Ceccarelli ha chiarito come il ‘reo
confesso’ fu scelto per Assessore al bilancio – I problemi della Montagna e la
tragedia della Comunità in una assemblea ‘a parola libera’
CUTIGLIANO. Assemblea delle “cento firme” a Cutigliano, ieri sera 20
luglio. È stato detto tanto e su molto: Imu, si paga troppo; panchine, non ci
sono; buche nelle strade, ci sono; Comune unico, bla bla bla; ospedale di San
Marcello, sempre più a rischio chiusura; polizia municipale, servizio da
rivedere; assemblea programmatica sulla montagna da farsi a Cutigliano nel
2013, no un’altra no, non serve a nulla e sono solo autoreferenziali per chi vi
partecipa; etc. etc. etc. …
L’argomento, quello tosto della Comunità
Montana, era però nell’aria ed è stato magistralmente introdotto con una
domanda (l’assemblea era infatti “a parola libera”) da un abitante di
Cutigliano: «Ma il signor S.G. chi lo ha voluto in Comune come assessore
al bilancio?».
La risposta è stata data direttamente
dal sindaco Carluccio Ceccarelli, al quale, dice, sono arrivate non solo
richieste verbali a non finire dagli abitanti del Comune, ma addirittura
lettere su lettere, in cui veniva caldeggiata la sua nomina. Quindi, S.G., non
è stato scelto dal Sindaco ma è stato chiamato in Comune per acclamazione
popolare.
Si è anche appreso, fonte Ceccarelli,
che l’ultima giunta della Comunità Montana presieduta dalla stesso, non ha
percepito né compensi né rimborsi spese, a differenza della precedente che si è
portata a casa la bella cifra di duecentomila euro, costo del bene comune
(e che bene), che tanto vogliono i nostri amministratori. L’atto è senz’altro
lodevole: ad esso senza ipocrisie dobbiamo dire grazie, ma sarebbe stato anche
un atto molto inopportuno, viste le condizioni molto disastrate dell’ex-ente
montano.
Sulla questione dei compensi percepiti
dagli amministratori nei trent’anni di vita della Comunità, c’è anche chi si è
domandato ed ha chiesto, in modo accalorato, per cosa tali somme di denaro sono
state elargite, e di restituirle alla collettività, unitamente alle scuse,
fatte fino ad ora, dal solo sindaco di Piteglio Claudio Gaggini.
Interessante l’accenno fatto, sempre
dal Sindaco, sulle possibili responsabilità che potrebbero emergere a carico della
banca facente funzioni di tesoreria (la Caripit, n.d.r.).
Da cogliere che, come già nell’ultima
conferenza stampa indetta dalla giunta della Comunità Montana a San Marcello,
si tende sempre più a mettere dei paletti divisori tra le precedenti e l’ultima
giunta che ha guidato l’ente al suo commissariamento.
Marco Ferrari
P.S. – Le
lettere di cui si fa menzione sono custodite nella famosa cassaforte in cui vi
è/era la relazione Eller. Anche per queste è stata promessa, ma solo
verbalmente, la loro disponibilità pubblica. Se tanto mi dà tanto...
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 21 luglio 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Quoto decisamente il commento e la sintesi di Marco Ferrari, proprio io ho auspicato un atto di modestia e di correttezza chiedendo che i Presidenti della Comunità Montana che si sono susseguiti, nonché gli Assessori al Bilancio e i Revisori dei conti restituissero le somme che hanno incassato senza aver completato il loro incarico e i propri doveri. Apprendiamo dall'ex presidente della Comunità Montana Ceccarelli Carluccio che potrebbero manifestarsi responsabilità dell'Istituto Tesoriere. Qualcuno, vedi Giuseppe Montagna, già aveva sollevato questa evenienza. Il popolo può acclamare le persone ma ha bisogno di chiarezza e trasparenza. Sul fatto che l'ultima giunta della ex Comunità Montana non abbia percepito compensi mi pare di ricordare una norma compresa in una finanziaria dello Stato, la quale vietava i compensi se i rappresentanti nelle istituzioni non fossero stati direttamente eletti dai cittatini (i consiglieri e gli amministratori della ex CM erano eletti o per diritto o per delibera dei consigli comunali, quindi in modo non diretto dai cittadini). ... alla prossima puntata.
RispondiEliminaBimbo non piangere;
RispondiEliminanascesti trito,
ma se desideri
morir vestito,
ecco la massima
che mai non falla,
e come un sughero
ti spinge a galla.
Dagli anni teneri
piega le cuoia
al tirocinio
della pastoia.
Sotto la gramola
del pedagogo
curvàti, schiàcciati,
rompiti al giogo.
E con gli estranei
e in mezzo ai tuoi,
annichilandoti
più che tu puoi,
non far lo sveglio,
non far l’ardito;
se pur desideri
morir vestito.
Non ti frastornino
la testa e il core,
larve di gloria,
sogni d’onore.
Fuggi le noie,
fuggi le some,
fuggi i pericoli
di un chiaro nome;
e limitandoti
senz’altro fumo
a saper leggere
per tuo consumo,
rinnega il genio
sempre punito;
se pur desideri
morir vestito.
Cresci, e rammentati
che dà nel naso
più lo sproposito
commesso a caso,
che la perfidia
la più fratina,
tramata in regola
e alla sordina.
Abbi di semplice
per certo segno
dell’uomo ingenuo
l’errore aperto,
e imita il sudicio
che par pulito;
se pur desideri
morir vestito.
Studia la cabala
del non parere,
e gli ammennicoli
del darla a bere.
Di Dio, del Diavolo
non farti rete;
nega il negabile,
ma liscia il prete.
Un letamaio
di vizi aborra
giù de’ precordi
fra la zavorra;
ma coram populo
esci contrito;
se pur desideri
morir vestito.
In corpo e in anima
servi al reale,
e non ti perdere
nell’ideale.
Se covi smania
di far fagotto,
incensa l’idolo
quattro e quattr’otto.
Sempre la favola
della ragione
cede alla storia
del francescone;
Sempre lo scrupolo
muoia fallito;
se pur desideri
morir vestito.
Non far che un libero
sdegno ti dia
quella poetica malinconia,
per cui non paiono
vili e modesti
dei galantuomini
i cenci onesti.
Un gran proverbio
caro al potere,
dice che l’essere
sta nell’avere.
Credi l’oracolo
non mai smentito;
se pur desideri
morir vestito - .
da GINGILLINO
di Giuseppe Giusti
1844 - 1845 -
Appendo anch'io il mio foglietto,
RispondiEliminacaro mio Pasquinetto,
per non farmi dir troppe panzane,
e per far finire il pane,
qui è ben rimetter intrecci,
per rifar i nostri necci.