«Come si fa a parlare di partecipazione dei cittadini, quando
poi gli stessi Consiglieri comunali non sono messi nelle condizioni di
lavorare?»
PISTOIA. Ieri Alberto
Zoppi, Sel Pistoia, e Massimiliano Sforzi, Consigliere comunale
Pistoia, hanno compiuto un’importante riflessione sulla partecipazione,
ribadendo la necessità che essa sia realizzata in modo autentico.
Anch’io sono convinto della sua
necessità, come anche del fatto che essa si realizza solo se si ha una cultura
della partecipazione e non se si considera uno strumento di propaganda.
Ebbene, anzitutto, sono contento di
poter ricordare che nello scorso mandato, grazie al contributo di maggioranza e
opposizione, venne approvato un Regolamento sugli istituti della partecipazione
di iniziativa addirittura consiliare e non della Giunta.
Un miracolo, se si
considera che da decenni ogni provvedimento che il Consiglio approva proviene
dalla Giunta.
In secondo luogo, siccome è difficile
realizzare una partecipazione su provvedimenti come bilancio, urbanistica etc.,
strumento essenziale è il c.d. federalismo locale, vale a dire la divisione del
Comune di Pistoia in un numero significativo di zone e l’elezione al loro
interno di assemblee, che devono restare comunque aperte, destinate a fornire
pareri e a formulare proposte all’amministrazione. Solo così si può costruire
una rete comunitaria efficace ed effettivamente rappresentativa, dalla quale
possono passare i provvedimenti più importanti e significativi dell’Amministrazione.
In terzo luogo, ritengo opportuno che
il bilancio preventivo del Comune del 2014 sia reso effettivamente partecipato
e che quindi, anche senza lo strumento indispensabile di cui ho detto sopra,
intanto si organizzi una sua discussione capillare all’interno di molteplici
assemblee distribuite nel territorio. Ciò ovviamente implica che le proposte
siano messe in circolazione fin d’ora. Io ad esempio, auspicherei la scelta
coraggiosa di iniziare a diminuire le tasse, di bloccare in parte il turn over e di compiere un piano degli
investimenti che sia davvero corrispondente alle risorse effettive che si hanno
a disposizione, e non, come è sempre avvenuto, facendo un piano in cui c’è
tutto, ma che di realizzabile c’è pochissimo, illudendo così i cittadini che
certe opere saranno fatte quando poi non sarà così.
Infine, non posso dimenticare un altro
aspetto, forse il più delicato di tutti. Come si fa a parlare di partecipazione
dei cittadini, quando poi gli stessi Consiglieri comunali non sono messi nelle
condizioni di lavorare? Io ricordo che nel precedente mandato i documenti delle
commissioni arrivavo quasi sempre all’ultimo momento e che era un’impresa
ottenere gli atti richiesti per esercitare la propria funzione di controllo.
Non so se le cose siano cambiate. Spero assolutamente di sì, poiché
diversamente, altro che partecipazione dei cittadini, si pone la necessità di
affermare le regole minime della democrazia.
Roberto Bartoli
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[Mercoledì 22 gennaio 2014 | 19:14 - © Quarrata/news]
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