QUARRATA. So benissimo che lavorare con il pubblico provoca stress.
Ve lo posso assicurare, dato che anche io, da buon dipendente del Comune di
Quarrata, quando ancora il Sindaco Mazzanti portava i pantaloni corti e l’ex-Sindaca
Sergio Gori le gonne sotto il ginocchio e i calzini bianchi corti, ho lavorato
allo sportello e al pubblico per qualche mese.
Fatto è che questo Comune così
democratizzato da 35 anni di Pci-Pd, forse dovrebbe dare un giro di valzer ai
propri impiegati.
Due giorni fa, nell’ufficio relazioni
con il pubblico, mancavano le schede per il referendum contro i superstipendi ai
deputati.
Si presentano due signori e chiedono di
poter firmare. L’impiegata – mi segnalano che sul sito del Comune c’è scritto il
nome di Gianna Bellini, ma poi ce lo dirà Marco Mazzanti se era lei o meno… –
risponde piuttosto seccata e senza nemmeno dare il buongiorno: «Le schede sono finite e quelle nuove devono essere firmate dal
segretario. Tornate a fine mattina».
Tutto bene se questi due signori non
avessero preso, per andare a firmare quelle schede lì, un permesso dal lavoro.
L’impiegata risponde che i due potranno tornare sabato mattina prossimo:
insomma, in altre parole, quel Comune che deve essere al servizio dei
cittadini, vuole, al contrario, i cittadini al servizio di se stesso e dei
propri indisponenti impiegati.
Ieri mattina la signora che ci ha
segnalato questo fatto, ha telefonato al centralino del Comune e, per circa un’ora,
c’era sempre il disco che informava che gli operatori erano tutti occupati.
Alla fine, all’interessata che si era rivola direttamente all’Urp, ha risposto
un geometra – che sostituisce la dottoressa Maria Teresa Giacomelli –, e ha riferito che le schede c’erano, ma per poterle
firmare l’ultimo giorno utile sarebbe stato proprio sabato 21 luglio prossimo,
entro le ore 12.
E voi vi domandate perché la gente
perda la calma e sia tutta una litigata con gli uffici pubblici?
La signora ci ha anche segnalato un
altro bell’esempio del moderno Comune democratico di Quarrata: «Ho anche
cercato di sapere se l’apertura straordinaria notturna della Villa La Magia va
prenotata e quanto costa, ma tuttora non sono riuscita a saperlo, ho dovuto
lasciare il mio recapito telefonico e dovrebbero chiamarmi appena lo sanno…». Che
organizzazione!
La gente, quando mi sente rammentare,
pensa che io sia prevenuto contro la pubblica amministrazione, ma non ha capito
una cosa: che sono 45 anni (tutto il mio periodo lavorativo) che lotto contro
la burocrazia per tutte le assurde angherie della categoria impiegatizia che
conosco direttamente e perfettamente per esserci passato in mezzo.
Ci lamentiamo che la Merkel non ci
possa vedere. Io credo che abbia ragione – pur nella sua storura mentale.
In Germania un impiegato che si
comporta così, che risponde non bene, che non è fornito di ciò di cui deve
essere fornito in tempo reale, fischia via in 24 ore: ed è così anche se voi
non ci credete. Noi italiani, per l’Europa, siamo quelli che chiedono i danni
da neve anche se abitano a Tripoli – la polemica è di questi giorni.
E siamo quelli che hanno una regione il
cui governatore, che ha fatto un buco di 5 miliardi, s’incazza perché si sente
un perseguitato e vuole staccarsi dall’Italia per andarsene con Malta.
Rigiro il problema a Mazzanti e al suo
vice Romiti.
Non si vergognano di questi disservizi,
loro che si presentavano come ‘il nuovo che avanza’ (e che, forse, è anche di
troppo)?
Tanto è chiaro che non risponderanno
nemmeno…
Edoardo Bianchini
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[Giovedì 19 luglio 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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