sabato 21 luglio 2012

IBRAHIMOVIC. MA IN CHE MONDO VIVIAMO?

di Luigi Scardigli

Ibra a confronto con un cassintegrato della ‘Starsystem’

La demenza, precoce, del tifoso calcistico per antonomasia – ne faccio parte anch’io, di questa nutritissima schiera – diventa commovente al cospetto del giubilo che questa specie umana riserva ad un nuovo arrivo, specie se trattasi di un campione universalmente osannato e dunque ambito anche da altre squadre.

E loro, i calciatori, nonostante siano miseramente scolarizzati e dunque a mala pena alfabetizzati, questo, lo sanno benissimo. Si realizza un sogno, ha detto qualche giorno fa Zlatan Ibrahimovic, uno degli attaccanti più forti del mondo appena è atterrato a Parigi, dove è stato immortalato con la sua nuova casacca, quella del Psg sotto la torre Eiffel: ha firmato un contratto triennale da 15 milioni di euro – la crisi non risparmia proprio nessuno, eh?
La stessa identica cosa, usando quei pochi termini a sua disposizione, l’atleta svedese l’ha detta quando fu assoldato dal Barcellona; poi, ancora emozioni forti ai tempi dalla Juventus, per non parlare di quelle trasmesse agli ultrà nerazzurri una volta acquistato dall’Inter, fino a quelle, identiche, usate il giorno della sottoscrizione contrattuale con il Milan.
Come Ibra, questo il suo soprannome, uno pseudonimo che facilita soprattutto i miei colleghi per i titoli – direbbe Tinto Brass –, fanno tutti. Appena un giocatore firma un contratto con una squadra, guarda caso era proprio quella la società e la città nella quale sognava un giorno di poter giocare e vivere.
Anche Riccardo Petrucci, neo-cassintegrato pistoiese della Starsystem ad 800 euro al mese per i prossimi dodici, poi chissà cosa accadrà, da ragazzo era un gran bel calciatore.
Peccato che non abbia mai sognato di vestire una maglia o di andare a vivere altrove!

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[Sabato 21 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]

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