giovedì 30 maggio 2013

GIULIANO CIAMPOLINI. RISPOSTA A LIVIO GIANNOTTI, A.D. DI QUADRIFOGLIO SPA

MONTALE-PIANA. Livio Giannotti, A.D. di Quadrifoglio Spa del Comune di Firenze (in un’intervista pubblicata sulle pagine di Agliana del giornale La Nazione), alla domanda “Cosa risponde alla contestazione dei Circoli Sel della piana riguardo al conferimento in deroga, dei rifiuti del Comune di Firenze, nell’Ato Toscana Costa, con contributo regionale, quindi con costi ripartiti fra tutti i cittadini toscani”, ha risposto: “Che non è vero. Non c’è nessuna deroga, perché la legge consente lo smaltimento nel territorio regionale. E non ci sono contributi regionali, i costi ricadono solo sugli utenti della società Quadrifoglio”.

Risposta:
La legislazione nazionale (legge Ronchi) dice che deve essere realizzata “l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in ambiti territoriali ottimali”. La “legge Ronchi” ha consentito anche uno smaltimento dei rifiuti urbani nell’ambito di ogni regione, ma questa possibilità non dovrebbe essere in conflitto con questa precisa indicazione stabilita nell’art. 5.
Invece, da molti anni, c’è un accordo tra le Province di Firenze, Prato e l’Ato Toscana costa, condiviso dalla Regione Toscana che dice: “nel quinquennio 2010-2014 confluirà complessivamente presso l’Ato Toscana costa un totale di 590.000 tonnellate, pari al 16% della totalità dei rifiuti prodotti nei prossimi cinque anni nell’Ato Toscana Centro. La Regione contribuirà all’accordo tramite risorse economiche proprie in modo che gli elevati costi dello smaltimento fuori ambito non ricadano sulle tariffe dei cittadini e delle imprese.”. Da Greenreport.it del 30 dicembre 2010.
Su: http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=10843&lang=it del 16 giugno 2011 sta scritto: “Questo accordo interprovinciale per il conferimento dei rifiuti per il 2011-2014 è stato siglato, alla presenza della Regione, con la precisa clausola che l’Ato Centro rinuncia a ben 9 milioni di euro di contributi che saranno girati all’Ato Costa come indennizzo per lo smaltimento i rifiuti fiorentini e pratesi”.
Chiarito questo, i Comuni di Montale, Agliana, Quarrata (proprietari del Cis), anche a mio parere non devono venir meno all’impegno scritto nel Protocollo d’intesa del 31 gennaio 2007 (quello che ha sostanzialmente fatto rinunciare alla costruzione di un nuovo inceneritore nell’area del Calice, in località Pantanelle a confine con Agliana in cambio di un utilizzo degli impianti pubblici collocati nell’Ato nel senso che “tutti i Comuni devono essere soci e nessuno cliente”): quell’impegno può essere mantenuto, ma a condizione che su eventuali scelte di ulteriore potenziamento dell’inceneritore di Montale il potere decisionale deve rimanere solo ai Comuni che hanno costruito quell’inceneritore.
Il perché è semplice: sono i cittadini residenti in questi Comuni che subiscono, da 35 anni, la maggior parte dell’inquinamento derivante da quell’inceneritore e non possono accettare che sia allontanata dal loro territorio la sede dove si deciderà il futuro di quell’inceneritore.
Se l’inceneritore di Montale non sarà potenziato è ovvio che, avendo una potenzialità “economicamente sottodimensionata” per poter chiudere i bilanci in pareggio, dovrà essere utilizzato solo per alcuni anni per contribuire ad evitare che nell’Ato Toscana Centro si creino situazioni di “emergenza rifiuti” (con la scelta della raccolta differenziata porta a porta, i Comuni di Agliana Montale Quarrata porteranno a quell’inceneritore circa 20 T/giorno – invece delle 80 T/giorno dei decenni passati – e di conseguenza, per alcuni anni, potranno essere portati in quell’inceneritore circa 130 T/giorno provenienti da altri Comuni collocati nell’Ato Toscana Centro).
Se invece l’inceneritore di Montale dovesse essere potenziato (dalle attuali 150 T/g a 225 T/g, o anche di più) diventerebbe certo che continuerà la propria attività inquinante per almeno altri 30 anni e questo, a mio parere, i cittadini di Montale, Agliana, Quarrata e anche Montemurlo – che piaccia o no a Giannotti – non possono consentirlo.
Se Giannotti vuole questa “resa” dei Comuni di Montale, Agliana, Quarrata, allora sarebbe meglio far saltare quel Protocollo d’intesa del 2007: se l’inceneritore di Montale non avrà più i rifiuti per le proprie potenzialità, fallirebbe e di conseguenza le 20 T/g di Montale, Agliana Quarrata andranno in qualche altro impianto della Toscana.
In questo caso ci sarebbero altre 150 T/giorno che non trovano più una destinazione impiantistica nell’Ato Toscana Centro: se è questo che vuole Giannotti, prosegua pure con le sue arroganti pretese.
Giuliano Ciampolini
dell’Assemblea federale di Sel-Pistoia
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[Giovedì 30 maggio 2013 | 21:26 - © Quarrata/news]

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