di Edoardo Bianchini
La portavoce del ‘Comitato recupero
ammanco’ interviene sui propositi della politica professionale – «Non ci lasceremo espropriare delle nostre idee»
SAN MARCELLO-MONTAGNA. Alla notizia di un Consiglio Provinciale convocato apposta
per discutere della Comunità Montana e dei suoi guai, Graziella Cimeli,
portavoce del Comitato per il recupero ammanco in Comunità Montana,
salta su orgogliosa come non mai: «Anche ieri, su La Nazione – dice –,
qualcuno ha tentato di tirare per la giacchetta il nostro Comitato: ma noi non
ci lasceremo trasportare dalle lusinghe della ‘politica professionale’».
Ma un risultato di questa portata – avere, cioè a fianco il Consiglio Provinciale – non potrebbe essere qualcosa di molto positivo a supporto
della vostra azione?
«Anche questo – vede? – è come la
costituzione di parte civile della Regione Toscana: a noi la mossa della
Regione sa tanto di invenzione dell’ultima ora; così, tanto per fare e far
vedere. Dov’erano, tutti loro, quando noi ci stavano muovendo come semplici
cittadini? Tutto sommato, siamo convinti, ci hanno snobbato credendo che la
nostra azione sarebbe potuta essere una specie di buco nell’acqua. E sono
rimasti tutti fregati, perché abbiamo fatto miracoli. Solo allora si sono resi
conto di dover correre ai ripari. Ma è bene che capiscano una cosa: che è tardi».
Certo le migliaia di firme raccolte
cantano chiara la messa… a tutti…
«Molto chiara. Anzi, qualcosa ancora di
più. I politici di professione si sono accorti che, pur con il poco tempo che
avevamo avuto a disposizione, abbiamo raccolto un risultato eclatante. È per
questo che non presteremo il fianco a nessuno e ci manterremo senz’altro
compatti e tutti d’accordo, contrariamente, appunto, a quanto sperano i signori
della politica».
Non c’è dubbio che siete stati
fantastici e che, improvvisamente, vi siete trovati d’accordo, quasi senza
parlare, al di là delle reciproche idee, su questo tema così scottante. Ma, concretamente,
quante firme avete raccolto in totale? Perché si sente chiacchierare di troppe
cifre; è tutta un’oscillazione, non riusciamo a sapere, di preciso, qual è la
portata del fiume in piena…
«Mi permetta di non espormi sul numero
delle firme. Lasciamo le cose fluttuanti così come stanno. Va bene così, per
ora. Credo che vada bene anche per i signori politici: hanno da friggere un po’
sui risultati che noi, semplici cittadini di qualsiasi fede, siamo riusciti a
ottenere grazie alla nostra indignazione. Il fatto è – vede? – che resteranno,
al momento giusto, tutti molto stupiti e meravigliati. Anche troppo, vedrà.
Perché saranno in grado di osservare, da vicino, qual è l’umore reale della gente
della Montagna. E quel mucchio di firme, è, a sua volta, un mucchio di
elettori. Loro lo sanno. Su questo avranno da riflettere, tutti quanti. E
forse, anche, da mordersi le mani per non essere scesi in campo subito e in
altra maniera, abbandonando la gente e spingendo noi cittadini a intraprendere
strade per nostro conto al fine di poterci tutelare in qualche maniera, visto
che loro, gli uomini dei partiti, non ce l’hanno fatta ad aiutarci, per il
fatto, forse, che pensavano solo a stare zitti e a difendere, in qualche modo,
i loro uomini che hanno avuto – come si dice – la mani in pasta nella Comunità
Montana».
Dunque sono tutti dei birbanti…?
«Indubbiamente. Almeno così credo. Il Consiglio
Provinciale istituzionale aperto verrà fatto o a San Marcello o a Cutigliano il
6 settembre, ma ha chiaramente lo scopo di tarpare le ali al Comitato per
riappropriarsi di un tema importante che è scappato di mano alla politica dell’inefficienza.
Guardi… se legge bene l’articolo della Nazione, si renderà conto che i
politici stanno chiedendo quello che noi abbiamo già chiesto, e prima di loro:
il supporto della Procura e della Corte dei Conti. Cosa credono di fare
copiandoci, quando noi li abbiamo preceduti di così tanto? Continueremo
tranquillamente per la nostra strada e senza lasciarci ‘comprare’ da nessuno,
perché questo è lo spirito con cui abbiamo iniziato la nostra difficile strada».
E se dovesse dare un segnale a tutti i
firmatari del vostro appello, quale ne sarebbe il tenore?
«Direi semplicemente, alle migliaia di
cittadini che hanno creduto nella nostra mossa: “Nessuno, tranne noi, ha il
termometro della quantità del consenso avuto dal Comitato nei Comuni della
Montagna. Teniamocelo stretto e aspettiamo gli eventi: la Procura si farà viva
presto. Non lasciamoci espropriare dei nostri diritti e dei nostri interessi.
Andiamocene dritti per la nostra strada”. Questo direi. E inviterei a onorare
la firma, la parola e la dignità…».
Già. La dignità della gente di
Montagna, silenziosa e modesta. Ma anche forte perché capace di restare
attaccata alle proprie convinzioni.
E di combattere con ostinazione, come
contro le forze della natura difficile, anche contro la politica distratta e ritardataria.
In bocca al lupo!
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Foto di Alessandro Romiti.
[Mercoledì 25 luglio 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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