di ALESSANDRO ROMITI
Intervista
all’avvocato Lisa Taiti, Assessore all’ambiente ella Giunta Scatragli
MONTALE. Al Comune di Montale l’avvocato
Lisa Taiti dedica in modo esclusivo la sua attenzione all’inceneritore, ovvero al
guazzabuglio di problemi che esso genera da anni.
•
Nel febbraio del 2012, ci fu una riunione presso il Comune e gli organi di
controllo Arpat e Usl uscirono con un documento congiunto, nel quale si
impegnarono a prendere dei provvedimento per il problema delle “polveri fini”
che ancora imperversano. Qual è lo “stato dell’arte” sul problema?
Arpat
promise misurazioni del particolato in zona (Pm 2,5 se non sbaglio) soprattutto
in zona inceneritore, mentre la Regione Toscana che, mi pare era presente attraverso
un proprio funzionario, si disse d’accordo nel dare il via all’operazione. Sui
dettagli delle analisi, per dire qualcosa di più, dovrei riguardare gli appunti
che vennero presi, ma uscirono articoli sulla stampa proprio all’indomani della
riunione, da noi voluta e richiesta.
A inizio 2013 abbiamo chiesto lumi, perché
non avevamo risaputo nulla, e ho avuto successivamente mi pare ad aprile, un
incontro con Arpat, che mi spiegò che sì, c’erano stati dei ritardi, ma che
stavano cominciando le operazioni di misurazione e di confronto qui in zona, e
soprattutto a Stazione. Non ho novità in questo momento. Credo che dovrò
nuovamente mettermi in contatto con Arpat per sapere a che punto sono.
•
L’inceneritore di Montale è sempre più al centro delle denunce di comitati e
cittadini: polveri fini, discariche e ceneri tossiche, omissione di una
comunicazione svolta in trasparenza (vedi comitato dei cittadini). Il Comune
ritiene di prendere dei provvedimenti utili a chiarire le persistenti
criticità?
La
domanda è molto ampia. L’amministrazione si è sempre mossa consultando gli
organi di controllo e tutti gli organi istituzionali coinvolti nella delicata
questione delle polveri fini e dell’inceneritore. Fummo noi a chiedere la
relazione ad Arpat Toscana per quanto riguardava l’incidenza dell’impianto
sulle polveri, e fummo noi a sollecitare l’adozione di misure comuni per tutti gli
enti: il Sindaco ha richiesto in ogni sede – e a ogni comune limitrofo – che l’ordinanza
cosiddetta “abbruciamento” (la cui importanza ci venne sottolineata dal
compianto Dott. Bolognini proprio nel corso di una riunione del 15/12/11)
venisse estesa anche ai comuni privi di centralina. Avete visto com’è andata a
finire.
La
Provincia ha convocato il Tavolo, si è fatto un protocollo, ma quel tipo di
ordinanze sono state emesse, a oggi, solo da Montale e Agliana. Questo solo per
fare un esempio, ma vorrei ricordare che su questi temi semplificare è sempre
sbagliato, il Sindaco ha la responsabilità sanitaria, ma non può muoversi su
semplici valutazioni personali: deve necessariamente essere supportato dagli
enti di controllo. Allo stato attuale, per quanto riguarda il rapporto tra
polveri fini e inceneritore, non abbiamo elementi per ritenere che l’impianto
sia la causa preponderante del problema, anzi, gli enti di controllo ci dicono
il contrario.
Ma
è proprio per questo che abbiamo chiesto la riunione di cui ho accennato alla
prima domanda, poi l’intervento del ministero e poi ancora (ma non sotto il
profilo delle polveri fini), il Comune di Montale si è impegnato a un
approfondimento degli studi sulla nostra comunità, appoggiando con propria
delibera una iniziativa del Comitato (con il beneplacito, peraltro, della
Fondazione Caript e la partecipazione dell’Istituto superiore di Sanità). Di
questo non si legge mai nulla sui giornali. Sono delibere che chissà come mai
non attirano l’attenzione.
Per
quanto mi riguarda, e posso parlare anche per il Sindaco, il comune si è adoperato
e si sta adoperando molto con gli strumenti a sua disposizione, per migliorare
la situazione ambientale con azioni mai fatte prima, con una trasparenza nel
suo operato che, solo chi ha la memoria corta non può riconoscere come una
assoluta novità.
Vorrei
ricordare, e vorrei che una volta tanto qualcuno ne parlasse, che mentre il PD
aglianese rivendica il merito del mancato ampliamento dell’impianto, è stata
propria la nostra amministrazione a scrivere sulle osservazioni al PIR che l’impianto
andava chiuso (mi pare che le osservazioni di Agliana comprendessero certamente
l’ampliamento, ma subordinato all’esito dei rilievi epidemiologici, quindi non
so perché adesso affermino che è stata opera di una loro richiesta).
Questa
amministrazione ha affermato in ogni sede opportuna la necessità della
dismissione o riconversione entro pochi anni e questa Amministrazione l’ha
addirittura portata un consiglio comunale e decisa con un testo che gli altri
comuni soci non se la sono sentita di condividere e che nemmeno le opposizioni
hanno votato. Mi piacerebbe che ogni tanto i comitati ricordassero questo, o
semplicemente che se ne accorgessero, ma vedo che non è così. Pazienza, il
risultato per noi è comunque ottenuto, abbiamo già dato mandato a Cis di
reperire un progetto di riconversione da svilupparsi prima possibile, per poter
procedere alla chiusura dei forni entro il 2021.
•
Lo scorso 23 dicembre è stata introdotta una riunione del tavolo Istituzionale
in Provincia sul problema della discarica di ceneri. Qual è stato l’esito dell’incontro?
Lo
scopo della riunione era quello di realizzare uno studio idrogeologico, sotto
la supervisione della Provincia, per esaminare la falda acquifera e fare dei
carotaggi nella zona dell’impianto. Il Cis era presente, perché aveva dato la
propria adesione, così come era presente Usl 3. Ho chiesto se avevamo dati
recenti sulla zona, se qualche analisi era stata richiesta in sede di Via
(Valutazione Impatto Ambientale) per l’ampliamento, ma i funzionari (che all’epoca
non erano investiti del procedimento) mi hanno riferito di non aver “trovato
nulla” e che, quindi, risulta che nel 2007-2008 non vennero fatti carotaggi,
forse perché l’autorizzazione aveva a oggetto un termovalorizzatore e non
riguardava la discarica.
Insomma,
pare non ci siano ricerche o analisi nel perimetro dell’impianto, condotte all’epoca
dell’ampliamento, per esaminare la situazione della vecchia discarica. Quest’ultima,
è stata in funzione per anni, nel rispetto dei parametri ambientali dell’epoca (quanto
meno leggeri). In ogni caso, abbiamo chiesto ad Arpat era disponibile a
collaborare nell’esecuzione delle analisi, ma l’ente ha affermato di non
poterlo fare, in quanto il procedimento di analisi nulla sarebbe se non il
procedimento di indagine previsto dal codice ambiente ai fini della bonifica,
nel quale Arpat possiede la veste di “controllore” e non può quindi rivestire
la qualità anche del laboratorio applicato nelle analisi.
In
sostanza la questione ora dipende da noi, non più dalla Provincia. Il Comune ha
convocato Cis e gli altri soci per chiedere l’avvio della procedura di indagine
concordemente (in caso di mancato accordo, dovrà procedere il Comune). Va fatto
adesso, quello che non venne fatto all’epoca dell’ampliamento.
•
Nel tavolo istituzionale, sono da sempre designati anche i rappresentanti dell’Ordine
dei Medici che sembrano avere già definito una serie di documenti critici sull’impianto.
Il Comune ha dei rapporti di corrispondenza con l’Ordine, in relazione alle
minacce sanitarie paventate dalle due determinazioni del Consiglio?
Non
ricordo comunicazioni dirette con il Comune, solo incontri con il Tavolo
Istituzionale, ma ci farebbe piacere conoscere, non solo attraverso i giornali,
il loro lavoro o parere sull’impianto, anche per poter collaborare
direttamente. Perché non inviarci le determinazioni del Consiglio?
•
Il sindaco del Comune di Castegnaro (Br) ha preso impegno con la cittadinanza
di procedere alla ricerca e individuazione dei responsabili che hanno
costituito la discarica rinvenuta in questi giorni, sotto l’A4 e apparsa come
una autentica “bomba ecologica” per i valori di cromo esavalente. Il Comune di
Montale, diversamente, non ha fatto indagini e carotaggi utili alla
comprensione della discarica denunciata sotto l’impianto? Intende prendere
qualche provvedimento per la tutela della salute dei cittadini? Vedi il link:
Noi
vogliamo procedere con la ricerca di eventuali inquinanti e con l’indagine al
cui esito si deciderà se dobbiamo o meno procedere con una bonifica, questo è
ciò che intendiamo fare. Ricordo che per quanto consta questa amministrazione,
soltanto in questi giorni si è saputo della possibilità di fare questa
indagine, che casomai andava fatta quando l’impianto venne ristrutturato.
Credevamo
ci fossero state analisi precedenti. Ebbene, allora dobbiamo farle noi. La
ricerca di responsabili dell’eventuale inquinamento non compete certo il
Comune, compete alla magistratura, noi cercheremo di fare l’indagine nel modo
migliore.
•
Lo scorso anno, la popolazione ha salutato con curiosità la notizia che il
Comune di Montale avrebbe condotto un referendum sull’ipotesi di un
potenziamento dell’impianto di incenerimento, che sembra essere stato superato
dagli eventi. Possiamo dunque dire con certezza che il raddoppio è
definitivamente escluso?
Nel
piano attuativo ATO non c’è (non potevano sovradimensionare l’impiantistica, i
numeri dovevano “tornare”), ma nel piano interprovinciale è ancora presente. E
perciò per legge è ancora previsto. Per quanto ci riguarda è pienamente
superato, la domanda dovrebbe essere però girata alla Provincia. Non so, forse
s’aspettano una grande ripresa economica entro il 2014. In ogni caso il piano
vale fino al 2021 (come rimarcato dalla Regione Toscana con lettera inviataci
di recente) quindi, non vedo come si possa cambiare il piano attuativo in
tempo.
•
Il Comitati di Controllo Gestione, instaurato sotto l’egida della sua
amministrazione ha denunciato la mancanza di partecipazione e collaborazione
dei dirigenti del Cis alle sessioni di incontro. Ciò è contraddetto con le
predicazioni sulla trasparenza predicate dal presidente Franceschi nelle sessioni
consiliari. Sembra proprio il caso di dire “predica bene e razzola male”. Il
Comune intende dunque sollecitare il Cis a garantire la necessaria trasparenza
richiesta dalla cittadinanza?
Non
è un comitato di controllo di gestione, si chiama Comitato di Controllo. Non so
che potere abbia il CdA di convocare i dipendenti e dirigenti a riferire ad un
organo che non è (perché non poteva esserlo) ispettivo. Confidavo comunque in
una maggior partecipazione e invito chi è stato invitato a rispondere, perché
si tratta comunque di una azienda di proprietà pubblica, la trasparenza è
importante.
•
È vero che il SMCE (Sistema di monitoraggio Continuo delle Emissioni) dell’impianto
è fallace e non è affidabile per come stabilito da Arpat?
Ho
chiesto all’Arpat di delucidarmi su un documento del 2010 che circola in linea da
tempo (vedi). Comunque non mi risulta che sia
fallace.
•
I cittadini si chiedono come mai l’impianto è in piena funzione nonostante gli
sforzi per l’avvio e la crescita della “raccolta differenziata” dei rifiuti.
Cosa può dire loro?
L’impianto
deve essere in piena funzione, perché è stato progettato per questo. Mi spiego,
quando venne ampliato Razzoli lo disse chiaramente che avrebbe dovuto servire
molti comuni della piana. Sono stati investiti 30 milioni per questo. Fate però
caso che l’impianto ha sempre funzionato quasi soltanto per i tre comuni soci. È
assurdo. Si sarebbe potuto fare la raccolta differenziata subito e bruciare i
rifiuti degli altri in maggior misura, di modo da avere introiti che per noi
sarebbero serviti per chiudere prima: non si fa un investimento da 30 milioni
per 10 anni soltanto.
In
realtà poi, gli altri comuni della piana hanno sempre smaltito a bassissimo
costo presso l’impianto di Montale (abbiamo chiesto noi al Cis, e con forza, di
alzare le tariffe ai comuni terzi) perché i costi di discarica sono ancora
molto bassi e spesso conviene andare in discarica invece di bruciare. Con
queste premesse chi avrebbe fatto il “porta a porta”?
Dunque
– e queste sono considerazioni personali – il perché si sia optato per l’ampliamento
non lo so, né so perché il piano dei rifiuti del 2007 alla voce “ristoro ambientale”
per Montale prevede una somma pari a zero (il ristoro lo avremo con il gestore
unico, lo abbiamo chiesto più volte e poi votato in seno all’Ato nel 2010). Non
so nemmeno perché la raccolta Pap fosse così malvista e considerata
impossibile, antieconomica, mentre noi siamo già in procinto di abbassare la
Tia per la prima volta in 20 anni, dopo un anno di Pap integrale. Perché non le
fate voi queste domande?
•
Presto saremo alla tornata amministrativa: la giunta ha già stabilito delle
linee di programma da spendere nella prossima campagna elettorale,
specificamente dedicate alla vicenda dell’inceneritore del Cis?
L’unico
programma possibile è la prosecuzione di quanto iniziato con la nostra giunta,
dismissione o riconversione impianto e approfondimento delle analisi sul
territorio, come abbiamo fatto sino ad oggi, cercando, naturalmente, di
migliorare i controlli e di avere sempre più informazioni.
A
questo proposito ricordo l’importanza dei rilievi epidemiologici in corso.
I
risultati sono fondamentali per ogni tipo di decisione in materia ambientale,
non solo per l’inceneritore…
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[Mercoledì 22 gennaio 2014 | 10:07 - © Quarrata/news]
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