di Luigi
Scardigli
Mio padre mi ha sempre detto che, spesso, chi ha pane, non ha denti e viceversa.
Ieri sera, alla Villa Smilea di Montale, grazie all’organizzazione
del Comune omonimo e dell’Associazione teatrale pistoiese si sono esibiti, per
un’ora e mezza abbondante, tre docenti della musica: James Thompson ai fiati e
alle amene sciocchezze, Andrea Pizzuti alla batteria e Pippo Guarnera all’organo
Hammond, il suo, tra l’altro, quello con il quale, da oltre trent’anni, gira il
mondo.
Bene, ad assistere ad una piacevolissima lezione di sound,
groove e musica a livello cristallino, tra l’altro gratuita e offerta seduti comodamente
su dignitosissime poltroncine di plastica disposte orizzontalmente in un
giardino, quello della Smilea, dove non so per quale arcano motivo tirava un
vento così gradevole che una felpa non avrebbe guastato, c’erano, per
approssimazione in eccesso, circa duecento persone, tutte dagli anta in su.
Il problema, dunque, miei cari concittadini, è che a
distanza di sette chilometri da piazza del Duomo, dove si respira blues da 32
anni, alla Smilea, per l’esattezza, ieri sera, a godersi un tuffo nel passato
rythm and blues, ritmato da un rinomato porrettano, Pizzuti, reso etereo,
morbido, soffice, invadente da un siculo per nulla continentalizzato, Guarnera
e catapultato nel sogno folle, ma lucido, di un sassofonista di colore che
parla l’italiano molto meglio di alcuni nostri dirimpettai analfabeti di
ritorno, c’erano pochi intimi.
La latitanza ai concerti, che non siano ottundenti raduni di
massa, dunque, non è solo figlia della recessione, ma anche e soprattutto dell’ignoranza,
una malattia che si attacca alla pelle al di là dei conti in banca e delle
dichiarazioni dei redditi e che non abbandona più le sue vittime sacrificali,
felicissime, questeultime, tra l’altro, di farsi divorare.
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Foto di Luigi Scardigli.
[Mercoledì 18 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]
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