Ha ragione Sandro Rogari con il suo
commento in seconda pagina su La Nazione. L’analisi è molto appropriata.
E ha soprattutto ragione quel popolo
italiano – quello che sta nei limiti della sua testa senza andarne di fuori –
nel sentirsi assolutamente preoccupato della situazione/non-situazione che
stiamo vivendo da mesi a questa parte: quella che, dalla sigla ABC, dovrebbe
essere definita, alla Pinocchio, l’Abbecedario, ma che, in realtà, è un bestiario
che presenta uno di quei mostri fantastici da opera medievale, una sorta di
Cerbero a tre teste che ogni giorno si azzannano fra di loro.
Che può venir fuori da una situazione
così impossibile, se non il passaggio – una volta ancora – da un porcello
a un emerito troiaio?
Ogni volta che si riforma, prende l’angoscia,
perché le cose vanno sempre peggio e le soluzioni sono sempre più soluzioni finali.
Anzi, scusate: terminali o terminalistiche.
È che, fra tante menti sublimi della
nostra politica, non una sembra ragionare come si deve: con il buonsenso.
Osservate – semplicemente – il troiarium
delle Province.
Non vi sembra che gli accorpamenti
portino solo più confusione e più casino che mai? Quale sarebbe stata la vera
soluzione delle soluzioni se non – con un bel colpo di reni e secondo giustizia
– cancellarle di colpo tutte quante, senza farla tanto lunga e palloccolosa
e mandando a casa un esercito di riciclati inutili?
Non ne sono capaci. Né i politici (ma
di che? Se fanno solo sublime casino…) né i supertecnici, quei professori che,
nella maggior parte dei casi – visto che il nostro Parlamento ne è sempre stato
pieno e ridondante –, sono tutto fumo e niente arrosto, a cominciare dalla loro
vita accademica che, da quando diventano rappresentanti del popolo, cessa di
funzionare, pur se lo stipendio corre ugualmente.
Il fatto è che la politica, in questo
Paese, corre male. Né più né meno come i nostri treni dei pendolari: quando sì,
quando no, ma più no che sì.
Perché in buona sostanza – come del
resto è stato più volte documentato da inchieste giornalistiche provocatorie –
i nostri politici sembrano non avere la minima cultura ed essere degli
emblematici quadrupedi: non hanno mai letto le affinità elettive,
non sanno cosa sono e, se lo sanno, fanno finta di non saperlo o che non
esistano.
Ed è mai possibile essere governati
secondo i criteri della più pura asinitas che non capisce che certe
alleanze, certe intese, certi accordi non sono possibili in nessun modo proprio
perché contrari, per natura e non per convenzione, ai principi dell’affinità
chimica?
Benvenuta a un’altra settimana di casinum!
e.b. blogger
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[Lunedì 30 luglio 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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