di Felice
De Matteis
SAN
MARCELLO-MONTAGNA. «In ogni modo, se è molto difficile superare i
limiti fisici e combattere contro “il destino” fatto stratificare per decenni,
speriamo comunque di arrivare oltre il punto dove forse “qualcuno” con malizia
e malignità, per non dire più d’uno (magari avendo predisposto il “percorso”)
ci voleva con scaltrezza condurre e fermare».
Questo dice il dott. Eller a pag. XXI nella sua premessa, e ci
dice anche che non avendo trovato la collaborazione che si sarebbe atteso, è stato
costretto a chiedere alla Giunta – peraltro esaudito –
di potersi avvalere di collaboratori esterni, da lui personalmente retribuiti.
Come inizio non c’è male.
Tanto più che Eller, temporizzando comportamenti, assunzioni
imposte e progressioni di carriera fulminee e super leges, ci fa tornare
indietro a “quei tempi” (infausti) di un posto a me ed uno a te: gli anni del
compromesso storico, insomma.
Questo diciamo perché Eller, nel prosieguo della sua
analisi, in prefazione, e nel cursus honorum, la carriera fulminea di
“G.S.”, ce lo conferma, facendo anche i nomi.
Ma ci arriveremo al momento giusto e facendo una operazione
che Eller non era tenuto a fare: abbinare certe situazioni, che andremo a
narrare, con nomi di Presidenti e Giunte della Comunità Montana seguendo attentamente
le cronologie.
Le pagine XXIII e XXIX, allegate a questo nostro intervento,
ci fanno comprendere come i danni siano partiti da lontano, e come il danno
conclusivo non poteva essere eluso perché già le premesse c’erano tutte.
Eppure la Montagna, nel piccolo di un suo Comune e con un
Sindaco molto vigile, aveva già affrontato (negli anni 80), sul nascere, la
situazione di un economo infedele che falsificava i bollettini; ed aveva preso
le decisioni necessarie e conseguenti: fuori dai piedi. Questo Sindaco era
stato, per la cronaca, Lino Pistorozzi.
Chi ci segue avrà la bontà di pazientare: i nomi e le
responsabilità politiche, di chi allora gestiva le sorti della Comunità Montana,
le ipotizzeremo strada facendo. Sotto il loro dominio questi scandali
avvenivano.
Lo stesso Eller ci conforta con le sue perplessità e con il
ruolo ricoperto, che non gli consente di specificare nomi e qualifiche
politiche. Insomma, “un bel tacer non fu mai scritto”.
Ma noi non siamo Eller. E tenteremo un’operazione di
ricostruzione del tessuto.
Se avrete, ovviamente, la bontà di seguirci per capire il
più possibile…
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[Domenica 22 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]
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