sabato 21 luglio 2012

MANSUETO BIANCHI. L’ETICA E L’ESEMPIO CRISTIANO

di Lorenzo Cristofani

Qualche riflessione sul progetto ‘parcheggio di San Bartolomeo’

PISTOIA. Il sano dovere di critica che caratterizza un organo di informazione come questo blog, che cerca di ricostruire oggettivamente la realtà, che non evita “diplomaticamente” i fatti spinosi che possano turbare maggiorenti e poteri forti e non cerca di edulcorare le scomode verità, impone di far emergere alcune vistose e anomale contraddizioni che permeano una fetta della società pistoiese.

Si tratta della proposta di parcheggio interrato nell’antico orto monastico di San Bartolomeo – patrimonio anche simbolico di Pistoia – che la Curia pistoiese sostiene strenuamente, anche contro le richieste e le aspettative di parrocchiani, residenti e cittadini.
Non è questo però il problema: ognuno può scegliere liberamente come usare i propri beni. Si ricorda che ci riferiamo ad un’operazione finanziaria-immobiliare che ha come operatore protagonista la Napoletana Parcheggi s.p.a., non si conosce il flusso di denaro che dovrebbe esser corrisposto alla Curia pistoiese ma solo la motivazione – con comunicato ufficiale (vedi) –, e cioè la ricerca di soldi per la ristrutturazione del tetto della chiesa di San Bartolomeo.
Per inciso, ma sarà proprio così? La Fondazione Caripit avrebbe dunque negato il contributo al restauro di una chiesa così prestigiosa? Strano, no?
Cercherò tuttavia di mettere in fila gli aspetti per cui la scelta di questa operazione è in contraddizione con tutti gli appelli, proclami, dichiarazioni e attività pastorali in cui il Vescovo di Pistoia ha ufficialmente speso la propria immagine.
Negli Atti della Settimana Teologica del 2007, Questione ecologica e coscienza cristiana, Mansueto Bianche parla di stili di vita sostenibili e moderati, di sobrietà come standard di sviluppo e criterio di macroeconomia. Anticipa di fatto la social business city incoronata dal Nobel Yunus e invita a privilegiare i mezzi pubblici di trasporto.
Ma come? Si può allora rivolgere questo invito e poi proporre un parcheggio da 350 posti a ridosso di piazza del Duomo? Ma una tale struttura non va forse nella direzione opposta all’invito del Vescovo? Non è come incentivare la pigrizia e i vizi, anziché la sobrietà? Quando si chiamano in causa gli stili di vita e contestualmente si proclama il valore di esemplarità e testimonianza non si può non essere i primi a fare quello che si vuole insegnare agli altri.
Ancora si legge : l’uso dei beni naturali (…) non può essere affidato alla logica del profitto né all’uso indiscriminato e individualistico (singoli o collettività). Sembrano parole del comitato “No al Parcheggio sotterraneo” e invece sono quelle di sua Eccellenza. Quindi : perché sottrarre alla collettività un’area che dovrebbe appartenere alla parrocchia e ai pistoiesi, essendo appartenuta ai monaci? Perché banalizzarla come fonte di profitto? Per restaurare il tetto della chiesa non si può tentare di trovare altre soluzioni?
Ho seguito con interesse, lo scorso anno, il Forum dell’ Informazione cattolica per la salvaguardia del creato, intitolato Lo spazio comune dell’uomo nel creato. Ho apprezzato le parole del Vescovo su aree urbane ferite, sull’importanza della cura del territorio, sul valore degli spazi urbani “vissuti”, potenziali luoghi di relazione e socialità. Ottimo, concetti che appartengono anche a Legambiente. Ma perché allora, dalle prediche alle pratiche, scompare completamente questa sensibilità, proprio nel momento più importante e incisivo, che è quello dell’atto che permette di tradurre l’astratto in cose reali?
Si potrebbe continuare, ma forse è più utile per tutti porre una chiara domanda. Se la sente sua Eccellenza, e con lui tutto il mondo che ruota attorno alla Diocesi e lavora assiduamente impegnato nel sociale, dalla Caritas all’Azione Cattolica fino a quelle dei lavoratori, di organizzare un forum, sul modello di quelli già svolti – penso a quello sull’uso evangelico dei beni della terra (vedi) o sull’ economia etica e dei beni comuni (vedi) –, su una nuova destinazione e la funzione dell’antico orto monastico di san Bartolomeo, incentrate sulla socialità e l’integrazione?
In altre parole, appena verrà ufficialmente abbandonata l’ipotesi del parcheggio interrato, vorrà Sua Eccellenza sostenere, con altrettanta decisione, un utilizzo di quello spazio finalizzato ad un vero progetto condiviso e di utilità sociale? Magari anche prevedendo orti sociali, visto che l’agricoltura, anche urbana, può produrre reddito e sviluppo, se solo viene aiutata e supportata, e visto anche che la Coldiretti ha già avviato interessanti e remunerativi progetti – seppur in diverso contesto – ispirati a questo modello (vedi).
Una risposta e un impegno in questa direzione, delle esigenze cioè e dei bisogni del territorio, sarebbero senza dubbio un gesto significativo per rinsaldare il legame tra la comunità e l’erede di Sant’Atto.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 21 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]

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