Serve una sospensione generalizzata degli sfratti per
affrontare i nodi della sofferenza abitativa in Italia: aumentare l’offerta
pubblica e diminuire gli affitti privati – «I Sindaci e i Prefetti applichino
subito le nuove disposizioni sulla graduazione degli sfratti» – Dichiarazione
di Walter De Cesaris segretario nazionale Unione Inquilini
ROMA. “Abbiamo
inviato oggi una lettera al Presidente dell’ANCI, on. Fassino e al delegato
ANCI per le politiche abitative, Alessandro Bolis.
Le richieste che l’ANCI avanza per la
prossima Conferenza Unificata Stato Regioni del 31 ottobre, sono, infatti,
inadeguate e insufficienti. Apprendiamo, infatti, che l’ANCI propone una proroga degli sfratti non generalizzata e
limitata al periodo invernale; misure di incentivazione fiscale per il canone
concordato; la costituzione di un fondo nazionale per la morosità che
intervenga su situazioni di criticità e, infine, la riforma degli istituti di
gestione dell’edilizia residenziale pubblica.
Crediamo,
invece, che una sospensione di tutti gli sfratti, compresa la morosità
incolpevole, generalizzata e non limitata a singoli territori o alla stagione
invernale sia, invece, una condizione indifferibile e necessaria e l’ANCI,
secondo la nostra opinione, la dovrebbe richiedere in maniera determinata al
governo.
La proroga da
sola non basta e, per renderla effettivamente temporanea, servono misure
strutturali.
Crediamo che
i Comuni italiani debbano aprire con il governo nazionale la partita decisiva,
rappresentata dal destino del patrimonio pubblico, a cominciare dall’enorme
realtà del demanio militare e civile. Il tema, che l’ANCI non sembra
affrontare, è quello del rilancio di un intervento pubblico nel settore
abitativo al fine di dare la possibilità ai comuni di poter rispondere alle 650
mila domande di case popolari inevase.
Per fare un
solo esempio, è possibile accettare che possano esserci 30 mila case popolari
non assegnate in quanto bisognose di interventi di ristrutturazione?
La seconda, è
data da un intervento che serva a ridurre gli affitti. In questo senso, i
piccoli interventi manutentivi non servono. Incrementare il vantaggio fiscale
del canale concordato è, quindi, misura anche auspicabile ma che non incide
sulla realtà degli sfratti. È necessaria una terapia shock: ridurre l’affitto
ben al di sotto del canale concordato in cambio di un azzeramento dell’imposizione
fiscale sul canone riscosso. Si tratta di una misura dal costo assai limitato
ma che potrebbe dare una scossa al fine di riconvertire gli sfratti in nuovi
contratti.
Infine, ci
permettiamo di dire che l’ANCI, oltre a richiedere giustamente impegni al
governo nazionale, dovrebbe anche assumersi la responsabilità di fornire
indicazioni precise ai sindaci e alle amministrazioni locali.
Il decreto
IMU, approvato in via definitiva nella giornata di ieri, da espressamente la
responsabilità ai comuni di individuare “percorsi di accompagnamento” per i
nuclei sottoposti a sfratto e “a tal fine” concede ai Prefetti la possibilità
di “graduare le esecuzioni”.
Si apre,
pertanto, una possibilità concreta ai fini di connettere l’esecuzione dello
sfratto alla conclusione delle azioni di accompagnamento sociale intervenendo,
nel periodo intermedio, con una moratoria.
I sindaci,
pertanto, dovrebbero farsi promotori di iniziative specifiche per attuare
quanto disposto dalla legge, definendo i percorsi di accompagnamento, richiedendo
la convocazione del Comitato per l’ordine e la sicurezza in sede territoriale e
l’istituzione delle commissioni di graduazione, fino a giungere, secondo noi,
in mancanza di soluzioni alternative, alla requisizione temporanea di alloggi
vuoti o sfitti o di quello in cui risiede l’inquilino moroso incolpevole.
[unione inquilini]
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[Martedì 29 ottobre 2013 | 17:40 - © Quarrata/news]
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