lunedì 27 maggio 2013

LINO CALOGERO DI GLORIA, UN PADRE COSTITUENTE CANCELLATO DALLA MEMORIA DI PISTOIA

La vicenda di una via intitolatagli a Bottegone e oggi cancellata dalle mappe stradali pistoiesi – Lettera di Giampaolo Pagliai a Enzo di Gloria, figlio del Deputato socialista amico di Pertini

PISTOIA. Giampaolo Pagliai scrive:

Caro Enzo,
il 23 maggio a Lipsia numerosi capi di partiti “socialisti” dell’Europa e non solo hanno dato l’addio all’Internazionale nel corso della celebrazione del centocinquantesimo anniversario della fondazione del Partito Socialdemocratico Tedesco.
Tuo padre, nell’ormai lontano 1947, 66 anni fa, aderì alla scissione socialista di Palazzo Barberini, la storia ha dato ragione a Giuseppe Saragat ed ai suoi coraggiosi seguaci. Però come sempre, loro, gli unti dal Signore, bollarono gli avversari politici come socialfascisti, socialtraditori, piselli, traditori della classe operaia, e sì perché loro nel 1921 a Livorno promisero agli italiani la rivoluzione sovietica, il paradiso dell’Urss, ma riuscirono solo a favorire la nascita del fascismo;
nel dopoguerra, dall’incontro di Salerno all’art. 7 della nostra Costituzione rimasero sempre agli ordini dei gerarchi di Mosca, contrari a tutti i passi verso l’Europa unita ma favorevoli a tutti i carri armati che soffocarono nel sangue l’anelito di milioni di giovani verso la democrazia e la libertà. Basti ricordare quanto i “comunisti” si dettero da fare, per la pace vera per impedire la collocazione, a Comiso, dei missili che difendevano l’Europa dall’orso sovietico perché loro partecipavano alle marce della pace per il disarmo dell’Occidente.
Nel 1989, un mese dopo il crollo del Muro di Berlino, il Pci cambiò nome, ma non ragione sociale… Pds, Ds, Quercia, Ulivo, Pd… socialisti mai!
Dopo le ultime elezioni politiche la cosa che mi ha più sconcertato è stato il commento che molti esponenti “democratici” diffondevano nei bar, nelle edicole e altrove: “Chi ha votato Berlusconi è fascista, chi ha votato è fascista, chi non ha votato per noi è imbecille”. Non si sono ancora accorti che soltanto un italiano su cinque ha votato per loro, loro che sono i difensori dei più deboli, che hanno una diversità etica nel Dna, che sono gli inventori della questione morale, che non rubano mai (guarda a Pistoia: tutti gli scandali al massimo coinvolgono qualche socialista residuo e i tecnici), loro che non si avvarranno mai della
prescrizione, a meno che non la chiedano i Pm.
A Lipsia la delegazione italiana era composta da Enrico Letta, Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani. Massimo D’Alema ha parlato dicendo: “Spetta a noi socialisti essere alla testa di questa unione politica”. Massimo D’Alema, nessuno lo sa, ma all’estero è socialista: vergogna!
Del resto il presidente del Spd Sigmar Gabriel ha giustamente detto: “Adesso in Italia il compromesso storico è stato realizzato all’interno del Pd”.
Pierluigi Bersani, reduce dalla smacchiatura di giaguari, dalla rincorsa dei grilli e dalla sbranatura di chi confonde il Monte dei Paschi con il Pd, ha firmato il manifesto celebrativo dell’evento, e forse ha regalato ai compagni socialdemocratici tedeschi la foto di Vasto insieme a Vendola e a Di Pietro.
Questa lunga premessa, caro Enzo, serve per far capire meglio che la natura del Dna dei “democratici” è prevalentemente quella comunista che sempre ha un imperativo categorico: criminalizzare gli avversari.
Sappiano che una grande diversità distingue i socialisti dai comunisti e dai fascisti: la tolleranza e il rispetto dell’idea altrui.
Dal 2007 al 2012 più volte chiesi, come consigliere comunale, di intitolare una strada a tuo padre, Lino Calogero Di Gloria, socialista, socialdemocratico, avvocato, poeta ma soprattutto membro dell’Assemblea Costituente e galantuomo.
La giunta comunale dell’epoca tergiversava, quando l’assessore competente (che sarà ricordato nella storia di Pistoia per non essersi accorto che gli appalti pubblici del Comune erano quasi sempre truccati e inoltre per la realizzazione vergognosa e fuori norma della Porta cosiddetta Nuova) mi scrisse che la strada prescelta per l’On. Di Gloria era a Bottegone, vicina a quelle intitolate a due galantuomini, Francesco Toni, sindaco comunista, e Vittorio Magni, sindacalista democristiano; feci presente che mentre gli altri due erano di Bottegone, tuo padre non lo era, non ebbi risposta.
Successivamente fu intitolata la via “On. Lino Calogero Di Gloria”: ora dopo due anni, a quanto risulta, la strada non c’è più.
Vedi caro Enzo, questi si chiamano democratici, ma sono solo dei poveri comunisti in doppio petto, arroganti e supponenti, ma stai tranquillo: tempo verrà che la storia, anche localmente, farà giustizia di tutte le loro malefatte, e noi canteremo a squarciagola l’Internazionale.
Fraternamente,
Giampaolo Pagliai
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[Lunedì 27 maggio 2013 | 09:55 - © Quarrata/news]

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