di Luigi
Scardigli
Diego Occhiuzzi e Rosalba Forciniti: e siate onesti, ditemi
fino a ieri, in quanti abbiano mai sentito rammentare questi nomi. Ma sono i
nostri medagliati olimpionici, medagliati speciali, inoltre, perché meridionali
e si sa, lo sport trasuda sacrifici, quando praticato onestamente, doping, il
più delle volte, retorica, sempre, compresa quella del nostro primo cittadino –
Napolitano, eh, non Bertinelli –, che si è detto rappresentato da questi
ragazzi, dei quali, fino a ieri, ribadisco, nessun rotocalco, nemmeno quelli
sportivi, ne hanno mai parlato e raccontato le gesta.
Le medaglie azzurre, qualunque sia il loro conio, hanno
sempre strascichi leggendari, poi: tutti quelli che arrivano a conquistarne
una, raccontano di una vita di rinunce e di avercela fatta solo perché, alle
loro spalle, ci sono famiglie che hanno rinunciato a tutto. Ed è anche facile
che sia vero – ma anche no –, ma
quelle medaglie non contano nulla; le medaglie che contano alle Olimpiadi, che
sono quelle dell’atletica leggera, siamo onesti, non ne vinciamo dai tempi di
Pietro Mennea, la freccia di Barletta,
che dopo aver battuto tutto e tutti, con quel suo caracollare brutto, ma
fulmicotonico, ha dovuto mettersi all’anima di studiare e documentarsi, per
riuscire a sopravvivere: nessuna pubblicità, niente microfoni, alcun commento
degno di chi è arrivato a scendere sotto i 20 secondi nei 200 metri solo con la
voglia e la determinazione.
Ah, dimenticavo, c’è il flop della Pellegrini, la giunonica
nuotatrice: fanno notizia i suoi insuccessi, perché è veramente forte; ma ogni
volta che non arriva tra le prime, trova giustificazioni, spesso irritanti e
quasi sempre motivate da una pressione mediatica che non le facilita la vita:
se non ci facessi sapere con chi sei fidanzata e quante volte pratichi sesso
prima di una competizione, cara Federica, ti aspetteremmo in vasca, come tutte
le altre!
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[Martedì 31 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]
Figurarsi che dopo Mennea mi pareva che l'Italia avesse vinto due volte la Maratona olimpica...evidentemente mi ero sognato...
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