di Luigi
Scardigli
Ibra a confronto con un cassintegrato
della ‘Starsystem’
La demenza, precoce, del tifoso calcistico per antonomasia –
ne faccio parte anch’io, di questa nutritissima schiera – diventa commovente al
cospetto del giubilo che questa specie umana riserva ad un nuovo arrivo, specie
se trattasi di un campione universalmente osannato e dunque ambito anche da
altre squadre.
E loro, i calciatori, nonostante siano miseramente
scolarizzati e dunque a mala pena alfabetizzati, questo, lo sanno benissimo. Si realizza un sogno, ha detto qualche
giorno fa Zlatan Ibrahimovic, uno degli attaccanti più forti del mondo appena è
atterrato a Parigi, dove è stato immortalato con la sua nuova casacca, quella
del Psg sotto la torre Eiffel: ha firmato un contratto triennale da 15 milioni
di euro – la crisi non risparmia proprio nessuno, eh?
La stessa identica cosa, usando quei pochi termini a sua disposizione,
l’atleta svedese l’ha detta quando fu assoldato dal Barcellona; poi, ancora
emozioni forti ai tempi dalla Juventus, per non parlare di quelle trasmesse
agli ultrà nerazzurri una volta acquistato dall’Inter, fino a quelle,
identiche, usate il giorno della sottoscrizione contrattuale con il Milan.
Come Ibra, questo
il suo soprannome, uno pseudonimo che facilita soprattutto i miei colleghi per
i titoli – direbbe Tinto Brass –, fanno
tutti. Appena un giocatore firma un contratto con una squadra, guarda caso era
proprio quella la società e la città nella quale sognava un giorno di poter
giocare e vivere.
Anche Riccardo Petrucci, neo-cassintegrato pistoiese della Starsystem
ad 800 euro al mese per i prossimi dodici, poi chissà cosa accadrà, da ragazzo
era un gran bel calciatore.
Peccato che non abbia mai sognato di vestire una maglia o di
andare a vivere altrove!
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 21 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]
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