di FELICE DE MATTEIS
Senza “genuflessioncelle d’occasione” e
senza sconti a nessuno…
PISTOIA. A proposito del post E
a Pistoia arriva “la scuola di pensiero”, premetto subito che
possedendo solo una misera licenza scolastica dei vecchi tempi, non mi permetto
di discutere i nomi proposti e, da miserello osservatore, neppure i contenuti
dei dibattiti che, da qui a marzo 2014, verranno posti all’attenzione degli
eventuali ascoltatori nella sala conferenze del Conservatorio San Giovanni.
Una cosa mi colpisce però, la foto del
post: adesso ho compreso il nome del più grande – per me – Lord Brummel di
Pistoia. Solo Thomas/Giorgio, in Pistoia, gli fa concorrenza. Il nostro Signore
in fotografia è, a mio parere, un gentiluomo, dalle buone maniere, evidentemente
dalle buone possibilità economiche e, probabilmente, un filantropo della
cultura e dell’arte che può permettersi in questi periodi di vacche magre di
aggrapparsi alla cultura come salvagente, non per sé, per il popolo.
Uno della specie dei radical chic
di vecchia memoria (ma attenzione, signor Giovannelli: io non sono Paolo_36!) ,
che ricompaiono ciclicamente e che magari, prima di divenire tali, sono stati “compagni”,
ufficialmente consiglieri/assessori del Pci dal 1965 al 1975 e avvocati “principe”
della Cgil. Insomma un buon apripista per i vari Colaninno dell’attuale Pd! Un’ultima
osservazione: quella cravatta in fotografia a me sembra come quella di Alberto
Sordi in “Il Medico della Mutua” o di Tognazzi in “Amici miei”. Senza offesa, naturalmente.
Comunque il comunicato che il post pubblica integralmente, qualche spunto lo
offre:
“Si inizia proprio domani, martedì 21
gennaio alle 21:15, con la presentazione del corso a cura del prof. Filippo
Buccarelli, sociologo dell’Università di Firenze, con una lezione sui saperi
distinti, spesso inconciliabili e sullo smarrimento che questi saperi/non
saperi causano sull’uomo contemporaneo. Il tema è proprio quello dell’uomo
smarrito/nuovo analfabeta di fronte a tutti questi saperi/linguaggi.”
Se leggete bene questo “tema” non vi
viene in mente qualcuno del San Jacopo? Pensateci bene perché a me è venuto in
mente, soprattutto quando l’omo contemporaneo si dimentica di essere “misura
di tutte le cose” per divenire “misura” di circoli politici ben identificabili.
Smisuratamente disponibili, poi, in associazione con altri, forse perché, come
relazionerà il prof. Alessandro Pagnini, “docente di Filosofia Università di
Firenze, martedì 25 febbraio ore 21:15, (che) affronterà il tema del confronto
tra il linguaggio della scienza e quello della politica. Si tratterà il tema
del confronto in quanto questi due linguaggi appaiono sempre meno conciliabili
e distanti”.
Infatti se politicamente e scientemente
si fosse armonizzato il concetto di “bene comune” i quattro “mostri sanitari”
su una linea d’aria di neppure settanta chilometri (Massa-Lucca-Pistoia-Prato)
non si sarebbero neppure immaginati per il semplice motivo che come sicuramente
dirà, e ci scommetto, il prof. Pagnini, la politica che non si alimenta nella
scienza e quindi nel sapere, non è più politica ma esclusivamente consorteria
partitica, a danno della collettività e della polis.
Comunque questo ciclo culturale che la
sgargiante cravatta del seguace di Petronio, l’arbiter elegantiarum, l’avv.
Ballotti (quello del Pci di allora contro i padroni, e contro questi
inflessibile [?] vindice leguleio/sindacale nel corso di svariati decenni) una
prelibatezza finale la offre. Per caso o per perfidia somma, non saprei dire: “[…]
mercato/capitalismo, regole e non regole del mercato sarà il tema trattato dal
prof. Andrea Paci, docente di Economia Università di Firenze, martedì 18 marzo
ore 21:15, lezione con cui si concluderà la scuola politica promossa da Amici
di Groppoli, Associazione Culturidea e Conservatorio san Giovanni”.
È lui o non è lui? È il Prof. Andrea
Paci che si chiama anche Eugenio (Settimo per esteso) figlio di sì tal padre?
Se è lui, mi prenoto (o qualcuno per me, perché io sono balbuziente e mi
vergogno) per una domandina semplice: se Ivano I è suo Papà/Papa/Gao Zu, etc., quando
lui era in deputazione del Monte dei Paschi di Siena, perché non ha “mosso
boccia” quando dieci milioni di titoli Fresh, soldi nostri, sono stati
acquistati con estrema – diciamo – leggerezza dal Presidente della Fondazione
Caripit, suo illustrissimo Padre?
Tu quoque Brute fili mi…? Non ci credo!
O forse il prof. Paci (Andrea), quando
tratterà di “mercato/capitalismo, regole e non regole…” tratterà dell’indecente
connubio di un mercato che detta le regole e non di una politica che al mercato
“impone” le regole.
Citerà Giovanni Gentile e il suo umanesimo
del lavoro? O racconterà come in una società che si definisce democratica, tutto
si può fare e a tutto si può ambire solo avendo la possibilità di tutto
comprare in base alla legge del mercato?
Anche i primariati e le cattedre
universitarie…?
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Venerdì 24 gennaio 2014 | 11:17 - © Quarrata/news]
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