Il Cis era stato
informato degli sforamenti 2007, ma non provvide
MONTALE-PIANA. Dopo quasi due mesi dall’insediamento, il Comitato di
Controllo di cittadini – introdotto grazie all’Amministrazione montalese – è ancora mancante di qualunque considerazione dal CIS,
nonostante numerose sollecitazioni e richieste di una riunione interlocutoria.
Voci di corridoio riferiscono che il presidente
Franceschi, dopo aver girato per i Consigli Comunali e Regionali a professare ampiamente
le intenzioni di massima comunicazione con i cittadini e soddisfazione di
trasparenza e chiarezza, adotta anch’egli la tecnica del “muro di gomma”, tanto
cara alle amministrazioni proprietarie.
Ben fa il commissario della Commissione
Ambiente alla Provincia Gabriele Romiti a sgolarsi
nelle sedute auspicando il miglioramento della comunicazione ai cittadini: mai la predicazione fu tanto inutile, surrettizia
per come farcita di retorica e circostanza. Almeno lui potrà dire di aver
proclamato l’intenzione – e ciò per ben 4 volte nella commissione del maggio del 2001
– ancorché oggi rimanga completamente indifferente alle
scelleratezze che emergono nella gestione del suo gioiellino!
Il Presidente della Commissione di
Controllo Maurizio Giandonati, si dice che sia spazientito da continui rinvii e
improbabili scuse del CIS e – dopo oltre due mesi
dalle prime richieste d’incontro – non sa
più cosa dire ai componenti della commissione, cittadini indipendenti, sbalorditi
da tale tracotanza. Alcuni di loro –
indignati per questo comportamento arrogante –
minacciano di dimettersi dalla Commissione, già inaugurata sotto i più
pregevoli auspici d’intento e purtroppo, clamorosamente stravolti e calpestati
in spregio ai diffusi proclami di disponibilità e collaborazione.
Ma le motivazioni della sentenza del
processo Tibo-Cappocci (vedi estratto pagina – doc. 1) sono
davvero dimostrative dell’autentico volto del CIS che, finalmente, vede smentite
le sue auliche predicazioni nei comunicati stampa dell’epoca (Nazione
del 10/8/2007) per avere tenuto il più “corretto dei comportamenti” all’indomani
dello sforamento delle diossine. Si legge nella motivazione che nell’immediatezza
dei riscontri di laboratorio il laboratorio Idro
Consult aveva informato – per vie brevi nelle
persone di Cappocci e Marchiani – dell’emergenza
del malfunzionamento che avrebbe dovuto suggerire una precauzionale immediata
chiusura dell’impianto.
Erano gli ultimi giorni di giugno del
2007 e – come sappiamo bene – l’impianto verrà
chiuso il 19 luglio con tre settimane di ritardo con dannose emissioni di diossine e furani, mentre
diversamente doveva essere chiuso in sole 4 ore.
Il Giudice ha riscontrato dalle
testimonianze che il CIS era stato verbalmente informato e ha perciò condannato
solo due dei vertici formalmente responsabili: spiace soltanto considerare che la
rosa dei soggetti del CIS fattivamente
responsabili, e dunque da giudicarsi in Tribunale era ben più ampia, come
dimostra la lettura attenta della sentenza e dei verbali del processo.
Il consiglio di amministrazione del
2007 aveva concluso il comunicato stampa con una diffida perentoria: adottare tutte le misure ritenute necessarie
per la tutela della propria immagine e del rapporto di fiducia che si è
instaurato con la cittadinanza servita.
Quale rapporto di fiducia con la
cittadinanza? L’odierno consiglio di amministrazione ha niente da aggiungere?
Forse si dissocia o continua con questa “trasparenza e correttezza” nelle
comunicazioni? E la Commissione dei Cittadini, si manda a spagliare?
Comitato Chiusura Inceneritore
[comunicato]
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[Lunedì 19 giugno 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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