di MARCO FERRARI
La tradizionale ‘processione al monte’ nel giorno dell’Ascensione i Nostro
Signore
GAVINANA. La celebrazione sicuramente più antica e forse più importante di Gavinana
è la tradizionale “Processione al Monte” meglio conosciuta con il suggestivo
nome di “Il Bacio dei Cristi”.
La Processione si svolge per la ricorrenza religiosa della “Ascensione di
Nostro Signore”, quest’anno domenica 12 Maggio. Luogo di inizio e di ritorno è
la Pieve di Gavinana dedicata a Santa Maria Assunta. Il “Bacio”, simbolo di
rinnovata concordia, è il momento culminante e conclusivo della processione,
che avviene nel tardo pomeriggio verso le sette, fuori dalle mura dell’antico
castello sul ponte dei Gorghi.
Qui due processioni, una di rientro nel paese dopo aver fatto un percorso
di circa 5 ore ai margini della bellissima foresta del Teso, si incontra con un’altra
proveniente dalla vicina Chiesa del Paese. I crocifissi, posti all’estremità di
due lunghe aste, portati in testa dalle due processioni, si inclinano fino ad
unirsi in un simbolico “bacio”.
Oltre ad essere principalmente una festività religiosa, in cui si celebra l’Ascesa
al cielo del Redentore, il cerimoniale del “bacio” è denso di significati
storici e civili, che la tradizione popolare lega alle lontane vicende del 1530
in cui Gavinana fu trasformata in campo di battaglia.
Nella battaglia si fronteggiarono le milizie della Repubblica Fiorentina, capeggiate
da Francesco Ferrucci, e l’esercito imperiale di Carlo V, comandato da
Filiberto di Chalon principe d’Orange. Fu l’ultimo e drammatico atto delle
sanguinose contese che videro contrapporsi, per quattro secoli (dal 1100 al
1500) le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini.
L’episodio, all’origine del singolare cerimoniale, è raccontato da
Benedetto Varchi nella sua “Storia Fiorentina”, e vede protagonisti Bernardo
Strozzi, detto il “Cattivanza”, comandante di cavalleria del Ferruccio e
Giovanni Mariotto Cellesi, pistoiese di parte panciatica e quindi avverso dello
Strozzi.
Scrive il Varchi: “…Bernardo Strozzi, giovane animatissimo, ma degno del
suo soprannome (che lo appellarono il Cattivanza), essendo ferito (a Cavinana)
in uno stinco, d’archibuso, fu da Giovanni Mariotto Cellesi, (il quale s’era
partito a posta da Pistoia per ammazzarlo) riscattato con mille scudi, e
fattolo medicare, non come nimico suo, ma come suo amicissimo, diligentemente
nelle sue proprie case. Datogli come a carissimo amico la libertà, lo fece,
perché era contrario a Casa Medici, accompagnare per sua sicurezza da molta
gente a Firenze. Cortesia veramente da non dover mai essere né dimenticata da
chi la ricevette, né taciuta da chi la intese. La grande impresa, commosse que’
popoli, e li persuase a concordia. Perloché di subito avvenne che i San
Marcellini di parte Panciatica e Medicea, e però ostili ai Cavinanesi di parte
Cancelliere e popolana, usarono andare in un dato giorno d’ogni anno (e lungo
tempo durò) dalle chiese loro processionando sino ai respettivi confini; e ivi
incontratosi, fare il così detto “bacio de’ crocifissi”, che ciascuna di lor
compagnia portava innanzi; e ciò in segno di alleanza e di pace”.
ITINERARIOAlle due circa, dopo che le campane della chiesa hanno chiamato a raccolta nella piazza i fedeli, si esce dal paese seguendo la strada comunale in direzione di Maresca, attraversando Porta Apiciana, fino a giungere nei pressi del passo del Poggiolino. Si devia a sinistra abbandonando la strada e si imbocca il sentiero di crinale 00. In questo breve tragitto (1,5 km circa) si trovano nell’ordine: la Casetta del Ferrucci, in cui il condottiero fiorentino Francesco Ferrucci riparò dopo essere stato ferito nella cruenta battaglia del 1530; l’Oratorio di San Rocco e la Verginina di Mezzo, luogo di temporanea sepoltura delle spoglie del Principe d’Orange caduto nella battaglia del 1530.
1° Croce – La Crocetta
Appena imboccato il sentiero di crinale 00 in località Crocetta (859
m.s.l.), nei pressi dell’omonima edicola votiva, ha luogo la prima delle
soste con benedizione.
Si prosegue iniziando la salita che porterà dopo circa 2 ore sulla
sommità dei Monticelli (1463 m.s.l.).
2° Croce – Pian di Goro
Il percorso procede con repentini strappi intervallati da tornanti fino a
giungere a Pian di Goro (1020 m.s.l.) dove all’altezza della Croce, posta
sulla destra del sentiero, viene effettuata la seconda benedizione.
3° Croce – Le Fontanelle
Il percorso prosegue salendo sulle ripide pendici del Monte Peciano e in
località Le Fontanelle si tiene una breve sosta di benedizione.
4° Croce – Monte Peccano
A metà della salita a quota 1244 viene effettuata un’altra sosta e poi
via per l’ultimo ed impegnativo tratto di ascesa.
5° Croce – Pian di Rasoio
L’ultimo strappo (quello del Tabellone) porta a quota 1400 s.l.m.
in Pian di Rasoio dove, dopo la rituale benedizione e la lettura del Vangelo,
si effettua la sosta più lunga del tragitto consumando la merenda portata al
seguito e il tradizionale dolce “Berlingozzo” che ancora qualche nonna del
paese prepara in casa.
6° Croce – Monte Crocicchio
Dopo esserci rifocillati si riprende il percorso, che sale ora
dolcemente, fino alla sommità dei Monticelli (1463 mt. s.l.m.) antico confine
del territorio di Gavinana. Il tratto in salita è finalmente terminato, si
piega in direzione sud-ovest abbandonando il sentiero di crinale 00 per
prendere il sentiero n. 2 con segnaletica C.A.I. bianco/rossa. In breve tempo
si giunge ad un cartello in legno posto sulla destra del sentiero che indica
il Monte Crocicchio (1365 mt. s.l.m.). È la metà della processione. Si
abbandona il sentiero principale e ci dirigiamo a destra seguendo l’indicazione.
Si scorge immediatamente la grossa Croce posta su di uno sperone roccioso; questo
è un ottimo punto di osservazione: i faggi si diradano e offrono un’ottima
visuale sulla sottostante Verdiana e sui monti sovrastanti, Cupolino,
Cornaccio, Corno alle Scale e Monte Gennaio. Si giunge al Crocicchio alle
18:00 e con perfetto tempismo Carlino, il sacrestano della Pieve del Paese,
suona le campane, perfettamente udibili dalla vetta. Viene celebrata la
Resurrezione di Gesù, quindi si ritorna sul sentiero principale.
7° Croce – Terminaccio
Si scende fino ad incontrare la parte terminale della strada forestale
che viene dalla Casetta delle Guardie e che dista appena 10 minuti di
cammino. Si attraversa la mulattiera per seguire ancora il sentiero fino alla
località “Terminaccio” (1220 mt. s.l.m.). Il toponimo indica la zona in cui
era posto un “termine” usato nell’antichità per delimitare i confini. Segue
lettura del Vangelo e relativa benedizione.
8° Croce – Novelleto
Si abbandona il sentiero 2 per puntare decisamente in direzione Sud
svoltando a sinistra ed imboccando il sentiero 22 (l’entrata del sentiero non
è facilmente distinguibile). Con una rapida discesa, facendo attenzione a non
scivolare, si giunge in breve ad incontrare e ad attraversare due tratti di
strada forestale. Si continua nella discesa passando il fosso del Novelleto
fino ad arrivare al omonimo Podere (1000 mt. s.l.m.) in fase di
ristrutturazione. Qui è posta l’ottava delle Croci.
9° Croce – La Torricella
Dopo la relativa benedizione si abbandona il sentiero segnato, che
porterebbe rapidamente nella parte alta di Gavinana, per seguire un piccolo
stradello sulla destra che porta alla Torricella (955 mt s.l.m.) nelle cui
vicinanze sono visibili i resti di un antica torre di avvistamento
medioevale. Qui ha luogo l’ultima delle benedizioni.
Ponte dei Gorghi – Il Bacio dei Cristi
Ci si avvicina alla conclusione del tragitto imboccando la sottostante
strada asfalta.
Si segue la strada per circa 1,5 km e 4 tornanti fino a giungere ad un
grosso fabbricato (Colonia dell’Adolescente), qui si svolta a sinistra
prendendo un piccolo sentiero e dopo 5 minuti si arriva al Ponte dei Gorghi,
sono circa le 19:00. L’arrivo al Ponte deve essere concomitante con l’altra
processione che proviene dal centro del paese. I due stendardi portati in
testa al corteo con al culmine un crocifisso vengono inclinati fino a battere
fra loro: è questo il così detto “Bacio dei Cristi”. Le due processioni si
uniscono e tornano insieme in paese.
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Il Dolce tipico: il Berlingozzo
Il Berlingozzo, dolce di origine popolare, è uno dei più antichi della
cucina Italiana, è infatti noto fin dal 1400. È diffuso in tutta la Toscana e
in particolar modo nel pistoiese.
Dalla caratteristica forma a ciambella, è fatto con gli stessi ingredienti
dei brigidini, l’unica differenza è che per fare l’impasto viene usato solo il rosso
dell’uovo. Il più famoso e rinomato, non a caso, è quello di Lamporecchio che
vede l’aggiunta di semi di anice pestati.
Il dolce, tipico del carnevale, viene preparato e consumato come merenda
durante il tragitto effettuato dalla “Processione al Monte”.
Il nome deriva dalla parola tedesca bretling (tavola).
Ottimo come dessert insieme al vin santo.
Ingredienti per 6 persone
- 1/2 kg di farina bianca
- 250 gr. di zucchero
- 4 uova
- 100 gr. di burro fuso o un bicchiere di olio di oliva
- 1 bicchiere di latte
- scorza di limone grattata
- una busta di lievito da dolci
- un pizzico di sale
Preparazione
Sbattere le uova in una ciotola insieme allo zucchero. Aggiungere
lentamente la farina e gli altri ingredienti diluendo l’impasto con il latte,
fino ad ottenere una pasta liscia e cremosa.
Versare il tutto in uno stampo ben imburrato e infarinato a forma di
ciambella. Cuocere in forno ad una temperatura di 150/180 per circa 40 minuti.
IL
BACIO DEI CRISTI
di Giuseppe Geri
Uno viene dal monte trafelato,
molle come un pulcino, dal sudore:
affranto dalle scosse e dal dolore,
arriva ai Gorghi stanco e macolato.
Quell’altro vien di chiesa più pacato
tra verginelle piene di candore:
e il bacio della pace e dell’amore,
col riso sulle labbra han preparato.
Madonna benedetta, quanta gente,
che s’è visto venir per l’Ascensione,
tutti per veder il bacio certamente!
Non è come baciarsi due persone;
veder baciare due Cristi, ti par niente?
Non viene tutti i giorni l’occasione!
(da Fiori di Bosco di Giuseppe Geri)
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[Mercoledì 8 maggio 2013 | 09:08 - © Quarrata/news]
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