mercoledì 25 luglio 2012

COMUNITÀ MONTANA. CIMELI: «ORA CHE HANNO VISTO IL MIRACOLO DELLE FIRME, SI FANNO AVANTI PER CAVALCARE LA TIGRE»

di Edoardo Bianchini

La portavoce del ‘Comitato recupero ammanco’ interviene sui propositi della politica professionale «Non ci lasceremo espropriare delle nostre idee»

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Alla notizia di un Consiglio Provinciale convocato apposta per discutere della Comunità Montana e dei suoi guai, Graziella Cimeli, portavoce del Comitato per il recupero ammanco in Comunità Montana, salta su orgogliosa come non mai: «Anche ieri, su La Nazione – dice –, qualcuno ha tentato di tirare per la giacchetta il nostro Comitato: ma noi non ci lasceremo trasportare dalle lusinghe della ‘politica professionale’».


Ma un risultato di questa portata avere, cioè a fianco il Consiglio Provinciale non potrebbe essere qualcosa di molto positivo a supporto della vostra azione?

«Anche questo – vede? – è come la costituzione di parte civile della Regione Toscana: a noi la mossa della Regione sa tanto di invenzione dell’ultima ora; così, tanto per fare e far vedere. Dov’erano, tutti loro, quando noi ci stavano muovendo come semplici cittadini? Tutto sommato, siamo convinti, ci hanno snobbato credendo che la nostra azione sarebbe potuta essere una specie di buco nell’acqua. E sono rimasti tutti fregati, perché abbiamo fatto miracoli. Solo allora si sono resi conto di dover correre ai ripari. Ma è bene che capiscano una cosa: che è tardi».

Certo le migliaia di firme raccolte cantano chiara la messa… a tutti…

«Molto chiara. Anzi, qualcosa ancora di più. I politici di professione si sono accorti che, pur con il poco tempo che avevamo avuto a disposizione, abbiamo raccolto un risultato eclatante. È per questo che non presteremo il fianco a nessuno e ci manterremo senz’altro compatti e tutti d’accordo, contrariamente, appunto, a quanto sperano i signori della politica».

Non c’è dubbio che siete stati fantastici e che, improvvisamente, vi siete trovati d’accordo, quasi senza parlare, al di là delle reciproche idee, su questo tema così scottante. Ma, concretamente, quante firme avete raccolto in totale? Perché si sente chiacchierare di troppe cifre; è tutta un’oscillazione, non riusciamo a sapere, di preciso, qual è la portata del fiume in piena…

«Mi permetta di non espormi sul numero delle firme. Lasciamo le cose fluttuanti così come stanno. Va bene così, per ora. Credo che vada bene anche per i signori politici: hanno da friggere un po’ sui risultati che noi, semplici cittadini di qualsiasi fede, siamo riusciti a ottenere grazie alla nostra indignazione. Il fatto è – vede? – che resteranno, al momento giusto, tutti molto stupiti e meravigliati. Anche troppo, vedrà. Perché saranno in grado di osservare, da vicino, qual è l’umore reale della gente della Montagna. E quel mucchio di firme, è, a sua volta, un mucchio di elettori. Loro lo sanno. Su questo avranno da riflettere, tutti quanti. E forse, anche, da mordersi le mani per non essere scesi in campo subito e in altra maniera, abbandonando la gente e spingendo noi cittadini a intraprendere strade per nostro conto al fine di poterci tutelare in qualche maniera, visto che loro, gli uomini dei partiti, non ce l’hanno fatta ad aiutarci, per il fatto, forse, che pensavano solo a stare zitti e a difendere, in qualche modo, i loro uomini che hanno avuto – come si dice – la mani in pasta nella Comunità Montana».

Dunque sono tutti dei birbanti…?

«Indubbiamente. Almeno così credo. Il Consiglio Provinciale istituzionale aperto verrà fatto o a San Marcello o a Cutigliano il 6 settembre, ma ha chiaramente lo scopo di tarpare le ali al Comitato per riappropriarsi di un tema importante che è scappato di mano alla politica dell’inefficienza. Guardi… se legge bene l’articolo della Nazione, si renderà conto che i politici stanno chiedendo quello che noi abbiamo già chiesto, e prima di loro: il supporto della Procura e della Corte dei Conti. Cosa credono di fare copiandoci, quando noi li abbiamo preceduti di così tanto? Continueremo tranquillamente per la nostra strada e senza lasciarci ‘comprare’ da nessuno, perché questo è lo spirito con cui abbiamo iniziato la nostra difficile strada».

E se dovesse dare un segnale a tutti i firmatari del vostro appello, quale ne sarebbe il tenore?

«Direi semplicemente, alle migliaia di cittadini che hanno creduto nella nostra mossa: “Nessuno, tranne noi, ha il termometro della quantità del consenso avuto dal Comitato nei Comuni della Montagna. Teniamocelo stretto e aspettiamo gli eventi: la Procura si farà viva presto. Non lasciamoci espropriare dei nostri diritti e dei nostri interessi. Andiamocene dritti per la nostra strada”. Questo direi. E inviterei a onorare la firma, la parola e la dignità…».

Già. La dignità della gente di Montagna, silenziosa e modesta. Ma anche forte perché capace di restare attaccata alle proprie convinzioni.
E di combattere con ostinazione, come contro le forze della natura difficile, anche contro la politica distratta e ritardataria.
In bocca al lupo!

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Foto di Alessandro Romiti.
[Mercoledì 25 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]

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