sabato 30 giugno 2012

ACQUA, PUBLIACQUA E LA LEGALISSIMA REGIONE DELL’ILLEGALITÀ


di Lorenzo Cristofani

Perché Enrico Rossi non fa sentire la sua voce, almeno dai suoi post di facebook, che riempie sovente di inenarrabili banalità e discorsi da bar?

PISTOIA. «È vergognoso che la Regione Toscana non faccia niente per aiutare i propri cittadini nel rispetto della legge». Queste le parole di Rosanna Crocini, portavoce del comitato referendario per l’acqua pubblica pistoiese. Parole sante e da scolpire su tutte le piazze, verrebbe da aggiungere.
Il 12 di giugno 2011, 26 milioni di italiani hanno votato due quesiti referendari che, ad un anno di distanza, non hanno ancora avuto l’attuazione dovuta. Per festeggiare dunque, ironicamente e provocatoriamente, l’anniversario di questa votazione, i comitati referendari della Toscana si sono riuniti sotto il palazzo della Regione, a Firenze, con una torta e una candelina.

L’esito referendario toglieva, dalle bollette idriche recapitate alle famiglie, la remunerazione del capitale investito dall’ente gestore (nel nostro caso Publiacqua s.p.a.) –fissata al 7% – e definiva una diversa gestione e affidamento di questo servizio (fuori l’acqua dal mercato! ) cioè la non rilevanza economica –, preludio per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato.
Tuttavia i politici toscani non hanno rispettato il referendum e di conseguenza continuano a mantenere una preoccupante situazione illegalità, dal momento che la Corte Costituzionale, con apposita sentenza, ha dichiarato applicabile l’esito referendario.
«Ma perché le forze che allora hanno votato sì ora non si esprimono?» aggiunge Carlo Dami, altro noto esponente di questa come di altre battaglie per legalità e la democrazia. «Dovrebbero scandalizzarsi di questo fatto, che dopo un anno è ancora presente la quota di remunerazione del capitale, nonostante sia stata abrogata». E ha perfettamente ragione, perché questa situazione di illegalità crea sfiducia nella politica, anzi è proprio questa la vera antipolitica. Portata avanti da una regione a maggioranza democratica, dove il rispetto delle regole è conclamato e rimarcato in tutte le occasioni, dove convegni e dibattiti sulla legalità sono quasi un fatto antropologico, al pari del carnevale di Viareggio.
E allora perché Enrico Rossi non fa sentire la sua voce, almeno dai suoi post di facebook, che riempie sovente di inenarrabili banalità e discorsi da bar?
Perché il segretario del Pd pistoiese Paolo Bruni, che se non sbaglio sventolava la bandiera del Pd al corteo della vittoria referendaria dello scorso anno, non dice pio?
Dove sono gli zelanti giovani democratici, che parlano tanto di beni comuni ma dimenticano l’acqua, che ne è sicuramente il simbolo?
In ogni caso la parola, e l’azione, spetta ora ai sindaci e ai Consigli Comunali della provincia di Pistoia, che da poco si sono insediati. La legge non è un’opinione e va rispettata.
Per questo gli uomini e le donne del comitato referendario hanno deciso di adeguarsi alla sentenza della Corte Costituzionale e autoridursi così la quota abrogata dal referendum, pagando cioè a Publiacqua solo la quota dovuta.
Si prevedono duri scontri.


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[Sabato 30 giugno 2012 - © Quarrata/news 2012]

3 commenti:

  1. Cosa dire ancora? E' sicuramente scandaloso che sia consentita, in barba alla Legge, la prosecuzione nella gestione privatistica del bene primario per eccellenza. Una gestione che, in molti casi per non dire nella pluralità, ha portato problemi, soprattutto di natura economica. ATO1 (Gaia) non sta rimborsando i mutui ai comuni, versa in un deficit pauroso! Allora perché la Regione non interviene così come è stata zelante ad applicare la normativa? Cosa c'è in gioco? Poltrone? Favori? Cosa altro? Siamo ormai abituati a questi giochini, non ci scandalizzano più. Ci indigna, e molto se mai ce ne fosse ancora bisogno, che i nostri rappreentanti - talvolta democraticamente scelti - non stanno facendo niente per i rappresentati. Sta diventando una situazione insostenibile.

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  2. Da dire ci sono molte cose. Prima sarebbe però utile anche ascoltare bene le posizioni di rappresentanti degli schieramenti politici che si sono battuti per l'acqua in maniera non strumentale. Penso a IDV e SEL. Se Michele Parronchi, tanto per fare il nome di uno che ha raccolto le firme con convinzione, fosse così gentile da aggiornarci sulla situazione ( avuta fino ad oggi) e sugli scenari prossimi, farebbe una grande cortesia a tutti. Non se ne può più del gioco del silenzio. Si scrive acqua, si legge democrazia.
    Lorenzo Cristofani

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  3. Caro Lorenzo,ti ringrazio per avermi menzionato su una battaglia che condivido e partecipo dal 2005 con la raccolta firme per la legge d`iniziativa popolare e di cui fui il primo promotore all`interno del mio partito, quando lo stesso Di Pietro ne sapeva ben poco.
    Perdonami la pubblicita`, ma quando ne indovini almeno una...
    Attualmente e`da quando sono concluse le amministrative che dico che la prima richiesta da fare nel cons. com. di Pistoia sia una mozione condivisa in cui si prendino posizioni serie da parte dell`amministrazione in tal senso.
    Purtroppo la politica e`una brutta bestia e se non hai ruolo, non sono molti ad essere interessati ad ascoltarti.
    Anzi e`da diverso tempo che e` di moda additarmi come il peggior male della politica pistoiese, ma anche questa e`personale pubblicita`. Io, come ben sai, non sono in consiglio, anzi attualmente sono proprio fuori dall`Italia in Finlandia a casa di mia moglie e torno fra pochi giorni. Se vuoi, posso contattarti appena torno ed iniziare di nuovo "a rompere" sul tema che mi e`da sempre caro e costringere fin quello che possiamo a portare in consiglio una proposta fattibile.
    Del resto, l`attuale Sindaco ha fatto campagna con quei buoni propositi.
    Altra questione e`il livello regionale, vediamo anche li cosa possiamo fare, ci sono consiglieri di buona volonta`con cui possiamo parlare.
    Credo di non aver mai fatto mancare la mia disponibilita`alle persone di buona fede e volonta`.
    E te sei una di quelle.
    Di piu` nin so.

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