lunedì 23 luglio 2012

ROCCHINE’S STORY. COMINCIAMO PIÙ O MENO DALL’ORIGINE DEL PROGETTO


Da dove nascono le ‘gite venatorie’ delle Rocchine? – Parlano Renzo Mochi e l’architetto Paolo Baldeschi – Ma il progetto approvato è compatibile con la mancanza delle infrastrutture acqua-gas-rifiuti e del bacino antincendi boschivi non previsto da nessuno strumento e di grande impatto ambientale?

SERRAVALLE-PISTOIA. Nei giorni scorsi da un nostro lettore abbiamo ricevuto la lettera che segue, corredata da un intervento dell’ex-Sindaco di Serravalle, Renzo Mochi, che lamentava inesattezze su un articolo riguardante Le Rocchine a firma dell’architetto Paolo Baldeschi.
Per riprendere il discorso da capo – per partire, cioè, un po’ dalle origini –, non è male che chi segue questo scomodo blog, inizi a farsi un’idea di cosa il progetto potrebbe essere stato e, ad oggi, potrebbe essere e/o rappresentare all’interno dell’area protetta del Montalbano.

Vi si parla, come vedrete, di decisioni unilaterali del Comune di Serravalle in contrasto e all’insaputa degli altri 8 Comuni che si affacciano sul Montalbano; e anche del rifiuto netto di tutte le osservazioni prodotte, in rapporto al progetto, da Legambiente di Pistoia.
Insomma – a ben considerare – sembra di essere dinanzi a una vera e propria enciclopedia di quella che l’ex-Sindaco Mochi definiva, come vedrete nel suo intervento, una serie di «fasi del processo di partecipazione democratica»…
Buona lettura a tutti.
Q/n

Caro Dr. Bianchini,
Le invio questi documenti i quali forse possono servire a fare un po’ di luce sulla questione delle cosiddette “gite culturali” degli amministratori di Serravalle, chiarendo quale sia stata la posta in gioco, che ha spinto alcuni imprenditori ad “investire” del denaro per far divertire i nostri sgangherati politici, già dai tempi in cui c’erano ancora le vecchie lirette, e cioè l’inserimento nel Piano Strutturale del Comune, di una norma “ad aziendam”, la cui disinvolta applicazione ha permesso di travestire ipocritamente da Parco (delle Rocchine) ciò che, nella sostanza, credo che sia solo un pesante intervento edilizio a carattere speculativo sulle pendici del Montalbano.
Confidando nel rispetto della riservatezza del mittente La saluto cordialmente.
Lettera firmata

UN POLITICO CONFUTA E CHIARISCE DATI E FATTI
Renzo Mochi, Sindaco di Serravalle, e una replica di Paolo Baldeschi

Spett.le Redazione di eddyburg.it. In data 01.07.2007 sul sito www.eddyburg.it., è apparso un articolo dell’architetto Paolo Baldeschi dal titolo “Un villaggio turistico sul Montalbano”.
Vorrei rispondere a tale articolo partendo innanzitutto dal confutare alcuni dati numerici.
Il progetto in questione, detto anche delle Rocchine, non prevede la realizzazione di un villaggio di 55 mila metri cubi, bensì della metà (circa 24.000 mc.). Del 50% vanno ridotte anche le previsioni di ricettività giornaliera (non 800 come indicato nell’articolo bensì intorno a 400). Sempre in tema di dati tecnici vorrei aggiungere che l’altezza max degli edifici è di 5,40 metri per le residenze e di m. 7,00 per l’edificio polifunzionale (non si tratta dunque di grattacieli, ma di strutture assolutamente compatibili con l’ambiente circostante).
Al di là dei numeri intendo qui esporre, a beneficio anche dei lettori, alcune considerazioni sull’argomento.
Le Rocchine non sono quell’ecomostro che si vuole far apparire, ma un progetto di sviluppo turistico sostenibile che punta a superare i limiti del cosiddetto turismo “mordi e fuggi” e a dare vitalità all’intero tessuto economico. Un progetto che non è sorto all’improvviso, come si tende ad ironizzare nell’articolo suddetto, ma che trova autorevolezza e trasparenza nelle linee d’indirizzo fissate dal piano strutturale e puntuale definizione nel Regolamento Urbanistico. Occorre, io credo, da parte di tutti e, a maggior ragione, da parte di chi è titolare di competenze in materia urbanistica ed ambientale, avere più rispetto per gli strumenti urbanistici adottati in quanto, è bene sottolinearlo a beneficio di chi legge, dietro l’approvazione di tali strumenti ci sono mesi e mesi di lavoro, d’incontri con la gente, di discussioni in commissione e poi in consiglio comunale. Non si possono liquidare pertanto queste lunghe fasi del processo di partecipazione democratica come nulla fosse, senza il doveroso rispetto per il soggetto (Il Comune) che le ha promosse e i tanti attori in esso via via coinvolti (Regione e Provincia comprese).
Quel che sorprende in negativo non è tanto una posizione diversa sulla fattibilità del progetto, quanto l’insieme di semplificazioni che vengono scomodate sull’argomento, capaci perfino di confutare verità elementari quali quelle rappresentate dai ‘numeri’.
Continueremo, com’è giusto che sia, come Comune di Serravalle Pistoiese, gli approfondimenti nelle sedi istituzionali e con i cittadini attorno alla questione delle Rocchine, alla luce del piano particolareggiato appena presentato dai progettisti, ma rigettando pregiudiziali di principio ed attivando, invece, una partecipazione nel merito di un progetto che, nei nostri propositi, dovrà tendere a garantire sviluppo e modernità senza alterare storia, tradizioni e ambiente.
Serravalle Pistoiese, lì. 07.08.2007

E Paolo Baldeschi precisa…

Alla replica di Paolo Baldeschi premettiamo solo un’osservazione. Ci sembra che la legittimità sia, nel governo del territorio e altrove, una “pregiudiziale di principio” che non si debba mai rigettare, tanto meno da parte di un’amministrazione comunale e del suo capo (e.s.)

Il Sindaco di Serravalle Pistoiese, Renzo Mochi, contesta il mio commento sul villaggio turistico previsto nel Montalbano accusandomi di falsificare le cifre. Ho riportato la ricettività da un articolo apparso su Repubblica e non smentito, ma poco importa. Quello che importa è che i 55.000 metri cubi sono previsti nel Regolamento Urbanistico del Comune di Serravalle consultabile on line. Se nel frattempo il Comune ha cambiato idea tanto meglio. Nel mio commento non ho espresso giudizi sul villaggio anche se personalmente ritengo che si tratti di una scelta sbagliata prima di tutto da un punto di vista economico e che il Montalbano dovrebbe puntare sul cosiddetto “albergo diffuso” piuttosto che sui villaggi autosufficienti. Nel mio articolo mettevo in risalto che il percorso seguito dal Comune, a mio parere e a parere dei giuristi da me interpellati, nonché di un illustre consulente della Regione Toscana è del tutto illegittimo. Il villaggio doveva essere dimensionato nella UTOE prevista dal Piano Strutturale. Viceversa il Piano Strutturale contiene solo alcune generiche indicazioni e i mc e tutto il resto appaiono soltanto nel Regolamento Urbanistico. Su questo punto attendo una precisa risposta da parte del Sindaco e dai funzionari della Provincia e della Regione interpellati. Rimango dell’opinione che se tutti i Comuni toscani seguissero l’esempio di Serravalle potremmo considerare la LR 1/2005 carta straccia! (Paolo Baldeschi)

TWO YEARS AFTER. DAL 2007 AL 2009
Ma allora che cosa è cambiato, assessore Conti?

Autore: Baldeschi, Paolo – Data di pubblicazione: 02.11.2009 19:48

Il piano paesaggistico della Toscana tutela efficacemente...

Il piano paesaggistico della Toscana tutela efficacemente il territorio della regione, in particolare il suo patrimonio collinare? Si può discutere fin che si vuole sui principi, ma sono i fatti a dare le vere risposte. Circa due anni fa ho scritto su eddyburg.it a proposito di un caso esemplare di cattiva urbanistica: un villaggio turistico di circa 25.000 mc. – spacciato come complemento di un ‘parco’ di pochi ettari – da realizzare nel Comune di Serravalle Pistoiese, sul Montalbano, un territorio collinare delicato e di grande qualità paesaggistica. Si trattava di un insediamento che appariva nel regolamento urbanistico ma non era dimensionato nel piano strutturale, dove veniva adombrata tortuosamente l’eventualità che il RU prevedesse una struttura turistica ricettiva, “senza che ciò costituisse variante al PS (!)”. Procedura irregolare non solo per il mancato dimensionamento, ma perché, guarda caso, il RU localizzava l’intervento proprio in un’area di proprietà di un importante vivaista pistoiese, escludendo altre localizzazioni, possibili se si fosse seguita una procedura regolare.
Finalmente nell’ottobre 2009 la vicenda può dirsi conclusa: il piano attuativo del villaggio è stato approvato, ed è interessante vedere come e in qual modo. In risposta ad una mia lettera pubblicata su Repubblica in cui segnalavo il caso all’assessore al territorio della regione Toscana, Riccardo Conti, questi, sempre su Repubblica, rispondeva nel novembre 2007 “non trovo scandalosa una previsione di piano che in un parco immagina un intervento edilizio da destinare ad una limitata capacità di accoglienza per studenti o studiosi di passaggio. Cosa diversa è se mi trovo di fronte a un complesso turistico vero e proprio. Il Pit pone una riserva tale fino a prevedere specifiche procedure di contrasto” e aggiungeva l’assessore “Abbiamo da mesi concordato una linea con il Comune di Serravalle che prevede che non si proceda all’adozione del piano attuativo prima che, in accordo con la Provincia di Pistoia e con la Regione, il Comune non abbia provveduto a una ricognizione dei propri strumenti urbanistici, nel senso di un adeguamento alla legge 1 e al Pit. Questo lavoro in corso nei prossimi mesi porterà a un adeguamento normativo degli strumenti urbanistici e a un’adeguata dislocazione dell’intervento”.
Vediamo dunque in cosa consista l’adeguamento alla legge 1/2005 (la legge di governo del territorio) e al PIT che nel marzo del 2009 è stato adottato come piano paesaggistico e quali siano state le procedure di contrasto e l’adeguata dislocazione. Per ciò che riguarda la legge 1/2005, il Comune di Serravalle ha formalmente sanato l’illegittimità della procedura con una variante al PS in cui viene dimensionato l’intervento, senza alcuna ulteriore specificazione e rimanendo ferma la localizzazione già prevista nel RU.

Quanto al piano paesaggistico, questo prescrive che nel patrimonio collinare “gli strumenti della pianificazione territoriale dei comuni possono prevedere nuovi impegni di suolo a destinazione d’uso commerciale, ovvero turistica o per il tempo libero, … a condizione che dette destinazioni d’uso siano strettamente connesse e funzionali a quella agricolo-forestale (art. 21). Sempre secondo la disciplina del PIT, gli strumenti urbanistici comunali devono rispettare le direttive e prescrizioni contenute nelle ‘schede dei paesaggi’. Ma nella scheda 6, relativa all’ambito Pistoia, il Montalbano semplicemente non esiste. Un fatto stupefacente perché si tratta di un rilievo collinare posto ai margini della piana che va da Firenze a Pistoia, di grande valore paesaggistico, un patrimonio naturale e culturale che, secondo numerosi studi e progetti, dovrebbe diventare un’ area protetta.

Nel febbraio 2009 il Comune di Serravalle ha adottato il piano attuativo del villaggio turistico. Nella valutazione ambientale del piano (una volta tanto fatta con serietà) si afferma che “le zone interessate dai cantieri potrebbero alterare la composizione specifica, la struttura e la densità delle zone effettivamente coperte da bosco” (VA, p. 96). Inoltre, per quanto riguarda il paesaggio la VA sottolinea che “la realizzazione della struttura turistico-ricettiva prevista determinerà inevitabilmente, in un ambiente praticamente libero di edifici, impatti visivi dovuti agli ingombri di nuove sagome e la modifica del contesto locale, pur in un’ottica di progetto che limiti e mitighi tali effetti” (VA, p. 98). Ulteriori elementi di criticità sono rilevati nella VA per ciò che riguarda la viabilità di accesso, lo smaltimento dei rifiuti, la mancanza di acquedotto, metanodotto e fognature, e soprattutto per il rifornimento idrico che dovrà esser effettuato tramite nuovi pozzi; inoltre, “eventuali infiltrazioni di acque dagli strati superficiali a quelli sottostanti potrebbero causare interferenze significative con l’acquifero”, una falda classificata di pericolosità da media ad estremamente elevata (VA, p. 95). In aggiunta la VA indica come misura necessaria la realizzazione di un invaso a fine antincendio boschivi ed irriguo”. Invaso che non è previsto negli strumenti urbanistici, di realizzabilità problematica e che comunque provocherà con le opere di sbarramento, per la viabilità necessaria alla manutenzione e per le opere accessorie, un impatto paesaggistico estremamente negativo andando a modificare sostanzialmente la morfologia del territorio.

Ritorniamo al PIT. La disciplina del piano (art. 36) prevede che “le previsioni dei vigenti piani regolatori generali soggette a piano attuativo…, sono attuabili esclusivamente a seguito di deliberazione comunale che – per i comuni che hanno approvato ovvero solo adottato il Piano strutturale – verifichi e accerti la coerenza delle previsioni in parola ai principi, agli obiettivi e alle prescrizioni del Piano strutturale, vigente o adottato, nonché alle direttive e alle prescrizioni del presente Piano di indirizzo territoriale”. E, in effetti, il Comune di Serravalle ha deliberato nel giugno 2009 che il piano attuativo del villaggio è conforme al PIT.

Poiché la localizzazione del villaggio ricade all’interno di un’area boscata (per inciso: la tutela del patrimonio collinare presuppone che, nell’ambito degli strumenti di pianificazione, sia limitato al massimo il fenomeno della sottrazione di suolo agroforestale, PIT, art. 22) e quindi in un’area in cui vige il vincolo paesaggistico, il piano attuativo è stato sottoposto a conferenza di servizi (PIT, art. 36, 2 ter) nel settembre 2009. Alla conferenza hanno partecipato, oltre al Comune, Regione, Provincia e Soprintendenza, ma non gli altri 8 Comuni del Montalbano, nonostante che il ‘patto del Montalbano’, ratificato un protocollo d’intesa del 21/12/1999, impegni i Comuni a coordinare le proprie iniziative, forse perché in data 17 marzo 2005 tutti i sindaci espressero unanimemente parere contrario alla proposta dell’insediamento turistico ricettivo delle Rocchine. La conferenza ha dato il via libera al piano con alcune prescrizioni da rispettare nel progetto esecutivo. Conseguentemente, il piano attuativo è stato approvato il 9 ottobre 2009. Si tratta di un complesso turistico vero e proprio di 80 appartamenti e 372 posti letto e non un intervento edilizio da destinare ad una limitata capacità di accoglienza per studenti o studiosi di passaggio. L’osservazione di Legambiente di Pistoia, ampia e argomentata, è stata respinta dal Comune con l’incredibile motivazione che non è pertinente al piano particolareggiato, una scorciatoia che risparmia anche la fatica delle controdeduzioni.

La lezione che si ricava dalla vicenda è che il piano paesaggistico viene gestito dalla Regione Toscana in modo burocratico, e che le sue prescrizioni sono inefficaci. Il nodo critico rimane nel fatto che sono i Comuni a autocertificare la conformità dei propri strumenti urbanistici al PIT, ignorando le valutazioni ambientali quando non sono acquiescenti, mentre le osservazioni di associazioni o cittadini se scomode non sono prese in considerazione. Le conferenze di servizi sono precluse alla partecipazione dei Comuni limitrofi, ancorché direttamente interessati (non parliamo delle associazioni e dei comitati). Un ultimo consiglio agli altri comuni del Montalbano. Lasciate perdere il progetto di iscrivere il Montalbano nel patrimonio mondiale dell’Unesco. Prevedete, sull’esempio di Serravalle, un bel villaggio turistico, ognuno nel proprio territorio, e state tranquilli che – dato il precedente – né PIT, né conferenze di servizi avranno alcunché da obiettare in proposito. Ma mi raccomando, come prescrive il regolamento urbanistico di Serravalle, evitate l’uso di ‘tegoli portoghesi’ nelle coperture.

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[Lunedì 23 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]

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