di LORENZO CRISTOFANI
Le responsabilità della Confcommercio e
il caso emblematico del parcheggio dell’ex-Ospedale del Ceppo – 80mila euro per luminarie ma nessun piano-navette da sostenere
“in condominio” con il Copit
PISTOIA. Appare ormai assolutamente evidente che Confcommercio
Pistoia e alcuni settori della Cna pistoiese costituiscono un ostacolo allo “sviluppo”
del centro storico, alla modernizzazione e agli interessi di chi lavora e manda
avanti attività nel centro cittadino.
Lo dobbiamo dire, parlando di mobilità
e parcheggi, per dovere di cronaca, perché non esiste in nessuna parte d’Italia
un campionario di omissioni e inerzie paragonabile a quello delle associazione di
Stefano Morandi e Tiziano Tempestini.
Sorvoliamo sull’operato, meglio dire
sulle omissioni, della signora Lucia Salfa, operato sul quale a nessuno era mai
giunta notizia. Prendiamo per esempio il caso del parcheggio del Ceppo, quello
dell’ex ospedale su viale Matteotti, collegato con un percorso coperto di due
minuti a piedi a piazza Giovanni XXII, quella del vecchio ospedale: perché è
stato reso fruibile solo dopo cinque mesi dal trasferimento del nosocomio e non
subito dopo pochi giorni? Chiediamo, in altre parole, cosa si sia aspettato dal
25 di luglio, inaugurazione del San Jacopo, alla fine di dicembre,
inaugurazione del parcheggio Ceppo, a creare in quel sito ormai inutilizzato le
condizioni per soddisfare la sosta per le auto dei clienti dei negozi del
centro, quando un’associazione dei commercianti avrebbe dovuto invece attivarsi
almeno un anno prima, avviando tutte le procedure del caso, per rendere
disponibile ai “consumatori” un luogo attrezzato per la sosta. Oppure pensiamo
ai tanti soldi che Confcommercio spende per
rifarsi il look, restaurare cioè la sede di Viale Adua:
• Chi ha deciso di destinarli per un
simile scopo?
• Perché non averli investiti in
iniziative che potevano avvicinare i “consumatori” in città, generando così un
ritorno e benefici per i commercianti?
• Perché ad esempio non si potevano
sfruttare per animare la città con qualificati eventi di richiamo, sul modello
di Leggere la città o elaborando una
proposta culturale permanente di apertura dei tanti chiostri chiusi (p.e. qui1,
qui2,
qui3),
incentivando così pistoiesi e forestieri a visitare la città storica, con
benefici riflessi sul settore commerciale?
• Chi rappresentano, in realtà, questi
personaggi che dovrebbero difendere i commercianti?
Riflettiamo poi sul fatto che in molte
città le associazioni del commercio organizzano a loro spese particolari bus
navetta che collegano i parcheggi scambiatori coi centri commerciali naturali e
facciamo il confronto con la nostra realtà.
Le associazioni nostrane hanno sì
tirato fuori 80mila euro per luminarie, ma non hanno mai pensato di offrire,
eventualmente coinvolgendo nella spesa il Copit o l’amministrazione comunale,
un moderno servizio di navette per facilitare il raggiungimento dei negozi del
centro dalle aree di sosta esterne.
E pensare che alcuni parcheggi
scambiatori sono irragionevolmente sottoutilizzati, lo documentò (qui)
puntualmente Francesco Albonetti su Il Tirreno, a partire dal parcheggio
San Giorgio di via Ciliegiole, un piano in superficie e due sotterranei, e da
quello adiacente, sul retro di via Pacinotti. Con un adeguato servizio di
navette frequenti sarebbero due collettori strategici per “rilanciare il
commercio” e vivacizzare la città storica: possibile che Morandi, Tempestini (vedi)
e Salfa (vedi)
che hanno sempre e solo brontolato – si provi
a dimostrare il contrario – recalcitrando come
focosi stalloni (si guardi quanto insistono con San Bartolomeo), non ci
arrivino e non avanzino una benché minima idea in questa direzione? Del resto
sono queste, le navette piccole e frequenti, consolidate in tutte le principali
città italiane ed europee, le vere innovazioni che, assieme alla capacità di “fare
sistema”, portano a risultati positivi per i commercianti dei centri storici.
Meno male
che finalmente, dopo dieci anni di nulla e di immobilismo, abbiamo
almeno un’amministrazione che si rivela responsabile e coglie l’importanza del
piano urbano della mobilità (Pum) come presupposto per il diritto alla città!
Ultima considerazione: ma se aprirà il
Pallavicini Center, sottraendo ulteriori fette di mercato agli operatori del
centro, cosa diranno questi brontoloni delle associazioni di categoria
ai tanti negozianti di piazza della Sala e dintorni che vedranno ancor più
diminuire gli acquirenti?
Diranno che loro hanno candidamente
avallato, nel tempo, la creazione di un sistema di centri commerciali che ha di
fatto ammazzato l’economia dei tradizionali negozi di vicinato del centro che
ora fingono di difendere, o continueranno a urlare che mancano i parcheggi e a
tifare vergognosamente per quello ormai trapassato di San Bartolomeo?
P.S. – A
breve cercheremo di spiegare come poter risolvere il finto problema della sosta.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 23 gennaio 2014 | 09:28 - © Quarrata/news]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.