di LUIGI SCARDIGLI
Dopo “Cous cous” Abdellatif Kechiche firma un altro capolavoro che vince tre palme d’oro
a Cannes
CHAPEAU. Perché al termine della proiezione de La vita di Adele (uscito ieri nella sale italiane; a Pistoia, al
cinema Roma) non si può che genuflettersi e togliersi il cappello: abbiamo
appena assistito ad un capolavoro, senza se
e senza ma, una dettagliatissima
introspettiva esistenziale di Adele (Adèle Exarchopoulos) ed Emma (Léa
Sedydoux), una studentessa ed una gallerista, che si incrociano attraversando
una strada nelle vie di Parigi.
Una storia d’amore meravigliosa,
farcita dalla consuetudine quotidiana che accompagna l’amore saffico di Adele
ed Emma: l’incontro, l’attrazione, il sesso – osservato dal regista con un pizzico
di morbo eccessivo (ma io avrei fatto lo stesso, forse, al cospetto della
bellezza delle due protagoniste) –, l’amore, i progetti, le incolmabili
differenze culturali e poi la fine. Inevitabile.
Tre ore intense, silenziose, inumidite
dalle lacrime facili di Adele, unte dai sapienti ragù cucinati dal padre,
incattivite dalla naturale crudeltà delle sue compagne di liceo, irretite dallo
snobismo del circolo degli amici di Emma, ingentilite dal candore dell’amore di
Adele, dai suoi lineamenti adolescenziali che diventano quelli irresistibili di
una donna, nello svolgersi della pellicola.
Il treno della vita della protagonista –
una ventenne che il cinema d’autore si contenderà a suon di contratti
faraonici, facile prevedere –, che termina il viaggio dietro la cattedra di una
scuola elementare, passa attraverso tutte le stazioni di un’adolescente
qualsiasi, che si porta dietro quello che crede indispensabile e lascia,
facendolo scivolare via, ciò che reputa superfluo.
Tutto osservato al microscopio, dalla
telecamera del regista piazzata lì, così vicino alle bocche da correre il
rischio di venir appannata dall’alito dei protagonisti, pietrificata dallo
sguardo di Adele, costantemente ingentilito dalla sua imprescindibile beata
tristezza, quello di un’attrice semplicemente meravigliosa.
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[Venerdì 25 ottobre 2013 | 11:55 - © Quarrata/news]
anche io trovato la protagonista bella e triste, specialmente nelle scene dell'insegnamento
RispondiEliminahttp://gynepraio.com/2013/10/28/la-vita-di-adele/