Lo
scontro Montagna-Ferrari, un episodio da censurare – I politici devono
accettare di essere più sotto tiro dei comuni mortali – Sarebbe bastata una
semplice nota di chiarimento
SAN
MARCELLO-MONTAGNA.
Riceviamo, da Marco Ferrari, la seguente precisazione – diretta a Giuseppe
Montagna e dal Montagna stesso sollecitata – relativa al post Comunità
Montana. Non basta un ‘non lo sapevo’ per non avere alcuna colpa (vedi):
Devo
pubblicamente fornire le dovute scuse al Sig. Giuseppe Montagna che non è mai
stato presidente della Comunità Montana. Ho quindi sbagliato e pubblicamente
chiedo scusa all’interessato per non aver controllato dovutamente le notizie
riportate su alcuni articoli di giornale che lo indicano come ex-presidente
dell’ente (“Comunità, class action sull’ammanco”, Il Tirreno del
12.04.2012 e “Montagna: «Comunità da commissariare»”, Il Tirreno del 25
marzo 2011).
Io chiedo scusa e ci metto la mia faccia, ma dopo oltre un anno in
cui è emerso la disastrosa gestione dell’ente ci sarà qualcuno che chiederà
scusa a noi cittadini?
E
noi cittadini chi dovremo querelare?
Un’ultima
considerazione, mi si fa presente di reperire gli atti pubblici per meglio
informarmi: giustissimo! Reperire tali atti sembra sia impresa ardua se non
impossibile, visto la segretezza con cui viene custodita la relazione Eller.
Sarà mai resa pubblica?
Marco Ferrari
Gavinana
* * *
Pubblico
questa precisazione, ma devo assolutamente fare alcune osservazioni.
La
giornata di ieri è stata una delle peggiori di questo mese, se non la peggiore
in assoluto.
E
lo è stata per la reazione di Giuseppe Montagna all’intervento di Ferrari: un
comportamento che ho considerato sùbito inopportuno e sproporzionato a quanto
aveva scritto e detto il nostro lettore.
Purtroppo,
dalla Seconda Repubblica in poi – proprio quella regalàtaci da Tonino Di Pietro
con le sue provvide azioni giudiziarie –, nemmeno i politici sanno più quello
che sono: non si rendono più conto, per esempio, del fatto che loro, se sono
stati lì, a qualsiasi titolo, lo hanno fatto perché sono voluti andarci. Non
glielo aveva ordinato il dottore, ma si sono fatti avanti loro. E se ai comuni
mortali si chiede, nella loro vita, la semplice cura del buon padre di
famiglia, dai politici si esige di più, molto di più: perché si sono proposti
per difendere, a loro spese e per loro libera scelta, il bene collettivo e l’interesse
comune.
Cosa
che nessuno, in Comunità Montana, sembra aver fatto per 30 anni: né da
Presidente, né da Vicepresidente, né da consigliere, né da un bel niente di
altro.
Alla
gente truffata, derubata, depredata, pelata, scippata, turlupinata interessa (e
deve interessare) solo questo.
Oggi
tutti i politici che, dinanzi a una critica di qualcuno, scagliano tuoni e
fulmini, sanno parlare solo di avvocati, di querele, di tribunali e di
punizioni.
E
partono male, perché non capiscono – e non lo ha capito neppure Montagna, con
cui peraltro abbiamo avuto sinora rapporti corretti – che non è così che si
rende conto ai cittadini elettori: ma che, per rendere loro conto, si deve
semplicemente rispondere alle domande, anche se sotto forma di accusa, con
cortesia e chiarezza: correggendo, sì, gli assunti errati, ma non pretendendo
che un semplice cittadino debba fare il giro delle sette chiese dei Comuni e
degli uffici pubblici per cercare di sapere se uno è o non è Presidente,
Sindaco o Assessore, e solo perché lo ha letto su un giornale e crede, in
perfetta buonafede, che questa sia la pura verità, specie se nessuno l’ha mai smentita
o chiarita. Non è una colpa credere a un discorso ‘pubblico’: non è
diffamazione, non è calunnia. Insomma: non è un bel nulla.
I
politici, invece, devono capire che sono – e che devono stare, anche – più sotto tiro
degli altri comuni mortali dinanzi agli occhi della gente: e devono accettare
di essere fatti oggetto di tiro a segno da parte di chi li paga – tanto o poco, non ha
nessuna importanza.
Se
non intendono accettare queste regole, non facciano i politici: facciano i
privati cittadini come chi ha più diritto di critica di loro e su loro.
Montagna
avrebbe fatto meglio – e avrebbe fatto il suo – semplicemente scrivendo una nota
(bastavano 4 righe) in cui ricordava a Ferrari, e al mondo intero, che lui non
era mai stato Presidente della Comunità dei ladri e dei briganti:
avrebbe così chiarito con la continenza che si addice e che deve essere propria
di un politico, non con l’aggressività di un qualsiasi altro cittadino
incazzato.
Il
diritto a incazzarsi ce l’hanno i derubati e non certo coloro che – pur
ammettendone la buonafede – non si sono accorti di un casino macroscopico come
quello della Comunità Montana, perché comunque il loro comportamento dà il
sentore di essere colposo.
Anche
la forma è sostanza: e qui la forma è mancata in assoluto.
Nella
Prima Repubblica, che io fortissimamente rimpiango, ogni giorno e a tutte le
ore, nessun politico avrebbe reagito così, ma si sarebbe limitato a spiegare pacatamente
come stavano le cose, magari dicendo che Il Tirreno aveva sbagliato.
Il
fatto che pubblicamente girasse la voce di Fontana-Presidente della Comunità è,
di per sé, sufficiente a scriminare Ferrari: il fatto che Ferrari (e qualsiasi altro
cittadino) sia tenuto a far la fila a cercar documenti e atti pubblici per
scrivere una lettera, non è, invece, codificato da nessuna legge di questa
commiserevole Repubblica post-dipietrana.
Ecco
perché ieri, a mio giudizio, è stata una pessima giornata.
Una
giornata davvero da dimenticare e da cancellare.
Piaccia
o non piaccia a Giuseppe Montagna.
Edoardo Bianchini
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[Martedì
26 giugno 2012 - © Quarrata/news 2012]
Nonostante provenga politicamente da cio` che Di Pietro ci ha regalato ed esattamente quell`azione giudiziaria che tanta corruzione, concussione politica ha fatto emergere della prima repubblica e che magari fosse accaduto ugualmente nella nostra comunita` montana, non posso che concordare con quanto afferma Bianchini.
RispondiEliminaNella mia breve carriera politica, sia da segretario provinciale che da assessore, ho avuto molte accuse, infondate, parzialmente vere (ognuno di noi sbaglia), ma mai ho risposto attraverso querele o azioni giudiziarie, ne mai ho minacciato di farlo.
Questo perche` ritengo che chi vuole fare politica deve assumersi responsabilita`, almeno indirette di cio` che accade nella "cosa pubblica".
Mentre al cittadino e` dato non sapere e sbagliare, al politico non e` dato o perlomeno e` una responsabilita`che deve accettare, anche nell`umana comprensione che l`essere umano e` fallace ma non per questo puo` "scatenare fulmini e tuoni".
Ritengo questo valido anche per cio`che sta accadendo in comune ed in provincia, dove la frase:"non sapevo, non c`ero o se c`ero dormivo" non puo` certamente avere significato o se l`avesse dovrebbe corrispondere ad altre conclusioni.
La politica e` governo ma anche controllo, se questo non accade l`onesta` intellettuale porta ad una sola strada.
La cosa che stupisce e' il fatto che chiunque possa diffamare le persone, politici e cittadini e chi di sente invece preso in causa con affermazioni false e tendenziose deve supinamente accettare. No non ci posso stare a questa gogna mediatica se non altro perché le affermazioni non sono veritiere e quando si scrive sul conto delle persone chiunque esse siano non ci si deve permettere di scrivere calunnie e mezze verità, poi io sono disponibile ad accettare qualsiasi critica l'ho fatto da sempre ma sulle questioni di merito e con chi a priori non ha un pregiudizio di parte.
RispondiEliminaAnche il pregiudizio ha un suo significato.
RispondiEliminaIo ho sempre inteso la politica come un qualcosa che deve in parte insegnare, con l`esempio soprattutto.
Comprendo l`indignazione di chi si sente offeso, in parte ingiustamente ma occorre viaggiare su livelli diversi se vogliamo uscire dal pantano politico in cui siamo immersi.
Ecco perche` le minacce non sono utili se non ad uno sfogo personale.
Utile invece e` far comprendere che non tutti sono uguali, da qualunque parte politica uno si presenti e lo sforzo prodotto deve essere, da parte di chi fa politica, estremamente maggiore.
Ma questo e` solo il mio pensiero.
Cari Prof. Bianchini, la mia reazione le può sembrare sproporzionata poiché non conosce i fatti e i personaggi in questione.
RispondiEliminaIo ho sempre detto quello che pensavo e le mie azioni sono sempre state coerenti a quello che dicevo, forse proprio perché mi sono sempre esposto senza guardare l'appartenenza politica di chi era oggetto di una mia critica mi rendono scomodo e non allineato, ultima riprova sono state l'elezioni di San Marcello dove ho corso da solo senza appoggio dei partiti, visto i risultati si può ben comprendere che l'attacco capzioso e strumentale sia venuto da sostenitori di una coalizione che ormai si e' sfaldata all'ombra del va pensiero..... Quindi la mia reazione e' proporzionata al metodo Boffo , con le dovute distinzioni, che alcuni hanno utilizzato nella campagna elettorale del comune di San Marcello.
Caro Michele, comprendo tutte le questioni della politica sono ormai 24 anni che sono in pista per cui non mi scandalizzo più di niente ma se si viole riportare un barlume di verità nell'azione politica quella vera intendo non possiamo accettare che ci siano personaggi che inquinino le acque spostando l'attenzione su altri invece di colpire il vero bersaglio. Io non provengo da Marte sono un cittadino prima che un politico e le mie reazioni con buona pace di tutti sono quelle di uno tra i tanti che si sente preso in giro e sono più inc....to poiché devo ammettere che sono stato fregato da chi si e' sempre eretto come persona onesta dispensando parole e giudizi anche nei miei confronti...
RispondiEliminaPer carita`, lungi da me dispensare consigli inutili, sono l`ultimo arrivato in politica e come tale porgo il mio pensiero.
RispondiEliminaHo solo posto la questione nei termini della mia onesta` intellettuale, se mai ne abbia (d`intelletto s`intende).
Ad ognuno la facolta` di reagire nel miglior modo che crede, senza per questo incorrere in giudizio alcuno se non quello che dice: "magari avrei agito diversamente".
Bene, caro Montagna!
RispondiEliminaVedo che oggi, dopo le mie parole e i commenti, i toni si sono moderati e hanno ripreso la giusta ‘curvatura’.
Non perda la pazienza: risponda, in futuro, a chi le addebita qualcosa, con calma e con ragionevolezza.
La pacatezza è sufficiente a far capire come stanno le cose: ne hanno tutti un beneficio.
Benvenuto, comunque, su questo blog che, come avrà visto, dà spazio a tutti: senza distinzione, senza parrocchie e senza sottintesi o silenzi. Perché crediamo che l’informazione abbia questo di fine: far sapere le cose. Tutte. Non solo una parte tacendo il resto come hanno finora fatto i suoi colleghi amministratori che non si sono nemmeno fatti sentire per dire “buonasera”!
A presto e grazie per i suoi interventi.
Edoardo Bianchini
Ubi maior minor cessat...
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