Conclusa positivamente l’esperienza di ‘pet
therapy’ con le cagnoline Isotta, Dafne, Kaila della Scuola Cinofila Febo per
diciotto ragazzi disabili
PISTOIA. Si è conclusa positivamente la coinvolgente esperienza di
Pet Therapy all’interno del centro socio riabilitativo la Casa di Alice, in
località Pontelungo Pistoia. Il progetto, che avuto la durata di quasi due
mesi, con sei incontri, è stato effettuato dai volontari della Scuola Cinofila
Febo della Misercordia di Pistoia diretta da Franco Bendinelli. Il progetto ha
ottenuto ottimi risultati per i ragazzi che lo hanno seguito, tanto da indurre
gli operatori a riproporlo per il prossimo anno.
Cos’è la Casa di Alice. La Casa di
Alice è una struttura diurna territoriale che attualmente accoglie venti adulti
diversamente abili che hanno terminato il percorso scolastico e per i quali non
è possibile accedere ad inserimenti nei percorsi formativi professionali o del
lavoro. La frequenza del centro permette di svolgere molte attività di tipo
prevalentemente laboratoriale e attività specialistiche riabilitative, tra le
quali nell’ultimo hanno è stata inserita anche la Pet Therapy grazie alla
raccolta di fondi e varie contributi. La realizzazione del Progetto è stata possibile
anche grazie alla collaborazione con il Comitato dei genitori della Casa di
Alice che ha finanziato le spese utilizzando le donazioni ricevute da varie
Associazioni della città.
La Pet Therapy. L’idea di inserire la
Pet Therapy nella Casa di Alice è stata proposta dagli stessi volontari della
Febo a seguito del progetto sperimentale, che ha dato esiti molto positivi,
condotto presso il Panta Rei di Quarrata, un altro centro socio riabilitativo
della Ausl3 dove l’introduzione dei cani ha aiutato gli utenti in obiettivi
terapeutici ancora più definiti. Con l’intento di sviluppare ulteriormente le
potenzialità dei ragazzi che frequentano la Casa di Alice i dirigenti dei
servizi sociali della Ausl3, in particolare il dottor Luigi Rossi e la
dottoressa Luciana Chiti rispettivamente responsabile zona distretto e
direttore unità operativa assistenza sociale zona pistoiese, e la responsabile
della struttura Antonella Pini hanno accolto con interesse la proposta degli
operatori della Scuola Cinofila Febo.
Il progetto. Si è svolto con incontri
settimanali pomeridiani ed hanno partecipato all’attività tutti e diciotto i
ragazzi e le tre cagnoline, Isotta, Dafne e Kaila con i rispettivi operatori,
Ugo, Giuliana e Paola. I ragazzi sono stati suddivisi in tre gruppi, uno per
ogni cagnolina ed il suo operatore, in modo da ottenere degli abbinamenti e
creare delle affinità cane-pazienti. Hanno partecipato alla costituzione dei
gruppi oltre alla dottoressa Donatella Frosini, responsabile del progetto
educativo, anche la veterinaria comportamentale Ilaria Ballotti e la
psicoterapeuta Silvana Guiducci.
I principali obiettivi del progetto
erano quelli di far familiarizzare i ragazzi con il cane per poter poi arrivare
a dargli semplici comandi. Ogni ragazzo ha iniziato ad avvicinarsi al cane del
proprio gruppo, a conoscerlo e a farci amicizia. Gli operatori cinofili hanno
insegnato ai ragazzi a riconoscere le varie parti del corpo dell’animale e spiegato
abitudini, caratteristiche dei cani.
Nei giorni successivi agli incontri i
ragazzi, durante la normale attività del Centro, hanno rielaborato l’esperienza
con rappresentazioni grafiche molto significative.
“Alcuni ragazzi che al primo incontro
erano abbastanza timorosi nei confronti del cane –spiega Antonella Pini – e
tendevano ad indietreggiare quando il cane gli passava vicino, gradualmente
hanno vinto la propria paura ed hanno iniziato a dargli dei bocconcini al cane,
ad accarezzarlo e ad interagirci dando dei semplici comandi o portandolo a
guinzaglio. Altri – riferisce ancora la responsabile del centro – sono riusciti
a controllare la propria impulsività riuscendo a rispettare i tempi del cane, a
moderare i propri movimenti o il tono della voce. Con i volontari cinofili e le
tre cagnoline si è creato un bel rapporto, all’ultimo incontro i ragazzi hanno
preparato un regalino per ogni cagnolina come generalmente si fa fra amici”.
“E’ stata un’esperienza molto
coinvolgente per tutti – raccontano gli operatori che lavorano alla Casa di
Alice della coop Seaf – ed è stato un crescendo di emozioni ad ogni incontro. E’
stato molto bello vedere il percorso di crescita fatto da ogni ragazzo e l’entusiasmo
che ognuno ha manifestato durante tutto il progetto”.
Daniela Ponticelli
Ufficio Stampa – Usl3
COS’È LA PET THERAPY
Pet Therapy, in italiano Uso Terapeutico degli Animali da Compagnia (Utac),
è un termine generico che indica l’utilizzo di animali, quali cooterapeuti, a
supporto di terapie di alcune patologie e si rivolge in genere a persone con
problemi fisici e/o psichici. Gli interventi di cooterapia hanno lo scopo di
promuovere e migliorare le funzioni fisiche, sociali, emozionali e cognitive;
si è evidenziato, infatti, che la diversità dell’ animale rispetto alla logica
delle relazioni interumane (giudizio, competizione, omologazione ecc.) offre
prospettive inedite: laddove le capacità di comunicazione e/o relazione tra
uomo e uomo sono compromesse, il contatto con l’animale, caratterizzato da
immediatezza, spontaneità, assenza di giudizio o critica, permette al paziente
di superare molti timori e percezioni di inadeguatezza. La fiducia e l’apprezzamento
incondizionato che mostra il cane favorisce nel paziente lo sviluppo di un
senso di sé positivo. Il cane Pet operator, inoltre, è in grado di riconoscere
la disabilità della persona e riesce a modulare naturalmente il suo
comportamento in modo da rispettarne le caratteristiche. A differenza dell’uomo
però non giudica le diversità e il suo comportamento non è influenzato da
pregiudizi o implicazioni morali che possono condizionarne negativamente i
rapporti. Certi aspetti quali un’eccessiva salivazione, odori forti e
vocalizzazioni particolari, stereotipie comportamentali che solitamente
generano distanza nel rapporto tra gli esseri umani, sono elementi abituali nel
mondo comunicativo-relazionale dei cani e quindi non solo non generano reazioni
di rifiuto o di fuga ma spesso catalizzano l’attenzione e l’interesse.
Gli animali vengono così impegnati a
scopo terapeutico nelle scuole, nelle R.S.A, nei centri di riabilitazione,
negli ospedali, nei programmi di recupero per tossicodipendenti o per la
riabilitazione di soggetti affetti dal virus dell’Hiv, da spina bifida, dal
morbo di Alzheimer, da sindrome di Down, da autismo.
Breve storia
La pet therapy nacque in America nel
1953 grazie al neuropsichiatra infantile Boris Levison, il quale notò che la
presenza del proprio cane come cooterapeuta aveva effetti positivi durante le
sedute dei suoi piccoli pazienti. Documentò il modo in cui l’animale da
compagnia fungeva da ponte tra il professionista e il paziente, favorendo il
costituirsi di una alleanza terapeutica e fornendo al paziente la motivazione a
partecipare attivamente al processo terapeutico stesso. L’animale forniva al
bambino la possibilità di proiettare il proprio mondo interiore, difficilmente
esprimibile, ed era occasione di scambio affettivo, ludico e di comunicazione
non verbale.
Grandi personalità nel campo della
ricerca psicologica ed etologica, come Bowlby e Lorenz, sottolineano l’importanza
dello scambio affettivo ed emozionale per il benessere e la salute di un
individuo e sono proprio queste le variabili principali che entrano in gioco
nella relazione uomo-animale. Molti psicologi hanno anche compiuto osservazioni
per verificare l’utilità pratica dell’impiego della Pet Therapy. Bernard (1989)
ha rilevato, sui bambini mentalmente ritardati, l’effetto maggiormente
stimolante della presenza di un cane rispetto a un giocattolo. Analogamente
Pellettier (1989) ha ipotizzato come la presenza di un animale familiare
potesse determinare in bambini affetti dalla sindrome di Down uno sviluppo
significativo di comportamenti sociali positivi verso l’animale e una
diminuzione significativa di comportamenti sociali negativi.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Nelle foto: Ugo con Isotta, Giuliana
con Dafne e Paola con Kaila; e un momento della terapia.
[Martedì 26 giugno 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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