di Lorenzo Cristofani
Perché
Enrico Rossi non fa sentire la sua voce, almeno dai suoi post di facebook, che
riempie sovente di inenarrabili banalità e discorsi da bar?
PISTOIA. «È vergognoso
che la Regione Toscana non faccia niente per aiutare i propri cittadini nel
rispetto della legge».
Queste le parole di Rosanna Crocini, portavoce del comitato referendario per l’acqua
pubblica pistoiese. Parole sante e da scolpire su tutte le piazze, verrebbe da
aggiungere.
Il 12 di
giugno 2011, 26 milioni di italiani hanno votato due quesiti referendari che, ad
un anno di distanza, non hanno ancora avuto l’attuazione dovuta. Per festeggiare
dunque, ironicamente e provocatoriamente, l’anniversario di questa votazione, i
comitati referendari della Toscana si sono riuniti sotto il palazzo della
Regione, a Firenze, con una torta e una candelina.
L’esito
referendario toglieva, dalle bollette idriche recapitate alle famiglie, la remunerazione
del capitale investito dall’ente gestore (nel nostro caso Publiacqua s.p.a.) –fissata
al 7% – e definiva una diversa gestione e affidamento
di questo servizio (fuori l’acqua dal
mercato! ) – cioè la non rilevanza
economica –, preludio per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato.
Tuttavia i
politici toscani non hanno rispettato il referendum e di conseguenza continuano
a mantenere una preoccupante situazione illegalità, dal momento che la Corte
Costituzionale, con apposita sentenza, ha dichiarato applicabile l’esito
referendario.
«Ma perché le
forze che allora hanno votato sì ora non si esprimono?» aggiunge
Carlo Dami, altro noto esponente di questa come di altre battaglie per legalità
e la democrazia. «Dovrebbero
scandalizzarsi di questo fatto, che dopo un anno è ancora presente la quota di
remunerazione del capitale, nonostante sia stata abrogata». E ha
perfettamente
ragione, perché questa situazione di illegalità crea sfiducia nella politica,
anzi è proprio questa la vera antipolitica. Portata avanti da una regione a
maggioranza democratica, dove il
rispetto delle regole è conclamato e rimarcato in tutte le occasioni, dove
convegni e dibattiti sulla legalità sono quasi un fatto antropologico, al pari
del carnevale di Viareggio.
E allora
perché Enrico Rossi non fa sentire la sua voce, almeno dai suoi post di
facebook, che riempie sovente di inenarrabili banalità e discorsi da bar?
Perché il
segretario del Pd pistoiese Paolo Bruni, che se non sbaglio sventolava la
bandiera del Pd al corteo della vittoria referendaria dello scorso anno, non dice
pio?
Dove sono
gli zelanti giovani democratici, che parlano tanto di beni comuni ma
dimenticano l’acqua, che ne è sicuramente il simbolo?
In ogni
caso la parola, e l’azione, spetta ora ai sindaci e ai Consigli Comunali della
provincia di Pistoia, che da poco si sono insediati. La legge non è un’opinione
e va rispettata.
Per questo
gli uomini e le donne del comitato referendario hanno deciso di adeguarsi alla
sentenza della Corte Costituzionale e autoridursi così la quota abrogata
dal referendum, pagando cioè a Publiacqua solo la quota dovuta.
Si
prevedono duri scontri.
Cliccare
sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 30
giugno 2012 - © Quarrata/news 2012]
Cosa dire ancora? E' sicuramente scandaloso che sia consentita, in barba alla Legge, la prosecuzione nella gestione privatistica del bene primario per eccellenza. Una gestione che, in molti casi per non dire nella pluralità, ha portato problemi, soprattutto di natura economica. ATO1 (Gaia) non sta rimborsando i mutui ai comuni, versa in un deficit pauroso! Allora perché la Regione non interviene così come è stata zelante ad applicare la normativa? Cosa c'è in gioco? Poltrone? Favori? Cosa altro? Siamo ormai abituati a questi giochini, non ci scandalizzano più. Ci indigna, e molto se mai ce ne fosse ancora bisogno, che i nostri rappreentanti - talvolta democraticamente scelti - non stanno facendo niente per i rappresentati. Sta diventando una situazione insostenibile.
RispondiEliminaDa dire ci sono molte cose. Prima sarebbe però utile anche ascoltare bene le posizioni di rappresentanti degli schieramenti politici che si sono battuti per l'acqua in maniera non strumentale. Penso a IDV e SEL. Se Michele Parronchi, tanto per fare il nome di uno che ha raccolto le firme con convinzione, fosse così gentile da aggiornarci sulla situazione ( avuta fino ad oggi) e sugli scenari prossimi, farebbe una grande cortesia a tutti. Non se ne può più del gioco del silenzio. Si scrive acqua, si legge democrazia.
RispondiEliminaLorenzo Cristofani
Caro Lorenzo,ti ringrazio per avermi menzionato su una battaglia che condivido e partecipo dal 2005 con la raccolta firme per la legge d`iniziativa popolare e di cui fui il primo promotore all`interno del mio partito, quando lo stesso Di Pietro ne sapeva ben poco.
RispondiEliminaPerdonami la pubblicita`, ma quando ne indovini almeno una...
Attualmente e`da quando sono concluse le amministrative che dico che la prima richiesta da fare nel cons. com. di Pistoia sia una mozione condivisa in cui si prendino posizioni serie da parte dell`amministrazione in tal senso.
Purtroppo la politica e`una brutta bestia e se non hai ruolo, non sono molti ad essere interessati ad ascoltarti.
Anzi e`da diverso tempo che e` di moda additarmi come il peggior male della politica pistoiese, ma anche questa e`personale pubblicita`. Io, come ben sai, non sono in consiglio, anzi attualmente sono proprio fuori dall`Italia in Finlandia a casa di mia moglie e torno fra pochi giorni. Se vuoi, posso contattarti appena torno ed iniziare di nuovo "a rompere" sul tema che mi e`da sempre caro e costringere fin quello che possiamo a portare in consiglio una proposta fattibile.
Del resto, l`attuale Sindaco ha fatto campagna con quei buoni propositi.
Altra questione e`il livello regionale, vediamo anche li cosa possiamo fare, ci sono consiglieri di buona volonta`con cui possiamo parlare.
Credo di non aver mai fatto mancare la mia disponibilita`alle persone di buona fede e volonta`.
E te sei una di quelle.
Di piu` nin so.