di Luigi
Scardigli
Non ve la perdete, parola di Caetano Veloso, che della
giovanissima connazionale Mayra Correa Aygadoux, Maria Gadù – è più facile da
ricordare, i discografici lo sanno bene –, ebbe, all’istante, parole folgoranti:
«Maria Gadù è un evidente fenomeno di popolarità per la sua generazione ed è
una persona con una autentica vocazione per la musica. La prima volta che l’ho
vista sono rimasto abbagliato e quando ha iniziato a cantare è stata
spettacolare».
Non pensate che siano parole di circostanza federale: lunedì
sera, la 26enne di San Paolo, si esibirà a Prato, nel micro anfiteatro del
Museo Pecci, un sito che Pistoia, patria ultratrentennale del Blues non ha.
Certo, all’attivo, la mocciosa
verdeoro ha solo un album, che ha comunque spopolato, ovunque, Italia compresa.
I più la conosceranno e riconosceranno quando intonerà Shimbalaie, una nenia brasiliana degna della migliore tradizione
bossanovista, ma invito gli spettatori a prestare parecchia attenzione a tutto
il resto, riletture comprese; è evidente che dalla propria faretra, la promessa
già mantenuta del Sudamerica, non può estrarre tutte le frecce che deve ancora
sparare.
Ci sarà, sicuramente e per fortuna, spazio per
l’interpretazione di brani di Marisa Monte, ma anche Chico Buarque de Hollanda
e tutto quello che la ragazza, tatuata come quasi tutte della propria
generazione e baschetto in testa – abbigliamento meno comune – vorrà regalarci.
Il prezzo del biglietto è 20 euro: ne valgono tutta la pena
che soffrireste, se ve la perdeste!
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 30 giugno 2012 - © Quarrata/news 2012]
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