lunedì 21 gennaio 2013

SAN BARTOLOMEO O VALDIBRANA? IL VESCOVO DIMOSTRI LA COERENZA CON CIÒ CHE PREDICA


di Fabrizio Geri [*]

Lettera aperta di un ex-Consigliere comunale – La Fondazione Caripit e lo spreco del denaro pubblico per il maxi-Santuario

PISTOIA. All’incirca un paio di anni fa avevo sollevato il problema in Consiglio Comunale, ma da allora niente è stato fatto. Mi riferisco al parcheggio di superficie di Valdibrana, quella spianata incompiuta, che ricorda vagamente gli scenari dei paesi balcanici dopo la guerra e che doveva essere invece un servizio per i cittadini.

Non so cosa si aspetti a completare i lavori, che avrebbero comunque un importo limitato e per i quali la giunta comunale avrebbe il dovere, anche in linea con il dichiarato impegno a favore della qualità urbana e delle piccole opere, di garantire una conclusione.
Mi chiedo poi come sia possibile, visto che l’ iniziativa del parcheggio viene dalla parrocchia, e quindi dalla Diocesi in ultima istanza, che il Vescovo di Pistoia si ostini ad inseguire un improbabile parcheggio sotterraneo di tre piani in San Bartolomeo quando ancora in 5 anni non è stato ultimato quello a raso di Valdibrana.
A tale proposito sarebbe utile sapere se lo stesso Vescovo sia ancora disposto a fare quanto proclamato nelle sue omelie natalizie in tema di “modo diverso di rapportarmi alle cose, ai beni, ai consumi” e soprattutto di “senso del dovere come imperativo etico e profondo”: sarebbe infatti questa l’occasione buona di mostrare l’indiscussa coerenza, portando cioè a compimento l’impegno nei confronti della comunità di Valdibrana.
Del resto lo stesso rappresentante della Diocesi aveva incentrato alcune prediche sul “modello di sviluppo “ da cambiare e sulla pericolosità deleteria della “finanziarizzazione dell’economia”: presti allora attenzione alle esigenze concrete e abbandoni le operazioni di project financing nell’antico orto San Bartolomeo, peraltro difeso per secoli dai religiosi in quanto simbolo culturale, come scritto pubblicamente da persone del mondo ecclesiastico.
Inoltre qui a Valdibrana conserviamo ancora gli effetti di quel modello fallimentare che ha portato a sventrare una collina per avviare la cantierazione di un maxi santuario, rimasto ovviamente uno scheletrico ecomostro di marmi e travi.
Mi risulta addirittura che anche la Fondazione Cassa di Risparmio avesse partecipato in questa operazione di totale spreco e spregio di denaro pubblico: la costruzione di santuari non compare negli obiettivi statutari delle fondazioni, che dovrebbero essere invece attive su altri settori sociali.
In questo attuale periodo di crisi infine, rimane l’amarezza di vedere come la mala gestione del denaro di ieri avrebbe potuto generare utilità vere per presente. Quando mancano le risorse, in altre parole, è fondamentale individuare bene le priorità di destinazione e l’auspicio è che finalmente gli abitanti di queste colline lambite dalla Brana possano avere ciò che serve realmente e non può più essere procrastinato.

[*] – ex consigliere comunale

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[Lunedì 21 gennaio 2013 | 15:41 - © Quarrata/news]

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