martedì 24 aprile 2012

IL PROCURATORE RENZO DELL’ANNO E LA DECISIONE DEL C.S.M.


Le direttive di Dell’Anno si sono prestate «alla elusione delle garanzie previste dalla legge a tutela della sfera di autonomia professionale e operativa dei sostituti» con ricadute negative sul «corretto e puntuale esercizio dell’azione penale»

PISTOIA. Nuovi particolari si aggiungono alla bocciatura della conferma del dottor Renzo Dell’Anno a capo della Procura della Repubblica della nostra città.
A darceli è la Repubblica di Firenze (pag. V) di oggi, che riportiamo in immagine, a firma di f.s. (Franca Selvatici?).
Sotto il titolo Il Csm boccia il procuratore di Pistoia «gravi carenze, non può restare in carica» si legge che è stata una decisione presa il 19 aprile scorso con 15 voti favorevoli e 6 astensioni: dunque, si sottolinea, nessun contrario.

Nella motivazione sono evidenziate, nell’esercizio delle funzioni direttive di Dell’Anno, «gravi carenze e inadeguatezze del suo profilo professionale».
Gli viene riconosciuto «impegno fuori del comune» sull’arretrato. Ma gli viene contestato di aver adottato «iniziative poco rigorose sotto il profilo del rispetto dei principi del corretto esercizio dell’azione penale».
Dell’Anno è accusato, in pratica, di non aver favorito «l’autonomia e l’indipendenza dei sostituti» facendo esplicito riferimento all’introduzione di «obblighi» e «vincoli procedimentali» in materia di misure cautelari.
Dell’Anno, in pratica, voleva essere informato preventivamente, dai sostituti, sulle misure che loro intendevano richiedere: e le autorizzava solo «a seguito di accertata convergenza di opinioni» con lui stesso. Sarebbe stato, in pratica, secondo quanto ha ravvisato il Csm, l’ultimo a dire l’ultima e definitiva parola.
Per il Csm le disposizioni date da Dell’Anno sono state attuate «con modalità che si prestano alla elusione delle garanzie previste dalla legge a tutela della sfera di autonomia professionale e operativa dei sostituti», il che non ha deposto affatto a suo favore nella decisione dell’organo di autotutela dei magistrati.
Si fa poi l’esempio del cosiddetto «modello 45», quello in cui vengono iscritti i cosiddetti atti non costituenti reato.
A Pistoia erano 878 nel 2003 e sono costantemente saliti fino al tetto di 1.531 nel 2008. Sempre concentrati nelle mani del Procuratore Capo con ricadute sul «corretto e puntuale esercizio dell’azione penale».
A dire tutto questo non siamo noi: è stato l’organo di autotutela della magistratura.
Ma leggete la Repubblica.
Q/n
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 24 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

1 commento:

  1. Caro Bianchini,
    Mentre molti cittadini, associazioni e Comitati, cercavano da anni "Un gidice a Berlino", lamentando una inerzia sistematica dell'azione penale, qualcuno c'aveva di meglio, ovvero "Il Santo in Paradiso".
    Un lettore appassionato MDB

    RispondiElimina

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.