di Luigi
Scardigli
Che senso avrebbe fermarsi, proprio ora, poi?
Antonio Ginetti, per nulla spaventato dalla detenzione
coatta, carceraria prima e domiciliare, poi, costellata, quest’ultima, da un perdurante
sciopero della fame, continua il suo percorso.
È uno dei tanti, moltissimi, per fortuna, che in questo Paese,
ha deciso che al capitalismo, puntualmente, non ci si debba genuflettere.
Certo, la casistica dell’obiezione è ricca di percorsi, più o meno praticabili, ma qualcosa si deve pur fare e la Tav, la linea ferroviaria super veloce che
dovrebbe creare un ponte di passaggio tra la Francia e l’Italia, consentendo
così la globalizzazione su rotaia dal Portogallo all’Est europeo, a scapito di
tutto e di tutti, è oggettivamente un sopruso da ricchi. E basta.
Così, Antonio Ginetti, di nuovo allo scoperto e alla
legalità, ha stampato una raccolta di scritti e fotografie che parlano,
elusivamente, di questa vicenda, quella della protesta pacifista e ambientalista,
nata, ormai, vent’anni fa e culminata negli scontri della Val Susa, quelli che
hanno decretato il suo arresto e quello di altri 24 attivisti.
Si intitola Per la
conquista della libertà, l’opuscolo che Antonio Ginetti ha iniziato a
distribuire tra la sua gente. Lo ha dato anche a me. 5 euro, la
controinformazione va finanziata.
L’ho letto e analizzato con attenzione, ma non è della Tav
che voglio parlarvi. Voglio però dirvi che prima di sventrare le Alpi
piemontesi, Ferrovie dello Stato e Governo farebbero meglio ad occuparsi delle
centinaia di migliaia di pendolari che ogni mattina che Dio, quello con la d
minuscola, mette in terra, devono servirsi del mezzo su rotaia per andare a
lavorare, studiare, documentarsi.
Come le migliaia di pistoiesi, del resto, che la mattina
vanno a Firenze, vedendo arrestare il treno sul quale viaggiano a Il Neto e a Zambra.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 22 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]
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