di LUIGI SCARDIGLI
Una straordinaria Paola Quattrini rispolvera con eleganza
una commedia di Garinei
LAMPORECCHIO. Ma Dora, in
Grecia, ci sarà mai andata? E Pia, l’amica
del cuore diventata per cause di forza maggiore femminista, esiste davvero? Non
sono questi gli interrogativi più assillanti di Oggi è già domani, la commedia scritta da Pietro Garinei e musicata
da Armando Trovajoli, ma siamo stati assaliti anche da questi due ulteriori
dubbi, ieri sera, al termine della rappresentazione andata in scena al teatro
di Lamporecchio.
Sul palco, da sola, a dirigere se
stessa e la sua vita, ricca di una moltitudine di applausi e anche qualche
illusione, viaggi ad Atene compresi, probabilmente, Paola Quattrini, settant’anni,
e una voglia ancora, tenerissima, di stupire e stupirsi, piangendo di nascosto
al cospetto di un pubblico più predisposto a ridere, di gusto, che riflettere.
La storia della tragicommedia
felicemente rappresentata una miriade di volte è quella di una casalinga dimenticata dal marito e usata dai due figli, che trova conforto,
sfogo e comprensione solo colloquiando con la parete della sala da pranzo,
interlocutrice ideale di un monologo sudamericano
che oscilla, ripetutamente, tra il sarcasmo inglese e l’arrendevolezza mediterranea,
fino all’improvvisa ribellione, che
si materializza nell’incontro, ideale, con Kostas,
un avvenente cameriere greco.
Una scenografia minimale che diventa
monumentale con i silenziosi accorgimenti sintattici della mattatrice romana,
che non ha alcuna fretta di giungere al termine della rappresentazione, come se
il treno prenotato per tornare a casa o per andare via per sempre fosse stato
soppresso e rimandato al giorno successivo, una piacevole lentezza che riesce a
dosare, con maestosa padronanza e che rende onore alla tacita e repressa
frustrazione della protagonista, regalandole la chimera di un sogno che dura
giusto il tempo di un viaggio in barca intorno ad un’isoletta ellenica.
La figlia, del resto, è tornata a
vivere con il chitarrista olandese e il figlio resta dell’idea che la sua vena
poetica si realizzi meglio o forse soltanto all’interno di un silos; il marito
è riuscito a sopportare, con dissapore, l’assenza della moglie per il tempo
della vacanza (due settimane), ma trasecola alla notizia che la sua dolce
metà/cameriera/cuoca/lavandaia abbia deciso di non tornare per provare ad
invertire la rotta di un’esistenza che pareva essersi dolcemente incancrenita
su se stessa e la sua movimentatissima solitudine.
Non a caso, quando Dora riceve in Grecia la
lettera del marito nella quale le annuncia di essere in procinto di andare a riprendersela e si chiude il sipario, un
epilogo che conduce necessariamente alla trama di E non disse nemmeno una parola di Heinrich Böll, Paola Quattrini
chiede agli spettatori le possibili versioni dell’epilogo. Una fine che Pietro
Garinei non ha scritto e che Paola Quattrini, con molta probabilità, non ha
ancora deciso di interpretare: le consigliamo di non titubare ancora, però,
perché oggi, è già domani!
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Sabato 25 gennaio 2014 | 12:33 - © Quarrata/news]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.