di Lorenzo
Cristofani
PISTOIA. Recita una lapide in via Abbi Pazienza: Questo palazzo, che fu di
Niccolò Sozzifanti, l’erede Carlo Lodovico di Borbone (*) donava al Comune di
Pistoia l’anno 1863 perché vi si accogliessero istituti di pubblica beneficenza
e nel 1914 il Consiglio del Popolo, adempiendo la volontà del donatore, volle
concesso al Monte di Pietà perché le sue secolari benemerenze accrescesse con
nuovi frutti di soccorrevole carità cittadina.
Le secolari benemerenze del Monte di Pietà, riassorbite in parte e per
un certo periodo di tempo dalla Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, si sono
purtroppo esaurite: la storia è inesorabile e non si può che prenderne atto. In
compenso però, il palazzo Sozzifanti, conosciuto anche come Buontalenti, uno
degli episodi più interessanti dell’architettura medicea Granducale del ‘500 a
Pistoia – come scrive la carissima Lucia Gai in un saggio dedicato all’edificio
in questione – è stato sottratto alla comunità pistoiese, il legittimo erede per
volontà del donatore.
Di fatto, oltre al danno, la beffa: non solo i cittadini
pistoiesi sono stati privati di spazi destinati alla pubblica beneficenza, il
palazzo infatti è stato trasformato in banalissimi appartamenti residenziali,
ma addirittura la manomissione del cortile signorile ha definitivamente segnato
uno sgarbo alla collettività, veramente di pessimo gusto.
Come si è potuto banalizzare così un monumentale contenitore di
funzioni donato alla collettività? E soprattutto, come mai Soprintendenza e
commissioni edilizie hanno permesso di deturpare e modificare lo spazio nobile
del cortile, ricoprendo il terreno con banalissime piastrelle che niente hanno
in comune con la pietra serena e le nobili forme di un palazzo storico?
Se non sbaglio il regolamento edilizio sarebbe anche severo su questi
interventi. Ma ancora, permettere di ricoprire la terra e abbattere alberi di
un cortile signorile, che ospitava peraltro anche i granduchi in trasferta a
Pistoia, per ricavare un parcheggio condominiale nel pieno centro storico di
una città medioevale, è veramente una scelta moderna? Sarebbe successo, questo,
a Lucca o in città storiche che credono nell’arte e nella storia come beni di
pregio, attrattivi e da tutelare?
I veri popoli barbari non sono quelli che non hanno mai
conosciuto la grandezza ma quelli che, avendola conosciuta in passato, non sono
più in grado di riconoscerla. In aggiunta, alla luce di questi atti di
vandalismo e inciviltà non si capisce proprio perché comunque esistono casi in
cui si nega a privati l’adeguamento di strutture moderne, come qui denunciato,
che non rovinano né la storia né il prezioso verde del centro storico.
A queste domande potrebbero iniziare a dare una propria opinione in
molti, amministratori di allora, dirigenti comunali, storici dell’arte e
addetti i lavori. Un particolare commento è poi gradito da parte della Società
Pistoiese di Storia Patria, visto che per anni ha avuto la sede nel palazzo
Sozzifanti e visto che come istituzione dovrebbe essere sensibile a queste
vicende.
Il palazzo Sozzifanti è stato uno dei più importanti della città, nel
1799 si radunarono lì le autorità civiche e i comandanti delle forze militari
francesi, che partirono in corteo per andare a innalzare in piazza del Duomo l’albero
della libertà.
Sic transit gloria mundi.
(*) Carlo Lodovico di Borbone era stato duca di Lucca e aveva ideato e
realizzato, d’intesa col granduca Leopoldo II d’Asburgo Lorena, la prima tratta
ferroviaria internazionale della storia, che esiste ancora oggi e collega Lucca
a Pistoia. Un unico binario, sempre ancora oggi, a più di 150 anni di distanza.
Che bel progresso!
[Sabato 23 giugno 2012 - © Quarrata/news 2012]
Forse perché l'ufficio preposto era intento a riscuotere migliaia di euro di sanzione per differenze di qualche centimetro su tramezzi interni di appartamenti recenti
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