lunedì 18 giugno 2012

INCENERITORE. IL CIS EVITA L’INCONTRO CON IL COMITATO DEI CITTADINI


Il Cis era stato informato degli sforamenti 2007, ma non provvide

MONTALE-PIANA. Dopo quasi due mesi dall’insediamento, il Comitato di Controllo di cittadini – introdotto grazie all’Amministrazione montalese – è ancora mancante di qualunque considerazione dal CIS, nonostante numerose sollecitazioni e richieste di una riunione interlocutoria.
Voci di corridoio riferiscono che il presidente Franceschi, dopo aver girato per i Consigli Comunali e Regionali a professare ampiamente le intenzioni di massima comunicazione con i cittadini e soddisfazione di trasparenza e chiarezza, adotta anch’egli la tecnica del “muro di gomma”, tanto cara alle amministrazioni proprietarie.

Ben fa il commissario della Commissione Ambiente alla Provincia Gabriele Romiti a sgolarsi nelle sedute auspicando il miglioramento della comunicazione ai cittadini: mai la predicazione fu tanto inutile, surrettizia per come farcita di retorica e circostanza. Almeno lui potrà dire di aver proclamato l’intenzione – e ciò per ben 4 volte nella commissione del maggio del 2001 – ancorché oggi rimanga completamente indifferente alle scelleratezze che emergono nella gestione del suo gioiellino!
Il Presidente della Commissione di Controllo Maurizio Giandonati, si dice che sia spazientito da continui rinvii e improbabili scuse del CIS e – dopo oltre due mesi dalle prime richieste d’incontro – non sa più cosa dire ai componenti della commissione, cittadini indipendenti, sbalorditi da tale tracotanza. Alcuni di loro – indignati per questo comportamento arrogante – minacciano di dimettersi dalla Commissione, già inaugurata sotto i più pregevoli auspici d’intento e purtroppo, clamorosamente stravolti e calpestati in spregio ai diffusi proclami di disponibilità e collaborazione.
Ma le motivazioni della sentenza del processo Tibo-Cappocci (vedi estratto pagina – doc. 1) sono davvero dimostrative dell’autentico volto del CIS che, finalmente, vede smentite le sue auliche predicazioni nei comunicati stampa dell’epoca (Nazione del 10/8/2007) per avere tenuto il più “corretto dei comportamenti” all’indomani dello sforamento delle diossine. Si legge nella motivazione che nell’immediatezza dei riscontri di laboratorio il laboratorio Idro Consult aveva informato – per vie brevi nelle persone di Cappocci e Marchiani – dell’emergenza del malfunzionamento che avrebbe dovuto suggerire una precauzionale immediata chiusura dell’impianto.
Erano gli ultimi giorni di giugno del 2007 e – come sappiamo bene – l’impianto verrà chiuso il 19 luglio con tre settimane di ritardo con dannose emissioni di diossine e furani, mentre diversamente doveva essere chiuso in sole 4 ore.
Il Giudice ha riscontrato dalle testimonianze che il CIS era stato verbalmente informato e ha perciò condannato solo due dei vertici formalmente responsabili: spiace soltanto considerare che la rosa dei soggetti del CIS fattivamente responsabili, e dunque da giudicarsi in Tribunale era ben più ampia, come dimostra la lettura attenta della sentenza e dei verbali del processo.
Il consiglio di amministrazione del 2007 aveva concluso il comunicato stampa con una diffida perentoria: adottare tutte le misure ritenute necessarie per la tutela della propria immagine e del rapporto di fiducia che si è instaurato con la cittadinanza servita.
Quale rapporto di fiducia con la cittadinanza? L’odierno consiglio di amministrazione ha niente da aggiungere? Forse si dissocia o continua con questa “trasparenza e correttezza” nelle comunicazioni? E la Commissione dei Cittadini, si manda a spagliare?
Comitato Chiusura Inceneritore
[comunicato]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 19 giugno 2012 - © Quarrata/news 2012]

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