di ALESSANDRO ROMITI
AGLIANA. Una delegazione di cittadini della parrocchia di San Pietro
Agliana (che ha chiesto di rimanere anonima, per paura di ritorsioni e di stalking
già attuati da più soggetti e in diverse occasioni) ha partecipato all’Angelus
di domenica scorsa, 20 ottobre, e ha portato all’attenzione del Santo Padre
Francesco la sostanziale assenza del “correttore morale” nella Misericordia di
Agliana.
NON BASTANO LE QUERELE
A CHIUDERE LA BOCCA
ALLA VERITÀ
SÌ. SIAMO STUFI di
vivere in questo Paese in cui, dopo che tutti svengono per la nostra Costituzione
perché – dicono – è la più bella del mondo, ogni volta che qualcuno esercita
i propri diritti costituzionalmente garantiti, si trova attaccato da gente
rissosa, e traboccante della presunzione di santità; gente che intasa le
Procure con assurde querele solo perché non sa ammettere di avere sbagliato;
non sa riconoscere i propri errori – o spiegare di avere agito perfettamente,
ma non solo perché ha inviato i propri bilanci di esercizio a Benedetto XVI.
Tutto
questo è solo ridicolezza.
Siamo
stufi di subire continui attacchi quando la legge ci consente di indagare, di
parlare e di fare chiarezza su tutto quanto è di rilevanza pubblica: come lo
è la Misericordia, trasformata, invece, nei fatti, ad Agliana, in un club
per soli affiliati, in una vera e propria microloggia.
Come
Scalfaro, anche noi non ci stiamo.
La
Direzione della Misericordia può fare il diavolo a quattro che vuole. Noi
continueremo a dire, a scavare, a cercare, a discutere.
Vedremo
se alla fine ha ragione la Costituzione o una Direzione che ha violato,
e sta ancora violando, ogni regola del gioco.
Insomma:
non ci lasciamo intimidire.
Edoardo Bianchini
[Questo
intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
|
Ecco, nelle foto, la delegazione
aglianese all’interno della scenografica piazza abbracciata dal colonnato del
Bernini.
I cartelli sono stati mostrati in
occasione della manifestazione della marcia per la “Giustizia e la Pace” del 14
settembre scorso, organizzata dallo stesso don Paolo Tofani (correttore morale
[?] della Misericordia) e con la partecipazione dell’Associazione “Libera” (da
tutte le Mafie [?] dice lo slogan).
Questa volta è probabile che Francesco,
abbia avuto notizia della Misericordia di Agliana non solo tramite la
consultazione dei bilanci di esercizio (così premurosamente sempre assicurati
alla Sante Sede dal Presidente ultradodecennale Artioli), ma dal coraggioso
gruppo di cittadini che rivendicano la loro protesta non solo sulla perdita
gestionale di mezzo milione di euro a motivo di cause temerarie poi
nettamente e dannosamente perse, ma, e soprattutto, a motivo della grave e
indemocratica esclusione dal sodalizio di volontari e cittadini, fatta in
spregio alle norme statutarie segretamente custodite in cassaforte dalla
Presidenza dell’associazione, che ad Agliana è considerata alla stregua di un club
privato.
«La parola di Francesco – spiega uno dei dimostranti – è
stata di grande conforto, sapendoci impegnati in una missione di denuncia che
richiede coraggio e grande forza d’animo: siamo davvero “controcorrente”, come
dice il Santo Padre, trovandoci esposti alla direzione contraria del pensiero
omologato degli apparentemente indifferenti dinanzi all’imbarazzante situazione
indegnamente creata dalla direzione della Mise...».
[Questo intervento è pubblicato ioci
causa come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Venerdì 25 ottobre 2013 | 09:56 - © Quarrata/news]
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