PISTOIA. Ecco l’esposto che “Legambiente Pistoia” ha presentato
in Procura in relazione alla Terra dei fuochi e il caso Pistoia:
DIREZIONE
DISTRETTUALE ANTI-MAFIA
DI FIRENZE
Atto di denuncia-querela
Io
sottoscritto Antonio Sessa nato a Pistoia in data 05/04/1952 residente in [...] nella mia
qualità di Presidente di Legambiente Pistoia con sede in Pistoia alla Via dei
Cancellieri n. 30 premette innanzitutto che:
a)
in data 31 ottobre 2013 il Presidente della Camera
dei Deputati Laura Boldrini desecretava un documento contenente alcune
dichiarazioni del pentito Schiavone Carmine (cugino del famigerato “Sandokan”)
rese dallo stesso in data 7 ottobre 1997 davanti alla commissione parlamentare
sulle Ecomafie, presieduta al tempo da Massimo Scalia;
b)
peraltro Schiavone Carmine aveva già rilasciato
informazioni in un processo per camorra del 1995;
c)
Il Dott. Scalia Massimo, intervistato a tal
proposito qualche settimana fa, riferiva che la secretazione era un atto dovuto
ai fini indagatori ma che, del resto, quelle erano notizie di cui tutte le
istituzioni erano già a conoscenza;
Merita poi
rilevare alcuni punti chiave della audizione che rivelano aspetti assai
inquietanti che riguardano anche il territorio ove Legambiente Pistoia agisce
quotidianamente. Nella specie:
1.
in particolar modo Schiavone riferisce di una vera e
propria organizzazione volta allo smaltimento illegale dei rifiuti nella zona
di Napoli e del Casertano in mano al Clan dei Casalesi;
2.
il traffico era assai risalente nel tempo ma solo a
partire dal 1990 diventava un vero e proprio business (pag. 9 doc. 1), in grado
di far entrare nelle casse dei Casalesi enormi profitti;
3.
i rifiuti nocivi e tossici (probabilmente anche
radioattivi) provenivano dal Centro e dal Nord Italia e dal Nord Europa (pag.
11 doc. 1);
4.
i Casalesi mettevano in atto un sistema operativo a
360 gradi il quale prevedeva anche il ritiro da parte di un organico di 70-80
camion di proprietà del clan di tonnellate rifiuti dal Centro - Nord d’Italia
(pag. 15);
5.
una volta giunti in Campania i rifiuti, invece di
finire in discariche autorizzate, venivano occultati in scavi abusivi (pag. 2
doc. 1) collegati ai lavori stradali e autostradali (anch’essi in mano al clan)
la cui profondità poteva arrivare fino a 30-40 metri;
6.
i rifiuti cosi depositati raggiungevano facilmente
le falde acquifere e a volte le oltrepassavano, creando un fenomeno
inquinatorio di enorme entità e gravità, con forti ricadute sull’ambiente,
sulla qualità di acqua e aria, sugli allevamenti e sulle coltivazioni;
7.
le sostanze tossiche si sono così diffuse per
decenni aumentando secondo quanto riferito da rapporti ufficiali i tumori nelle
zone interessate dal disastro ambientale di cui si parla (pag. 12 doc. 1)
8.
in particolar modo (si veda pag. 36 doc. 1)
Schiavone fa riferimento ad un prelievo di rifiuti presso imprese, industrie,
discariche nelle città di Arezzo, La Spezia, Milano, Santa Croce sull’Arno,
Massa Carrara e PISTOIA ;
9.
il clan dei Casalesi si era insediato nell’ambito
della gestione dei rifiuti in Toscana attraverso l’adesione di alcuni suoi
componenti in circoli culturali di alto livello (pag. 35), forse (sempre
secondo quanto riportato da schiavone) collegati anche alla Massoneria di Licio
Gelli (pag. 36-37);
10. il traffico
quindi partiva verosimilmente anche da Pistoia, territorio ove l’associazione
di cui sono presidente opere con continuità e frequenza, promuovendo la tutela
ambientale;
11.
il coinvolgimento di aziende pistoiesi nel traffico
di rifiuti in Campania si evince anche dal contenuto delle dichiarazioni
rilasciate dal pentito Gaetano Vassallo che dall’aprile 2008 collabora con i
magistrati nel processo a carico di Cosentino (doc. 2);
12. dato il ruolo
che ha sempre svolto Legambiente a livello nazionale in questa materia (il
termine “Terra dei Fuochi” viene infatti utilizzato per la prima volta nel
rapporto 2003 di Legambiente sulle Ecomafie) e dato il continuo impegno nell’attività
di tutela dell’ambiente svolto da Legambiente Pistoia a livello locale, quest’ultima,
leggendo le dichiarazioni di Schiavone finalmente desecretate e trovando
coinvolta anche Pistoia, non può esimersi dal presentare un esposto contro
ignoti per il traffico di rifiuti e per il disastro ambientale che ne è
seguito.
Tutto ciò
premesso io sottoscritto Antonio Sessa nella mia qualità di Legambiente Pistoia
sporgo formale
denuncia-querela
per i fatti
di cui in premessa in ordine a tutti i reati che la S.V. ritenga esistenti e
chiedo
- di essere informato in caso di richiesta d’archiviazione,
- di essere informato in caso di richiesta di
proroga delle indagini preliminari
Mi oppongo
inoltre all’emissione del decreto penale di condanna.
Nomino come
mio difensore l’Avv. Pamela Bonaiuti del Foro di Prato con studio in Prato alla
Via Ferrucci n. 92 ed eleggo domicilio presso nello studio della stessa in
Prato alla Via Ferrucci n. 92.
Con ossequi
Pistoia, li
18.12.2013
per Legambiente Pistoia
Il Presidente
Antonio Sessa
Si allega:
doc. 1
dichiarazione integrale Schiavone Carmine
doc. 2 stralcio
verbale Vassallo
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 29 gennaio 2014 | 12:45 - © Quarrata/news]
Sig. Sessa : sarei curioso di sapere i nomi dei "circoli culturali di alti livelli" di cui a pag.35 dell'atto di denuncia-querela che lei menziona. Può dirci i nomi di questi circoli? Grazie.
RispondiElimina