimenticati della presa di posizioni e distacco della Dirigente del servizio amministrativo del Comune di Pistoia? Ci rendiamo conto che siamo di fronte a una sentenza del Tribunale che deve essere rispettata su l'intero territorio nazionale, senza eccezioni o rinvii. Mia moglie (avvocato), sostiene che è una esemplificazione chiara delle teorie della migrazione nordista della mafia -ovvero della sua cultura che la sostiene - però senza uso di "lupara". Altrimenti come si chiama "disguido amministrativo"? Inesattezza? Sono, in realtà, mi sembra di capire 55o mila euri al mese?
    MDB

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  4. Era possibile rispondere in un’infinita varietà di modi: ad esempio sostenendo semplicemente di non condividere, a livello umano e senza alcuna pretesa di sostituirsi a chi indossa una toga, quanto deciso dal Tribunale di Roma.
    Non credo proprio che - fermo il dovere di dare esecuzione a quanto stabilito dal giudice dietro minaccia di sanzione - esista l’obbligo di condividere anche a livello intimo e personale il contenuto di un provvedimento decisorio adottato in sede giudiziaria. Perfino nell’ordinamento penale, là dove, a livello costituzionale, si dice che la pena deve “tendere” alla rieducazione del condannato, quella tendenza non si fa mai “necessità” da perseguire in spregio a quel senso di umanità (senso che non può prescindere da una libertà morale di mero pensiero attribuita a ogni singola persona in quanto tale) al quale la pena deve conformarsi.
    Parimenti, non penso proprio che esista o che sia proponibile un dovere del giornalista che voglia intervistare chi parla ad una conferenza, di “attenersi” strettamente ai temi trattati.
    Spengere il microfono o far prevalere il clamore generale sulla domanda proposta - peraltro non offensiva in quanto continente (si parlava solo di “non legittimazione” di un luogo) - così come allertare immediatamente la sicurezza (come se il giornalista avesse, ad esempio, tirato fuori una bomba a mano) e aggiungere, a tutta questa serie di comportamenti, anche un’offesa esplicita finale, mi sembra una reazione talmente eccessiva da prescindere da quel buon senso che dovrebbe porsi alla base di ogni discussione pubblica, anche accesa, tra persone civili.
    Per questo motivo, mi sento di dover esprimere solidarietà verso quel giornalista che, in modo provocatorio ma comunque non volgare, si è limitato a proporre semplicemente una domanda.
    Vorrei infine concludere precisando che, a livello personalissimo, non condivido quanti asseriscono di essersi allontanati dalla chiesa cattolica esclusivamente a causa dell’incoerenza dei comportamenti tenuti dai loro esponenti: a me nessuna chiesa piace perché sono refrattaria a subire imposizioni che sono davvero inessenziali - e che si pongono come “ulteriori” rispetto alle imposizioni la cui osservanza l’ordinamento esige - al mantenimento di un ordine civile. Qualche esempio? Andare a messa o frequentare la parrocchia, vedere/ascoltare/leggere se non anche mangiare solo ciò che è ritenuto opportuno: questi sono solo esempi. Dove non c’è reato (rischio per la pacifica esistenza di una società civile) e non si crede, non si insista, per favore, a parlare di peccato e/o, al contrario, di salvezze eterne.
    Trovo autenticamente fastidiosa quella pretesa, che è propria di chi crede in un dio operante anche nei confronti di chi non crede, di gestire l’esistenza anche di chi non crede a quel dio o crede ad altri dei o è indifferente alla religione (e io appartengo a quest’ultima categoria): questo è il motivo autentico per cui, allontanatami dalla chiesa, non ho più intenzione di farvi ritorno né di essere inclusa, in alternativa, in qualche altra chiesa.
    Spero di essere stata esauriente.

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    1. Intervengo necessariamente sulla macro-esondazione di questo intervento.
      Non è possibile diversamente.
      Di pertinente c’è solo il discorso che riguarda il giornalista.
      Grazie di quello.
      Per il resto, il resto è assoluta inutilità che non rileva rispetto al tema in discussione.

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    2. Io penso che, in realtà, tutto il mio commento riguardi il contenuto di quanto scritto dal giornalista, che dice:

      «A volte si fa meglio a stare zitti che fare gli scemi».
      Parole sante, condivise anche dal Sindaco. Parole da vero fratello in Cristo.
      Ecco i nostri politici e i nostri religiosi.

      Il giornalista sembra scandalizzarsi soprattutto per l’incoerenza del religioso nel seguire concretamente i precetti della propria religione (ciò che da tanti è addotto come motivo scatenante il proprio allontanamento dalla chiesa cattolica); io no, perché nutro la ferma volontà di non vincolare le mie condotte a regole ulteriori rispetto a quelle già previste dal nostro stato (mentre, se si vuole dire che un sacerdote difetta di incoerenza verso la propria fede, occorre, se non si vuole passare da critici a criticati, essere disposti per primi ad essere coerentissimi con la fede professata da chi si vuole criticare: un bel tranello logico). Ferma - stante il carattere personalissimo della volontà di cui ho appena parlato in parentesi e più ampiamente nel mio intervento -la libertà degli altri di condividere la critica mossa dal giornalista, verso il quale esprimo solidarietà sul piano della mera critica a quanto avvenuto e non anche sul piano degli argomenti che sembrano essere da lui posti a fondamento della propria critica.

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  5. Il periodare e il rigore logico della "giuseppa" contrastano con la non lieve scorrettezza di essere anonimi.

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MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.