domenica 29 aprile 2012

“PER UN’ALTRA PISTOIA” E LA PUBBLICITÀ DELLA HELIOS


PISTOIA. La Lista Civica Ecologista “Per un’altra Pistoia”, che si riconosce nel rispetto delle differenze culturali e delle fedi religiose, esprime la sua indignazione nei confronti della pubblicità dei pannelli fotovoltaici Helios.
Apparsa recentemente su enormi manifesti nella nostra città, riporta la dicitura “Io credo nel fotovoltaico”, e la associa ad immagini di fedeli in adorazione.
Riteniamo profondamente offensivo utilizzare il sentimento religioso, a qualunque credo faccia riferimento, come strumento di promozione commerciale.
Enrico Guastini
Candidato sindaco
[comunicato]
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[Domenica 29 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

3 commenti:

  1. Per completezza, riporto la risposta di Helios Impianti, la successiva replica.

    Enrico Guastini



    Risposta via mail da parte di Helios – 30 aprile 2012, 01:08

    Salve cittadini indignati,
    magari informandosi meglio potrete vedere come la campagna è stata impostata su tutte le religioni ( lo trova anche su youtube),
    e il significato sta nel " non c'e' distinzione di credo o religione nel credere in un mondo migliore sfruttando il fotovoltaico".
    Infatti è un'argomento comune in tutte le religioni lo sfruttamento delle risorse naturali.
    Concludo dicendo che la pubblicità non puo' essere minacciata di interventi non sensati per il semplice fatto ( che a volte dimentichiamo) che siamo in uno Stato Laico,
    Franko Famà
    resp. Marketing
    HELIOS IMPIANTI SPA


    Replica – 30 aprile 2012, 9:23

    Egr. sig. Famà,
    magari leggendo meglio (stava scritto: "a qualunque credo faccia riferimento") avrebbe potuto capire che la critica era rivolta all'utilizzo del sentimento religioso in generale, non di una singola fede.
    Lo Stato laico rispetta tutte le religioni, non consente che se ne calpesti la dignità.
    La pubblicità deve rispettare la sensibilità delle persone, non violarne i principi.
    La vostra campagna è indegna, per il fatto che banalizza i più alti momenti di raccoglimento religioso a fini commerciali.
    Per chi crede (in qualunque tipo di trascendenza) è una blasfemia paragonare un bene di consumo alla divinità.
    Per chi non crede, anche.
    Si tratta di capire che il rispetto è un valore.
    Dispiace vedere un tale atteggiamento da parte di chi si ritiene sensibile alle tematiche ambientali.
    Ma forse è solo una questione di guadagni.

    Con delusione, perché dalla "green economy" questo non me l'aspettavo.

    Enrico Guastini


    P.S. – anche "laicità" è una parola sacra, da non usare per coprire le proprie mancanze etiche

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  2. Ultimi sviluppi.

    Dopo un altro paio di mail tra me e la Helios ne ho ricevuta una che cominciava così:

    «Salve sono Franko Famà "EX" responsabile marketing della Helios Impianti, in quanto il mio contratto è scaduto il 24 di aprile, e al quale non avrei voluto altro rinnovo visto i non pagamenti degli stipendi dei mesi già contrattualizzati.»

    Inquietante scoprire che non è stato lui a rispondere con le mail precedenti firmate a nome suo. La Helios sembra meno luminosa...


    Riporto un paio di stralci significativi:

    «Le posso dire che abbattere muri culturali non si può fare con le carezze, ma con messaggi forti e provocatori, i quali portano da un lato al disprezzo del messaggio stesso, ma dall'altro alla riflessione. [...] capire il senso del messaggio della campagna "io credo". Non sono le religioni a differenziarci nel rispetto della terra, non sono "i credo" e le culture locali che possono bloccarci nel trovare soluzioni sostenibili, anzi siamo UGUALI agli occhi dei nostri Dii nelle azioni quotidiani di rispetto ambientale. Insieme si può migliorare il mondo.!»


    La mia risposta vedeva scritto quanto riporto sotto.

    «[...] Certe campagne pubblicitarie possono risultare offensive nei confronti di valori profondi. Ciò che critichiamo della campagna da Lei ideata non è la presenza di religiosi, bensì il fatto di sfruttare l'atteggiamento di totale dedizione al proprio credo come motore commerciale.

    Il fine non giustifica i mezzi, mentre i mezzi producono un fine.
    Mezzi sbagliati portano a un risultato sbagliato.»


    Grazie per lo spazio concesso.

    Enrico Guastini

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