di LORENZO CRISTOFANI
Su mobilità e sosta Pistoia conosce solo il vuoto
siderale da parte di tutti gli interlocutori che dovevano fare qualcosa – Il
Pum deve essere studiato e non affidato a proposte di privati a loro esclusivo
beneficio e a dispetto dell’interesse generale
PISTOIA. Abbiamo iniziato a
evidenziare le inefficienze e le diseconomie che penalizzano il commercio del
centro storico e abbiamo visto che il maggiore handicap della mobilità
pistoiese è costituito dalla mancanza di un sistema ottimizzato di bus navetta
che facciano la spola trai vari parcheggi scambiatori fuori le mura ed il
comparto del centro.
AL NETTO DELLE TARE
GENETICHE
VI SIETE MAI chiesti perché Pistoia – così carina, bellina,
simpatica, lucida, amichevole e a misura d’uomo – assomiglia a uno di
quegli aggeggini di ceramica che si comprano, si riportano a casa e si
mettono su un palchetto di libreria a far polvere?
Il nostro acuto
Lorenzo Cristofani ce ne ha dato la soluzione con il nesso ‘tare genetiche’,
che può essere esteso, senza problemi, anche alla mentalità di questa città
di vecchi bacucchi.
Non che i
vecchi vadano spregiati, beninteso: perché altrimenti dovremmo essere
rottamati nell’80% dei casi. Ma quando i vecchi (pur giovani) okkupano,
di fatto o per “interposto pupo”, in eterno e con il superattak, la
macchina motrice di una città (banche, istituzioni pubbliche e private d’ogni
tipo e genere, enti morali, onlus, fondazioni religiose e profane,
volontariati, partiti, confraternite, consorterie, logge, circoli e pallai),
allora, signori, c’è qualcosa che non quadra: c’è un handicap in radice, si
direbbe. Un tarlo atavico.
Pistoia è un
mondo riferibile davvero all’800: ma non a quello con un 1 davanti, cioè il 1800.
L’800 pistoiese
è ancora quello pre-carolingio, di quell’imperatore germanico (i franchi, per
chi non lo sapesse, erano tedeschi) incoronato nella notte di Natale, ma che,
rispetto ai pistoiesi doc di oggi, aveva una visione del mondo ben più
complessa e aperta: basti pensare ai suoi progetti dell’amministrazione statale
e dell’istruzione.
Quel monarca
che faceva il bagno ai tepidi lavacri di Aquisgrano, anziché a quelli
di Monsummano-Montecatini, è ancor oggi un millennio più giovane di chi, con
la pretesa di interpretare il mondo per le categorie rappresentate (leggi:
Confesercenti, Confcommercio, Cna etc.), non sa interloquire, per rimanere
nel localistico, neppure con l’informazione emergente, quella del vero futuro.
Vanno troppo a
Parigi e a Londra – o a New York, o in Cina… –, i pistoiesi che credono che apertura mentale e modernità siano il
semplice andare in giro per il mondo.
Una piccola
città europea della misura di Pistoia non la conoscono, perché non ci si sono
mai fermati e non se la sono mai studiata, dato che non fa trend. E si
vede.
Sono, insomma, cittadini
del mondo ma con la mentalità tarata per la provincia marginale e
profonda.
E tutta la
Pubblica Amministrazione che piove a Pistoia da fuori e che guida la città
dai palazzi pubblici, ci si adagia subito e ci si trova benissimo: perché, in
una mentalità che non cambia mai, non occorre fare assolutamente nessuno
sforzo per adeguarsi.
Basta dare il
buongiorno ed essere carini, bellini, simpatici, lucidi, amichevoli e a
misura d’uomo…
e.b.
|
Se nelle più organizzate città europee e italiane le
organizzazioni dei commercianti hanno attivato, a loro spese o condividendo l’onere
col Comune o le aziende del trasporto, navette di raccordo tra le aree di sosta
e i centri del commercio, e non a caso si parla di smart city e di smart
mobility, a Pistoia abbiamo ben quattro soggetti – Confcommercio,
Confesercenti, Centro Commerciale Naturale, Commercio Pistoia – più la Cna, che
mai si sono impegnati in questa direzione per “rilanciare il commercio”,
ostacolando così l’avvicinamento dei consumatori ai negozi del centro storico.
Tuttavia, e parliamo per Confcommercio e
Confesercenti, abbiamo anche assistito a spese enormi per la costruzione e il
rifacimento dei palazzi di rappresentanza, risorse economiche che potevano
forse essere investite per servizi di collegamento tra luoghi di sosta e spazi
commerciali centrali o comunque a beneficio dell’arredo urbano o in iniziative
di richiamo.
Ma, al netto delle tare genetiche delle associazioni
di categoria, che si riflettono però negativamente sui commercianti in carne ed
ossa che stanno sul pezzo, ci preme tornare sulla presunta problematica del deficit di
parcheggi.
Ci
permettiamo di segnalare l’unica soluzione compatibile con i tempi e le
finanze, pubbliche e private, di una media città europea, cioè il parcheggio
modulare. Si vedano i link seguenti: primo,
secondo, terzo
e quarto!
Li consigliamo vivamente a chiunque voglia dibattere, ma soprattutto ai
rappresentanti di Confcommercio Pistoia, l’associazione che purtroppo non ha
mai raggiunto un obiettivo, pur minimo ma concreto, a beneficio dei
commercianti del centro storico, a quelli di Confesercenti Pistoia – l’associazione
che troppo spesso (vedi)
ha avanzato assurde e fantasiose proposte di parcheggi tradizionali – e anche a
quelli di Cna e Commercio
Pistoia che paiono semplicemente unirsi al gruppo dei focosi
stalloni recalcitranti per il solo gusto di impuntarsi e fare un po’ di
polemica, secondo la più rigorosa tradizione nostrana.
Le
strutture modulari sono costituite dall’aggregazione di elementi metallici
prefabbricati (travi, pilastri e solai), flessibili e leggeri, che non
necessitano di scavi o fondazioni. Sono quindi strutture considerate di natura
temporanea e permettono così l’inserimento in aree vincolate dalle
Soprintendenze. Si possono realizzare quattrocento posti in addirittura due
mesi.
Per
quanto riguarda Pistoia giova comunque ricordare che le passate amministrazioni
neanche ci avevano pensato ad individuare strategie efficaci ed efficienti
per attirare e accompagnare potenziali acquirenti nella città storica: in altre parole
su mobilità e sosta abbiamo avuto il vuoto siderale da parte di tutti gli
interlocutori che dovevano fare qualcosa.
Si
auspica quindi che l’attuale amministrazione avvii, relativamente alla sosta e
ovviamente solo qualora riscontrasse la necessità di potenziare l’offerta della
sosta, un sistematico piano di strutture modulari là dove oggi già ci sono
parcheggi di superficie. Vale per il centro storico e per i parcheggi
scambiatori oltre le mura.
Torneremo
a breve sul tema, illustrando come a Pistoia si risolve questo presunto
problema, ma intanto si cerchi di cogliere le potenzialità dei parcheggi
modulari e specialmente di rimuovere tutte le balle che in questi anni sono
state tessute e raccontate da Confcommercio, Confesercenti e ora anche da Cna e
Commercio Pistoia, su problemi e chimeriche soluzioni in tema di infrastrutture
per la sosta.
Il
piano urbano per la mobilità, invece, è una cosa seria, costituisce il
presupposto per il diritto alla città e deve essere affrontato in un’ottica
generale, seriamente pianificato, non affidato a episodi singoli, magari sulla
base di proposte che vengono da soggetti privati a loro esclusivo beneficio e a
dispetto dell’interesse generale.
Quanto
ci vorrà ancora per capirlo?
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 26 gennaio 2014 | 12:46 – © Quarrata/news]
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