martedì 26 giugno 2012

IL TERAPEUTA A QUATTRO ZAMPE ALLA ‘CASA DI ALICE’


Conclusa positivamente l’esperienza di ‘pet therapy’ con le cagnoline Isotta, Dafne, Kaila della Scuola Cinofila Febo per diciotto ragazzi disabili

PISTOIA. Si è conclusa positivamente la coinvolgente esperienza di Pet Therapy all’interno del centro socio riabilitativo la Casa di Alice, in località Pontelungo Pistoia. Il progetto, che avuto la durata di quasi due mesi, con sei incontri, è stato effettuato dai volontari della Scuola Cinofila Febo della Misercordia di Pistoia diretta da Franco Bendinelli. Il progetto ha ottenuto ottimi risultati per i ragazzi che lo hanno seguito, tanto da indurre gli operatori a riproporlo per il prossimo anno.

Cos’è la Casa di Alice. La Casa di Alice è una struttura diurna territoriale che attualmente accoglie venti adulti diversamente abili che hanno terminato il percorso scolastico e per i quali non è possibile accedere ad inserimenti nei percorsi formativi professionali o del lavoro. La frequenza del centro permette di svolgere molte attività di tipo prevalentemente laboratoriale e attività specialistiche riabilitative, tra le quali nell’ultimo hanno è stata inserita anche la Pet Therapy grazie alla raccolta di fondi e varie contributi. La realizzazione del Progetto è stata possibile anche grazie alla collaborazione con il Comitato dei genitori della Casa di Alice che ha finanziato le spese utilizzando le donazioni ricevute da varie Associazioni della città.
La Pet Therapy. L’idea di inserire la Pet Therapy nella Casa di Alice è stata proposta dagli stessi volontari della Febo a seguito del progetto sperimentale, che ha dato esiti molto positivi, condotto presso il Panta Rei di Quarrata, un altro centro socio riabilitativo della Ausl3 dove l’introduzione dei cani ha aiutato gli utenti in obiettivi terapeutici ancora più definiti. Con l’intento di sviluppare ulteriormente le potenzialità dei ragazzi che frequentano la Casa di Alice i dirigenti dei servizi sociali della Ausl3, in particolare il dottor Luigi Rossi e la dottoressa Luciana Chiti rispettivamente responsabile zona distretto e direttore unità operativa assistenza sociale zona pistoiese, e la responsabile della struttura Antonella Pini hanno accolto con interesse la proposta degli operatori della Scuola Cinofila Febo.
Il progetto. Si è svolto con incontri settimanali pomeridiani ed hanno partecipato all’attività tutti e diciotto i ragazzi e le tre cagnoline, Isotta, Dafne e Kaila con i rispettivi operatori, Ugo, Giuliana e Paola. I ragazzi sono stati suddivisi in tre gruppi, uno per ogni cagnolina ed il suo operatore, in modo da ottenere degli abbinamenti e creare delle affinità cane-pazienti. Hanno partecipato alla costituzione dei gruppi oltre alla dottoressa Donatella Frosini, responsabile del progetto educativo, anche la veterinaria comportamentale Ilaria Ballotti e la psicoterapeuta Silvana Guiducci.
I principali obiettivi del progetto erano quelli di far familiarizzare i ragazzi con il cane per poter poi arrivare a dargli semplici comandi. Ogni ragazzo ha iniziato ad avvicinarsi al cane del proprio gruppo, a conoscerlo e a farci amicizia. Gli operatori cinofili hanno insegnato ai ragazzi a riconoscere le varie parti del corpo dell’animale e spiegato abitudini, caratteristiche dei cani.
Nei giorni successivi agli incontri i ragazzi, durante la normale attività del Centro, hanno rielaborato l’esperienza con rappresentazioni grafiche molto significative.
“Alcuni ragazzi che al primo incontro erano abbastanza timorosi nei confronti del cane –spiega Antonella Pini – e tendevano ad indietreggiare quando il cane gli passava vicino, gradualmente hanno vinto la propria paura ed hanno iniziato a dargli dei bocconcini al cane, ad accarezzarlo e ad interagirci dando dei semplici comandi o portandolo a guinzaglio. Altri – riferisce ancora la responsabile del centro – sono riusciti a controllare la propria impulsività riuscendo a rispettare i tempi del cane, a moderare i propri movimenti o il tono della voce. Con i volontari cinofili e le tre cagnoline si è creato un bel rapporto, all’ultimo incontro i ragazzi hanno preparato un regalino per ogni cagnolina come generalmente si fa fra amici”.       
“E’ stata un’esperienza molto coinvolgente per tutti – raccontano gli operatori che lavorano alla Casa di Alice della coop Seaf – ed è stato un crescendo di emozioni ad ogni incontro. E’ stato molto bello vedere il percorso di crescita fatto da ogni ragazzo e l’entusiasmo che ognuno ha manifestato durante tutto il progetto”.
Daniela Ponticelli
Ufficio Stampa – Usl3

COS’È LA PET THERAPY

Pet Therapy, in italiano Uso Terapeutico degli Animali da Compagnia (Utac), è un termine generico che indica l’utilizzo di animali, quali cooterapeuti, a supporto di terapie di alcune patologie e si rivolge in genere a persone con problemi fisici e/o psichici. Gli interventi di cooterapia hanno lo scopo di promuovere e migliorare le funzioni fisiche, sociali, emozionali e cognitive; si è evidenziato, infatti, che la diversità dell’ animale rispetto alla logica delle relazioni interumane (giudizio, competizione, omologazione ecc.) offre prospettive inedite: laddove le capacità di comunicazione e/o relazione tra uomo e uomo sono compromesse, il contatto con l’animale, caratterizzato da immediatezza, spontaneità, assenza di giudizio o critica, permette al paziente di superare molti timori e percezioni di inadeguatezza. La fiducia e l’apprezzamento incondizionato che mostra il cane favorisce nel paziente lo sviluppo di un senso di sé positivo. Il cane Pet operator, inoltre, è in grado di riconoscere la disabilità della persona e riesce a modulare naturalmente il suo comportamento in modo da rispettarne le caratteristiche. A differenza dell’uomo però non giudica le diversità e il suo comportamento non è influenzato da pregiudizi o implicazioni morali che possono condizionarne negativamente i rapporti. Certi aspetti quali un’eccessiva salivazione, odori forti e vocalizzazioni particolari, stereotipie comportamentali che solitamente generano distanza nel rapporto tra gli esseri umani, sono elementi abituali nel mondo comunicativo-relazionale dei cani e quindi non solo non generano reazioni di rifiuto o di fuga ma spesso catalizzano l’attenzione e l’interesse.
Gli animali vengono così impegnati a scopo terapeutico nelle scuole, nelle R.S.A, nei centri di riabilitazione, negli ospedali, nei programmi di recupero per tossicodipendenti o per la riabilitazione di soggetti affetti dal virus dell’Hiv, da spina bifida, dal morbo di Alzheimer, da sindrome di Down, da autismo.
Breve storia
La pet therapy nacque in America nel 1953 grazie al neuropsichiatra infantile Boris Levison, il quale notò che la presenza del proprio cane come cooterapeuta aveva effetti positivi durante le sedute dei suoi piccoli pazienti. Documentò il modo in cui l’animale da compagnia fungeva da ponte tra il professionista e il paziente, favorendo il costituirsi di una alleanza terapeutica e fornendo al paziente la motivazione a partecipare attivamente al processo terapeutico stesso. L’animale forniva al bambino la possibilità di proiettare il proprio mondo interiore, difficilmente esprimibile, ed era occasione di scambio affettivo, ludico e di comunicazione non verbale.
Grandi personalità nel campo della ricerca psicologica ed etologica, come Bowlby e Lorenz, sottolineano l’importanza dello scambio affettivo ed emozionale per il benessere e la salute di un individuo e sono proprio queste le variabili principali che entrano in gioco nella relazione uomo-animale. Molti psicologi hanno anche compiuto osservazioni per verificare l’utilità pratica dell’impiego della Pet Therapy. Bernard (1989) ha rilevato, sui bambini mentalmente ritardati, l’effetto maggiormente stimolante della presenza di un cane rispetto a un giocattolo. Analogamente Pellettier (1989) ha ipotizzato come la presenza di un animale familiare potesse determinare in bambini affetti dalla sindrome di Down uno sviluppo significativo di comportamenti sociali positivi verso l’animale e una diminuzione significativa di comportamenti sociali negativi.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Nelle foto: Ugo con Isotta, Giuliana con Dafne e Paola con Kaila; e un momento della terapia.
[Martedì 26 giugno 2012 - © Quarrata/news 2012]

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