Stamattina mi ammazza l’ultima invenzione
della nostra politica malata, che, essendo toscana, è innegabilmente di
sinistra.
Leggo, infatti, sul Tirreno: «Un “codice etico” per promuovere la “cultura della legalità
e della trasparenza” negli enti locali toscani. È proposto da “Avviso Pubblico”
– con il nome di “Carta di Pisa” – e viene illustrato oggi a Firenze durante un
incontro cui sono invitati sindaci e presidenti delle 10 Province toscane. Ci
saranno anche la vicepresidente della Regione Stella Targetti, Marco
Filippeschi sindaco di Pisa, Gabriele Santoni vicepresidente di “Avviso Pubblico”.
Il codice etico presentato agli enti locali toscani detta non solo principi di trasparenza
ma anche divieti (cosa fare, ad esempio, su conflitti di interessi o davanti a
regali), indicazioni circa il finanziamento per le attività politiche o per le nomine
in enti e società, direttive su come comportarsi con i media e con le autorità giudiziarie.
Previste anche sanzioni per i casi di inadempimento».
Più che colpito, resto basito. Più che
basito, schifato. Non ho difese, ovviamente, dinanzi all’assoluta mancanza di
intelligenza dei nostri amabili moralizzatori pubblici.
Cercate di immaginare un San Pietro a
Roma sulla cui facciata fosse scritto, con i caratteri della scritta di Hollywood
«Qui dentro si prega»; o un ospedale su cui brillasse la scritta al neon «Qua
si curano le malattie»; o una università con tanto di cartello «Qui si insegna»
e così via all’infinito.
Se succedesse qualcosa di simile, non
vi sganascereste dalle risate?
Eppure, in questo ultimo mese, nel suo
piccolo il Comune di Serravalle ha deciso di adottare un codice etico per decidere
se consiglieri e amministratori possono o non possono andare in gita con Pistoiambiente
(è detto con ironia, lo so che la cosa è superata: e meno male!); nel suo
grande la Toscana si mobilita per sviluppare la cultura della legalità e della
trasparenza negli Enti Locali: perché di fatto, con quello che vediamo accadere
ogni giorno, si è creata la stessa situazione che avremmo se, in una scuola per
l’infanzia, i maestri assunti fossero stati tutti scelti fra le categorie dei
pedofili e dei sadici; o se, dalle Suore Mantellate, le religiose seguissero i
bambini vestite (o svestite) con l’abbigliamento di Cicciolina o di Milly D’Abbraccio.
Mi mancano proprio le parole, per
continuare a parlare di questa aberrazione mentale politico-toscana.
A Quarrata l’ex-Sindaco Sabrina Sergio
Gori ha riempito il territorio di strade, piazze, ponti, luoghi intitolati a personaggi
della cultura della legalità: ma lei per prima, spesso, non ha risposto alle
domande rivoltele, e ha perfino offeso consiglieri e cittadini, con certi suoi
atteggiamenti e uscite assolutamente inammissibili, nelle stesse sedi
istituzionali – come del resto si è letto sulle cronache. Altrove, come vedete,
nascono iniziative di codici etici che crescono e proliferano come funghi.
Ma nessuno, fra le ‘vispe terese’ che
ci amministrano e sono lì per questo, si vergogna di essere così stupido da
proporre idee di una tale conclamata idiozia?
E gli elettori della Toscana, sono
tutti così rimbambiti da non indignarsi, imbracciare i forconi e le zappe, e mandare
a casa a legnate una classe politica che sa distinguersi solo in ruberie,
brillanti esempi concreti di riscoperta della moralità e offese all’onore e al
decoro dell’elettorato?
e.b. blogger
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[
Martedì 19 giugno 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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