di
Lorenzo Cristofani
PISTOIA. Articolare e favorire un dibattito sulla consapevolezza del patrimonio monumentale inutilizzato della città di Pistoia, premessa indispensabile per ogni programmazione di medio e lungo termine, è – come detto in altre occasioni – una delle tante scommesse di questo blog.
Questo
fondamentale tentativo di avvicinare i cittadini alle scelte di programmazione
urbanistica e territoriale, in particolar modo in riferimento al patrimonio
inutilizzato, è stato avviato da qualche anno dall’Associazione Pistoia città di tutti,
grazie anche all’impegno di Lucia Gai e Gianluca Chelucci.
Come
non ricordare infatti le giornate di visite e dibattiti sui casi della SS.
Annunziata e San Lorenzo, felici occasioni di riscoperta, da parte dei
pistoiesi, del loro immenso serbatoio di storia e complessi monumentali?
Pertanto,
nell’ottica di rinvigorire e vivacizzare l’interesse dei cittadini, non sarebbe
male pensare ad una maggiore sinergia fra i tanti portatori d’interesse della
città. In particolare, qualche volenteroso consigliere comunale potrebbe farsi
carico di un passaggio prioritario per il pubblico dibattito, cioè quello di
ottenere un censimento dei vari
contenitori vuoti che costituiscono, nel loro insieme, detto patrimonio. Ogni
singolo elemento dovrebbe quindi aver semplicemente specificati: proprietà,
destinazione d’uso, opere o manufatti di
pregio o da restaurare – segnalati eventualmente dalla Soprintendenza –, situazione
strutturale-architettonica e previsioni attuali.
Questo
proprio perché non è pensabile affrontare la questione dei complessi
architettonici in maniera episodica e non integrata: slegare, tanto per fare un
esempio, il futuro della Fortezza di
Santa Barbara dal più ampio sistema di contenitori è, un errore strategico.
Come affrontare il tema delle funzioni del Ceppo, a ospedale trasferito, senza
considerare il contesto delle funzioni della città e di tutti i suoi
contenitori. Oppure escludere la forte interdipendenza tra complesso di San
Lorenzo e opportunità date dall’orto e dagli spazi in San Bartolomeo (sì,
perché il Vescovo, che affabula le masse in Duomo per la messa di S. Jacopo e
si guadagna scrosci di applausi da comizi elettorali, dovrà pur capire prima o
poi che non è un amministratore e non gli compete la pianificazione
urbanistica!).
I primi elementi del patrimonio storico culturale da censire
dovrebbero essere:
– ex chiesa di San Salvatore,
– ex chiesa di San Salvatore,
– ex chiesa di San Biagino
– ex chiesa di Santa Maria Nuova
– ex chiesa di Santa Liberata
– ex chiesa di San Iacopo in Castellare
– ex chiesa di San Leone
– ex oratorio di Sant’Ansano
– ex chiesa di San Lorenzo
– ex chiesa di San Desiderio
– ex Cappella (di recente restauro) dell’ex Convento delle
Benedettine, sul cortile del Forteguerri-Vannucci.
E
ancora: il cosiddetto convento delle Crocifissine, parzialmente destinato a
convitto, e quello a fianco, sempre in via della Provvidenza, di San Giorgio,
con chiesa annessa ma dismesso da decenni.
Dopo
di che potrà iniziare la riflessione, per individuare eventuali esigenze pubbliche e
possibilità di interventi. Non sarebbe nemmeno da escludere un bando, anche di
sole idee e proposte, da inviare
a tutte le Fondazioni culturali, italiane, europee e internazionali (i
giapponesi amano la città), ma anche a tutte le scuole e istituti pistoiesi.
Giusto
per assicurare il massimo radicamento e il miglior livello di approfondimento,
almeno dibattito e, perché no, anche per le soluzioni.
Cliccare
sull’immagine per ingrandirla.
Nelle
foto: alcuni dei monumenti da recuperare.
[Sabato 28
luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]
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