lunedì 30 luglio 2012

UN PARCHEGGIO SUL RETRO DEL SEMINARIO. CHI È CONTRARIO ALZI LA MANO!

di Lorenzo Cristofani

PISTOIA. Era stato detto di non trascurare l’impegno relativo allo scottante tema dei parcheggi (vedi), della mobilità in generale, delle modalità di accesso al centro storico e della sua ulteriore pedonalizzazione. Alla luce di queste immagini e considerazioni si potrà vedere chi davvero ha interesse a trovare soluzioni al problema dei parcheggi e al bene della città.

L’idea è semplice. In un’area di circa un ettaro, compresa tra l’interno delle mura ovest (da Porta Lucchese a metà di viale Petrocchi ) e il retro del Seminario Vescovile (quello cosiddetto nuovo, voluto da Scipione De’ Ricci), si estende uno spazio adibito a parcheggio, non regolamentato, dove centinaia di macchine affluiscono quotidianamente (entrando appunto da viale Petrocchi all’altezza dell’edicola) per poi tagliare dal Seminario e risbucare comodamente in Via Puccini. Perché non regolarizzare allora quel parcheggio, consentendo al proprietario (la Diocesi) di riscuotere una tariffa, e creare un corridoio pedonale (24 ore su 24) che fuoriesca in via del Seminario, di fronte, circa, alla scuola Marconi?
I benefici giungerebbero graditi per i residenti della zona, particolarmente per quelli di via della Madonna e corso Gramsci, che hanno spesso problemi di parcheggio: del resto per pedonalizzare il centro, che è cosa buona, giusta e prioritaria, non si può non avere uno spazio dove lasciare l’auto.
Sicuramente la Diocesi, che in questi anni è stato l’ente più impegnato nello studio e nella pianificazione di parcheggi, avrebbe l’occasione di realizzare, senza polemiche di residenti e senza distruggere un’area storicizzata come simbolo di Pistoia, questo tipo di infrastruttura che garantirebbe anche un’entrata per restaurare il tetto di San Bartolomeo, come dice ufficialmente (vedi) o per altri legittimi motivi.
Come si intuisce infatti dalle foto, dall’ingresso elegante e nobile dell’edificio del Seminario, basterebbe creare un corridoio pedonale di appena 20 metri, in blindovis, trasparente e sicuro come usano in molte città del nord, che separi il corridoio pedonale dai locali propriamente della Diocesi, che ovviamente non rimarrebbero aperti 24 ore su 24.
Questa galleria pedonale, illuminata e sorvegliata, attraverserebbe semplicemente un corridoio dei locali diocesani e il portico di un ameno e pittoresco chiostro, sempre di pertinenza del Seminario, per poi uscire sull’omonima via.
Sarebbe così garantito quel particolare accesso alla città indicato anche da Pierluigi Cervellati nel suo piano per la città storica: si parcheggia l’auto sul retro del Seminario penetrando dall’esterno e ci si ritrova, con venti metri a piedi, in via Puccini, vicinissimo a locali, esercizi e abitazioni del centro, decongestionandolo notevolmente, e tutelando, chi ci abita.
Per questo chi veramente ha a cuore le soluzioni al problema dei parcheggi deve fare la propria parte: i consiglieri comunali, uno per uno, il Sindaco, le categorie dei commercianti e residenti, il Vescovo e tutti i suoi uffici dicano quando e come verrà esaminata questa possibilità. Sempre che sia ritenuta una soluzione immediata, semplice e vantaggiosa per tutti gli operatori e stakeholders della città di Sant’Atto. Oppure si spieghino le ragioni contrarie a tale operazione.
Il peccato originale di alcune situazioni locali, come dal blog e da vari studiosi è stato sempre segnalato, consiste nel fatto che la Diocesi ha la proprietà di tutte le aree marginali e libere del centro storico, mentre il Comune dovrebbe pianificare l’interesse collettivo: cioè le aree libere, per parchi, luoghi di socializzazione o addirittura parcheggi, sono di proprietà della Chiesa che, pianificando come un privato, di fatto esercita il ruolo del Comune.
Tale conflitto deve essere risolto all’origine, e lo dico con la massima semplicità e serenità a Mansueto Bianchi, che nella sua celebre omelia di Sant’Jacopo ha ribadito la necessità della non confusione di ruoli e fini e non intercambiabilità di ordinamenti e funzioni.
Bene, Vescovo Mansueto, rifletta su queste situazioni concrete e trovi un accordo con la città: la città riconoscerà a Dio quel che è di Dio, lei dia però a Cesare quel che è di Cesare.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 30 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]

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